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Doctor Who – 8×07 – Kill the Moon

Kill the Moon

Il Dottore torna sulla luna! Erano cinque stagioni che il Dottore non passava dal nostro satellite (“Smith and Jones”) e questa volta ha deciso di tornarci con il botto…

Courtney è traumatizzata dal Dottore che le ha detto che non è speciale. Per farsi perdonare vanno tutti sulla luna. Ci arrivano però nel 2049 durante una spedizione terrestre per distruggerla (?), perché la luna è diventata instabile e causa disastri sulla Terra. I nostri vengono attaccati da giganteschi ragni e il Dottore scopre che la luna è in realtà un uovo di un’enorme creatura che sta per schiudersi. Distruggerla o lasciarla nascere? Il Dottore lascia la scelta alle tre umane presenti sulla luna in quel momento. Viene consultata la Terra che decide di distruggerla, ma Clara e Courtney la pensano diversamente, la lasciano nascere e la creatura se ne va tranquillamente, non prima di aver deposto un’altra luna. Tutto bene, ma Clara si incazza con il Dottore per il suo comportamento e lo manda al diavolo.

Lo ammetto. Mentre lo guardavo per almeno metà dell’episodio pensavo “bah, alla fine anche in questa stagione hanno fatto un episodio non particolarmente interessante”. Sarà la mia avversione per le storie ambientate in basi spaziali, sarà la totale anonimità dei personaggi di contorno (sbaglio o della tipa non dicono mai il nome? Solo delle due magliette rosse), ma non mi diceva molto. Poi per fortuna si è risollevato, non tanto per guizzi di sceneggiatura, ma per i temi trattati.

E i temi trattati sono enormi. Il primo è l’esplorazione spaziale. Tema importantissimo anche perché purtroppo il mondo è virato verso la preoccupante situazione illustrata a inizio episodio: dimenticarsi l’esplorazione spaziale e rimanere sul nostro piccolo e triste pianeta in eterno. Ipotesi allucinante, ma purtroppo realistica. Per fortuna, al momento, abbiamo il settore privato che si sta buttando nello spazio, ma basterà? Finiremo davvero con l’avere solo degli astronauti pensionati entro il 2049 o qualcosa cambierà senza che serva la comparsa di un drago alieno in cielo per spronarci a volare via? Il 2049 non è così lontano… sono solo 35 anni, è distante da noi quanto il 1979!

L’altro tema, il principale dell’episodio, è la scelta di Clara (e Courtney… non si nota benissimo nell’episodio, ma entrambe premono il bottone contemporaneamente). Il bene di uno contro quello di molti, direbbe Spock. Ma chi ha ragione? Perché non è solo questo il concetto, è anche la paura del diverso e dello sconosciuto (e non so se ci sto leggendo troppo, ma ci vedo anche la generica diffidenza verso gli immigrati, sempre brutti, sporchi e cattivi a prescindere). Nessuno conosceva le intenzioni di questo drago alieno, nessuno sapeva se avrebbe causato danni oppure no (quelli causati fino a quel momento erano involontari e sarebbero finiti comunque) nessuno sapeva niente. Se il Dottore si era incazzato con la distruzione dei Sycorax da parte di Harriet Jones e Torchwood (dove il pericolo era stato reale), questo caso è ancora più limite perché il drago non aveva fatto niente di niente. È giusto uccidere qualcuno di esterno per paura che potrebbe fare qualcosa di male a priori?

No, non lo è. La Terra ha “votato” come vota sempre, con la paura, con l’egoismo, con l’incapacità di vedere oltre il proprio naso. Ma Clara (e persino Courtney) knows better. Non ha nessuna importanza quello che decide la maggioranza, deve fare quello che lei ritiene giusto e lo fa. E risulta davvero la scelta migliore, oltre che quella giusta, perché il drago è innocuo. E non solo, sprona l’umanità a fare quello che nel suo assopimento non faceva più, andare là fuori.

E lo fa mandando al diavolo la democrazia, perché il mondo ha torto e lei ha ragione. C’è una suprema arroganza in questo, ma lei ha ragione ed è questo che importa.

L’autocrazia si basa sull’ipotesi che un uomo solo sia più saggio di un milione di uomini. Ripensiamoci un po’, chi decide?

La democrazia si basa sull’ipotesi che un milione di uomini sia più saggio di un uomo solo. Come mai? Deve essermi sfuggito qualcosa.

—Robert A. Heinlein, Lazarus Long l’immortale

Non è una questione semplice e non lo sarà mai. Qui Doctor Who dà una risposta pratica e pragmatica che si può applicare a questo caso ma da cui è impossibile generalizzare.

La cosa divertente è che la tipa dice a Courtney che deve crescere per capire che non tutte le cose sono belle e ci sono anche quelle brutte, mentre la realtà è che è lei che deve crescere per capire che non tutte le cose sono brutte e ci sono anche quelle belle.

Il dubbio cruciale dell’episodio è poi basato, come tante altre volte, su un bivio temporale. Ma per la prima volta (sono certo che non sia la prima volta, ma non mi torna nulla alla mente) il Dottore si tira indietro. È una scelta dell’umanità, la deve prendere l’umanità. Di colpo decide che in questo caso vale la Prima Direttiva di Star Trek e si tira indietro, come se non avesse interferito milioni di volte in passato. Per quanto possa sembrare assurda la cosa potrebbe avere un suo senso… se si considera questo punto il contrario di un punto fisso. Dal suo punto di vista potevano accadere due cose e le due cose avrebbero diviso l’universo in due. Personalmente ritengo però che lui stesse perculando tutti sapendo perfettamente quale sarebbe stato l’esito finale… perché se questo è l’evento che porta l’umanità a conquistare le stelle lui sa benissimo che in tutti i futuri che ha visitato l’umanità l’ha fatto (il Dottore non viaggia tra le dimensioni parallele, se non in casi limite). Quindi lui sicuramente non conosceva i dettagli, ma sapeva che quell’anno sarebbe accaduto qualcosa di importante. Certo, si potrebbe argomentare che magari la cosa importante sarebbe stata la distruzione dell’uovo, ma… naaaah.
Non è comunque la prima volta che il Dottore afferma che il futuro è sempre in movimento, manco fosse Yoda, per cui boh.

E quindi Clara si incazza… e come si incazza! La sua litigata con il Dottore è quasi dolorosa per lo spettatore. Perché lui sembra tranquillo, prova a scherzare, a dare le sue spiegazioni, a farle capire il suo punto di vista, ma lei non gli lascia nemmeno un angolino libero dove infilarsi, lo distrugge completamente, naufragando anche le speranze dello spettatore che nella sua mente vuole che le cose tra i due si sistemino (be’, questo spettatore almeno). La mazzata finale: quando lui le dice una frase che in altre circostanze sarebbe stata apprezzata lei gli chiede se sente una musica in testa quando pensa certe sciocchezze. E lui rimane lì come un baccalà senza sapere più cosa dire o come giustificarsi.

E alla fine c’è Danny Pink, che in questo caso fa da voce della ragione e forse (forse) la fa calmare un poco. Vedremo cosa succederà nei prossimi episodi!

Varie:

  • I DVD per mandare il TARDIS al Dottore, come in “Blink” (ma deve reggersi alla console, o resta fuori);
  • “Non vado a uccidere Hitler”. Ma River sì.
  • La nonna della tipa usava Tumblr. LOL.
  • Space Shuttle, yay! Sembrava fintissimo, ma non importa: Space Shuttle, yay!
  • Il Dottore è un pazzo furioso; con che gioia si tuffa nel liquido amniotico??
  • Il Dottore cerca di salvare Courtney dal ragno in tutti i modi (si salva da sola in realtà). Lo ricordo per ribadire che il Dottore è sempre il Dottore, sarà più freddo quando qualcuno è già morto, ma se c’è una possibilità ci si butterà sempre.
  • E a questo proposito… l’episodio era stato pensato per Matt Smith (anche se con Capaldi funziona ovviamente meglio).
  • Il Dottore dice che non sa se ora può rigenerare per sempre o cosa. Sarà serio?
  • Il Dottore usa uno yo-yo per testare la gravità. Come il Quarto Dottore.
  • Dunque… la luna è un uovo. Quindi? Circolare, circolare…

Noterete che non mi preoccupo nemmeno più di dire quanto son bravi Jenna e Capaldi. Ormai è diventato ridondante.

Alla fine quindi direi che l’episodio, grazie non tanto alla sceneggiatura, quanto al soggetto e all’importanza dei temi trattati, si risolleva. Gli darei 8 su 10.

“Kill the Moon” è stato scritto da Peter Harness.

Grazie a Morry per l’aiuto!

Doctor Who – 8×06 – The Caretaker

The Caretaker

“I’ll see you when I see you.”
“When’s that?”
“When I see you.”

Come forse avrete notato, questo week-end eravamo un po’ sparsi per il mondo e non siamo stati in grado di fare subito i sottotitoli e questo perché non abbiamo nemmeno potuto vedere l’episodio sabato. O quantomeno io non ho potuto vederlo prima di martedì sera, caso più unico che raro! E al momento l’ho visto solo due volte (la prima volta e una volta per la revisione dei sottotitoli), quindi qualcosa potrebbe essermi sfuggito. Più del solito, intendo.

In breve: Il Dottore va sottocopertura come bidello nella scuola di Clara, perché c’è un robot alieno lì vicino di cui è meglio occuparsi prima che distrugga accidentalmente il mondo. In questo modo il Dottore e Danny Pink vengono finalmente in contatto e ovviamente si odiano a prima vista. Alla fine però, salvato il mondo con l’aiuto di Danny, quest’ultimo capisce che il Dottore lo odia perché vuole solo il meglio per Clara ed essendo un soldato, Danny avrà molta strada da fare per dimostrare al Dottore di essere all’altezza.
Nel frattempo i morti continuano ad andare nella “Nethersphere” – o come vogliamo chiamarla – di Missy.

Devo dire che guardando l’episodio non ho potuto fare meno di fermarmi a dire “ma che figo!” più e più volte nel corso della storia. Gareth Roberts ci consegna quello che è tranquillamente il migliore dei suoi episodi finora, episodio che si inserisce molto bene nel genere a cui l’autore ci ha abituato: i suoi ultimi due erano infatti “The Lodger” e “Closing Time”, storie in cui il Dottore si inserisce in un mondo pseudo-realistico di vita domestica, fingendo di essere un inquilino, un commesso e ora… un bidello! La differenza principale con i precedenti episodi è che invece di Craig qui c’è Clara. Vediamo quindi come si mescola la vita di tutti i giorni di Clara da insegnante che esce con un collega con quella da companion del Dottore, che parte per viaggi assurdi in qualsiasi momento. Ed è esattamente come immaginavamo: un gran casino. Con le precedenti companion non era così, Rose, Martha e Donna viaggiavano sostanzialmente sempre con il Dottore. Amy e Rory avevano inizato a fare un po’ su e giù dal TARDIS, ma in fondo loro erano sposati e la cosa causava solo problemi secondari. Clara invece ha un fidanzato che non sa nulla e le cose si complicano. O meglio, aveva un fidanzato che non sapeva nulla perché ora Danny sa tutto. E direi che l’ha presa anche abbastanza bene.

Il cattivo è decisamente secondario e serve solo a dare la scusa per inserire il Dottore sotto copertura nella vita di Clara. Comunque non le manda a dire e il poliziotto lo uccide in maniera estremamente cruenta (un braccio carbonizzato?!). Dandoci così anche l’occasione di vedere l'”aldilà” o la “Terra Promessa” o la “Nethersphere” che non saprei come tradurre (Sferainferiore? Sottosfera? O serve passare agli inferi?). Scopriamo quindi che Missy non è sola, ma ha una struttura d’accoglienza con tanto di impiegati (?) e telefoni che suonano. E chissà cos’ha visto il poliziotto guardando fuori dalla finestra.

Ma veniamo al punto principale dell’episodio: Il nuovo rapporto Dottore-Danny Pink. Il Dottore diventa subito ostile quando scopre che era un soldato e si rifiuta totalmente di accettare il concetto che un soldato possa fare l’insegnante di matematica. Di educazione fisica sì, ma di matematica no. E la cosa ha senso perché nello stereotipo comune è abbastanza normale che un ex-soldato possa finire a insegnar ginnastica, ma è meno normale che finisca a insegnare matematica… chi non ha pensato, vedendolo per la prima volta in “Into the Dalek”, che non fosse il professore di educazione fisica, complice anche il fatto che ce l’han mostrato in cortile che giocava a palla con i bambini (cosa non casuale)?
La cosa viene poi ulteriormente complicata dall’equivoco del Dottore quando inizia a pensare che Adrian, l’altro professore che somiglia a Eleven, sia il ragazzo di Clara. Come piace Adrian al Dottore! Nonostante il no-flirting, nonostante la conclusione che il Dottore voglia semplicemente il meglio per Clara, nonostante tutto, il Dottore è tutto ringalluzzito dal fatto che Clara avesse scelto un suo “clone”. E va bene così, naturalmente. E infatti quando poi Danny pensa che lui sia suo padre (LOL) la cosa non gli fa molto piacere.
Comunque alla fine, quando lo aiuta a salvare il mondo, il Dottore sospende in qualche modo il giudizio su Danny… vedremo nei prossimi episodi.

Da parte di Danny invece la comprensione della questione è davvero molto veloce, d’altra parte viene tirato in mezzo da un robot alieno che cerca di ammazzarlo, non c’è molto da fare la Scully qui. E non ha tutti i torti a prendersela con Clara per avergli tenuto nascosto tutto questo anche se si può capire che Clara non sia corsa da Danny a dirgli del Dottore… insomma, è complicato. Ma nelle “montagne russe” che è Clara durante la rivelazione, quando molto realisticamente cambia idea e versione ogni cinque secondi, salta fuori anche una cosa molto importante; che Clara ama Danny. E dall’espressione che fa lui potrebbe anche essere la prima volta che glielo dice esplicitamente.

Un altro punto interessante è il solito rapporto Dottore/soldati (ulteriormente motivato recentemente da “Listen”). Ma l’opinione di Danny è tutt’altro che errata: il Dottore disprezza i soldati, ma è lui stesso uno di questi, anzi, è un ufficiale che si aspetta sempre che tutti ubbidiscano ai suoi ordini. Non è certo la prima volta che il punto viene sollevato, ma da buon soldato Danny lo capisce subito.

Insomma, è tutto molto complicato ed è tutto stato gestito con maestria.

A proposito di espressioni facciali… sono l’unico che adora tutte le faccette che fa Clara in qualsiasi occasione?

Infine… Courtney! Tutti felici di vederla salire a bordo del TARDIS immagino! Be’, non sarà peggio dei due bambini dello scorso anno…

  • Viene citata River, seppur solo di passaggio! Yay!
  • Al Dottore piacciono i Pink Floyd? Fischietta “Another Brick in the Wall”…
  • Murray Gold in grandissima forma, con mille temi tutti diversi, e persino il ritorno di un tema dell’Undicesimo Dottore (quando Danny si avvicina al TARDIS per la prima volta).

In breve, episodio molto bello, 9,2! su 10!.

“The Caretaker” è stato scritto da Gareth Roberts e Steven Moffat.

Grazie a Morry per l’aiuto!

Doctor Who – 8×05 – Time Heist

Time Heist

Basically, it’s the eyebrows.

Il commento a questo episodio vi arriva in versione molto breve e frammentaria per due motivi: 1) Non ho tempo! 2) Non ho trovato molto da dire!

Trama:
Il Dottore e Clara ricevono una telefonata e si ritrovano senza memoria insieme a due sconosciuti (anche loro senza memoria) nella banca più inespugnabile del mondo con le istruzioni per fare una rapina. Dopo varie vicissitudini scoprono che a mandarli è stata la direttrice stessa della banca, da vecchia, d’accordo con il Dottore per salvare l’ultima coppia di una razza che veniva sfruttata dalla direttrice stessa in “gioventù” per la sicurezza della banca.

Buon episodio, senza particolari alti né bassi. Tenendo conto dello curriculum di Steve Thompson finora (in Doctor Who) forse il migliore dei suoi episodi (sicuramente meglio di “Journey to the Centre of the TARDIS”, forse anche di “The Curse of the Black Spot” che a me comunque non era dispiaciuto).

Nessuna apparizione di Missy, questa settimana… se non vogliamo già identificarla con la donna che ha dato il numero di telefono a Clara che viene brevemente citata.

Il Dottore continua a fare il vago chiedendo a Clara informazioni sul suo “appuntamento”, si vede che è interessato anche se non vuol farlo notare. E alla fine dell’episodio sorge allo spettatore il dubbio che sia anche un po’ geloso, a suo modo, visto che commenta tra sé e sé che nessun appuntamento potrà mai essere migliore di una rapina in banca. Non credo si debbano iniziare ad agitare quelli che temono rapporti strani tra il Dottore e Clara, ma mi piace vedere che questo lato umano del Dottore sia rimasto, seppur un po’ nascosto dietro la maschera burbera.

Ricompare anche il tema dell'”uomo buono”, quando Saibra sta per “morire” e lui si rifiuta di prometterle di uccidere l’Architetto. Da notare anche che, seppure sapesse che era spacciata, sia andato da lei per portarle un minimo di conforto e una “via d’uscita”. Il Dottore è sempre lo stesso, ha solo smesso di piangersi addosso. E quando Psi gli fa notare il suo “distacco professionale” non ho potuto fare a meno di pensare ad House (quello di Hugh Laurie, non quello di “The Doctor’s Wife”).

A inizio episodio sospettavo (come tutti) che l’Architetto fosse il Dottore, sia per il nome, sia per la voce, sia per l’aspetto fisico, sia perché è il genere di cosa che il Dottore farebbe. E sospettavo, sbagliando, che non si fosse realmente cancellato la memoria (nonostante l’avessimo visto con il verme in mano – non una metafora). Ma immaginavo anche che l’Architetto potesse essere il fantomatico direttore (prima di vederla). Alla fine erano in qualche modo vere entrambe le cose, diciamo che non era una cosa imprevedibile. Di imprevedibile invece c’è sicuramente lo scopo finale della missione: salvare il “Teller” e la sua compagna; questa è stata una bella sorpresa che ha dato una logica strutturale di fondo all’episodio molto solida: tutto ha senso e l’aspetto timey-wimey risulta quasi trascurabile.

Interessanti, come alieni, i “Teller” (non so come chiamarli… “Teller” significa “Cassiere”, oltre, ovviamente, “Colui che dice”, “Colui che racconta”, doppio senso perso in italiano). C’è una vaga somiglianza dell’ambiente in cui viene tenuto con quello dei 456 di Torchwoodiana (è una parola?) memoria.

Ottimi comprimari Psi e Saibra, per quanto comparsi dal nulla risultano subito bene integrati e non sarei sorpreso se ricomparissero. Davvero importante, anche se in secondo piano nell’economia dell’episodio, la storia di Psi; la decisione di cancellare tutti i ricordi di amici, parenti, di tutte le persone amate per proteggerle non è un tema leggero e probabilmente avrebbe meritato un episodio a parte.

E Clara… Clara a quanto pare è il boss, come riconosce il Dottore alla fine! Nonostante questo il suo ruolo nell’episodio per la prima volta in questa stagione è secondario, e ,sempre per la prima volta, il Dottore non si sbaglia e capisce esattamente cosa sta succedendo prima di tutti.

Varie:

  • Per essere la banca più sicura dell’universo di certo ha tantissimi passaggi tra tutte le stanze chiusi solo da grate spesse pochi millimetri.
  • Ricompaiono i vermi cancella memoria da “The Snowmen”.
  • Il Dottore ha una certa età ormai e lo si nota quando… si stanca di correre! Anche in questo episodio infatti si corre, ma a un certo punto lui li ferma tutti col fiatone. LOL.
  • Tra i “cattivi” che appaiono sullo schermo notiamo un Terileptil, uno Slitheen, un Sensorite, Androvax (dalle SJA), il Trickster (SJA), il capitano John Hart (da Torchwood), il pistolero di “A Town Called Mercy”, un Ice Warrior, e persino Abslom Daak, un cacciatore di Dalek apparso solo in alcuni fumetti degli anni 80.
  • Dopo “Don’t blink”, “Don’t breath” e “Listen” abbiamo “Don’t think”.
  • Musica molto bella di Murray Gold, sia “d’ambiente” nel vari locali della banca, sia epica come durante il discorso di Psi.

Quindi, come dicevo, bell’episodio, senza infamia e senza particolare lode… 8 su 10!.

“Time Heist” è stato scritto da Steve Thompson e Steven Moffat.

Grazie a Morry per l’aiuto!

Doctor Who – 8×04 – Listen

Fear makes companions of us all.

Ommamma, che responsabilità. Il primo episodio “singolo” scritto da Steven Moffat fin dai tempi della biblioteca. Tutti ci stanno rimuginando sopra, tutti ne stanno parlando… sbrighiamoci allora, prima che diventi freddo (ma ho un sospetto: questo non diventerà mai freddo).

Il Dottore da solo non ha niente di meglio da fare che riflettere a voce alta sul fatto che forse non siamo mai soli e forse c’è sempre qualcun altro con noi, una razza che si è specializzata nel nascondersi e che quindi nessuno vede mai; il mostro sotto il letto che, come tutti hanno sognato almeno una volta nella vita, ti afferra una gamba appena cerchi di alzarti. Recupera quindi Clara da un appuntamento disastroso con Danny Pink e parte con lei per risolvere questo mistero. Il TARDIS dovrebbe portarli alla prima volta in cui Clara ha fatto il sogno, ma invece finiscono dal giovane Danny Pink, dove incontrano effettivamente un possibile mostro sotto una coperta. Altro giro nel futuro, questa volta da un discendente di Danny Pink (e Clara?), ma anche qui si conclude con un nulla di fatto. “Accidentalmente” però, mentre il Dottore è svenuto, Clara porta il TARDIS su Gallifrey, trovando il Dottore da bambino a letto che piange perché non vuole fare il soldato. Ed è lei ad afferrargli la gamba da sotto il letto quando lui prova ad alzarsi. Nel dormiveglia gli spiega anche che avere paura non è una cosa brutta, anzi, è un superpotere (discorso che aveva sentito fare al Dottore al piccolo Danny poco prima) e quindi non deve vergognarsi di aver paura.

Elephant in the room, Clara ha condizionato il Dottore fin da quando era piccolo, seppur superficialmente. Prima che si inizi a gridare allo scandalo su come Moffat possa permettersi certe cose bla bla bla ricordiamoci che sono esattamente queste cose che hanno reso la serie quello che è oggi, ed è compito e dovere di ogni showrunner prenderne atto e realizzarle. E realizzarle bene, possibilmente, come in questo caso. Senza questo genere di retcon non esisterebbe rigenerazione, non esisterebbe Gallifrey, non esisterebbero i Time Lord, non esisterebbe nulla, perché sono tutte cose arrivate anni dopo l’inizio della serie ed è giusto e sacrosanto continuare a farlo. Altrimenti, come ho letto in un esilarante commento ieri, ci potrebbe essere qualcuno al mondo che sostiene che la serie ha perso il suo spirito originario quando Ian e Barbara sono entrati nel TARDIS la prima volta, perché prima era un’interessante serie in cui due insegnanti vagavano nel cortile di un robivecchi (LOL).

Detto questo, a qualcuno potrebbe invece dare fastidio nello specifico che sia Clara ad avere questo “onore” (rispetto magari a qualche altra companion del passato), ma è ormai chiaro che Clara è una companion importantissima per il Dottore e se l’anno scorso la sua storia può essere stata un po’ affrettata (sono il primo a dire che avrei lasciato il mistero della Impossible Girl molto più a lungo, ma il cinquantesimo incombeva) ora non si può più dire niente essendo ormai il suo personaggio sviluppato pienamente. Se non piace è puramente questione di gusto personale.

Non c’è nulla di sconvolgente nella vicenda comunque, ormai è appurato da decenni che senza companion il Dottore non è pienamente il Dottore e per tutta la sua vita il Dottore ha imparato da chi viaggiava con lui. Il fatto che abbia iniziato a farlo fin da quando era bambino non cambia questo concetto e non lo sminuisce affatto. È quindi tutto predestinato? No, non tutto; certe cose sì, certe no, dipende quale genere di viaggio nel tempo richiede la storia. È ben noto che in Doctor Who tutti i diversi tipi di viaggio nel tempo sono possibili in circostanze diverse.

Le nuove informazioni che ci giungono da Gallifrey sono estremamente innovative e viene spontaneo chiedersi se avranno conseguenze al di fuori dell’episodio. Ora sappiamo che il Dottore viveva in un orfanotrofio (?) dotato di fienile (?) o che aveva molti fratelli (?) Quelli erano i suoi genitori? Perché non avrebbe dovuto fare l’Accademia per diventare Signore del Tempo? Perché il soldato? Wow! Un’intera serie di domande nuovissime! Il soldatino senza fucile è un’ottima metafora del Dottore che rifiuta (in genere) l’uso delle armi pur essendo suo malgrado un combattente. E scopriamo che “come Hulk” il Dottore ha sempre paura, ma anche che questa è una cosa buona perché la paura è un superpotere (che fantastica e imprevedibile definizione della paura!). A mente fredda comunque non è una novità, se si pensa alla vita del Dottore (ricordate quando Reinette gli legge la mente?), ma è la prima volta che il concetto viene messo esplicitamente in questi termini.

La conclusione dell’episodio porta a pensare che naturalmente non esista nessun mostro, nessun cattivo, nessun alieno che davvero abbia perfezionato l’arte del nascondersi, era in tutti i casi l’altra spiegazione, quella razionale. Sotto la coperta c’era davvero un altro bambino (Rupert dice di no, ma perché di colpo crediamo a un bambino spaventato?), a fare rumore nella nave di Orson Pink era davvero la nave stessa e, soprattutto, a scrivere “Listen” sulla lavagna era stato davvero il Dottore, come subito suggerito da Clara. Niente di meglio che urlarti la soluzione in faccia subito per fartela ignorare. Inoltre il sogno non viene mai dimostrato che tutti lo facciano. Solo il Dottore, qualcuno in alcuni libri e (forse) Clara.
Anche se, anche se… il dubbio in fondo rimane, aver trovato un’altra spiegazione (è la paura che accompagna sempre il Dottore, non una creatura aliena) non implica che anche l’altra possa essere vera. Per cui non dormite sonni tranquilli!

Riguardo il “mostro della settimana” non si può non sottolineare che, ancora una volta, il Dottore sbaglia completamente ed è Clara, di nuovo, ad avere ragione. E questa volta il caso è plateale, tant’è che il “caso” stesso viene creato dallo stesso Dottore (dando inizio agli eventi che a loro volta causeranno il suo dubbio iniziale) in un tipico loop moffattiano, da “chi ha aperto la Pandorica se il cacciavite sonico era dentro?” (È incredibile quante volte, ancora oggi, molta gente ci ponga questa domanda.)

Come spesso accade con Moffat, comunque, l’idea era già usata in un suo bel racconto, “The Corner of the Eye” del 2007. Ma in quel caso la creatura – che ha esattamente le caratteristiche di quella ipotetica di cui si parla qui – è sicuramente reale e ha anche un aspetto simile a quello che si intravede sfocato sotto la coperta nella cameretta di Danny per una frazione di secondo. Queste creature si chiamano “Floof”, ma è ovvio che questo racconto non può essere canon o il Dottore già saprebbe della loro esistenza (come quando Moffat ha riciclato da un altro suo racconto mezza trama e Sally Sparrow per “Blink”, o come quando Paul Cornell ha adattato il suo romanzo del Settimo Dottore “Human Nature” per la TV).

L’ipotetica creatura presenta caratteristiche simili ad altri alieni ben noti, ma si differenzia da tutti loro per qualcosa. Il Silenzio (ora noti come i confessori della Chiesa bla bla) mentre sono in vista sono creature come le altre e possono essere battute, semplicemente ci si dimentica di loro quando non si vedono più; Prisoner Zero (e la porta di Amy) cercavano in maniera più blanda di stare “oltre” la coda dell’occhio; in “The Girl in the Fireplace” gli automi erano anche loro “mostri sotto il letto”, ma anche in questo caso in maniera più blanda; i rumori dell’astronave di Orson Pink ricordano quelli di “Midnight”; i Vashta Nerada quasi non si vedono; e i Weeping Angel sono praticamente l’opposto. Interessante che i “Floof” precedano comunque tutte queste creature.

L’appuntamento di Clara con Danny può passare in secondo piano con una storia così, ma non è da sottovalutare. Innanzitutto Moffat torna a scrivere Coupling per pochi minuti (e per chi non avesse mai visto Coupling è tutto così), ma oltre a questo l’appuntamento fa da collante alle fasi della storia senza alcuna soluzione di continuità, avanti e indietro nel tempo. E scopriamo che Danny ha scavato ventitré pozzi! Davvero un ottimo ritratto di un soldato contrario ogni stereotipo.

Con molta leggerezza viene citata per la seconda volta nella stagione (la prima era con Strax in “Deep Breath”) la futura eventuale morte di Clara, di cui lei non vuole sapere nulla, anche in questo caso. Probabilmente è un dettaglio significativo.

Clara dimostra di saperci fare con i bambini, sia il piccolo Danny (Rupert) Pink che con il piccolo Dottore. E non è un caso, in fondo è una maestra e una baby-sitter. Il Dottore invece si dimostra, ancora una volta, il Dottore prima che il Dodicesimo Dottore. Certo, sarà brusco nel dire che non bisognerebbe raccontare bugie rassicurante al piccolo Rupert, ma… cosa cambia rispetto a Eleven che diceva la verità alla piccola Amy (ricordandole che in genere gli adulti mentivano) in “The Eleventh Hour”? Solo i modi più bruschi.

Le stelle fanno capolino più del solito in questo episodio. Negli occhi del piccolo Dottore, sul maglione del Dottore (molto fashion, quasi ogni settimana cambia vestito) e nella bellissima frase del Dottore in “difesa” dell’oscurità, senza la quale non vedremmo, appunto, le stelle.

Fantastico infine che la scena su Gallifrey sia proprio in quel fienile. Non finiscono lì per caso, in quanto Clara viene distratta dal Dottore proprio mentre il TARDIS le sta leggendo la mente (ricordiamoci che è un TARDIS a cui è stata tolta la “sicura”). Il fienile, finora anonimo, assume così un nuovo significato molto più importante per il Dottore. Appropriato il breve flashback con John Hurt, per rinfrescare la memoria agli smemorati.

Potrei non citare Murray Gold? No, non posso. Ennesima partitura fenomenale. La scena finale su Gallifrey è da brividi. E bellissimo l’accompagnamento alla scena al ristorante in cui c’è il tema di Clara finché lei per sbaglio non chiama Danny “Rupert”, ponendo bruscamente fine alla “sua” musica (con un suono di bottiglia rotto).

Varie:

  • Il TARDIS pieno di libri ovunque è davvero figo.
  • A Clara piace vedersi da dietro.
  • La frase sui Sontaran era relativa alla rigenerazione del Terzo Dottore nel Quarto (si è confuso).
  • La frase di Clara “La paura ci rende compagni” il Dottore la ripeterà ai suoi compagni nel primissimo episodio del 1963.
  • E naturalmente anche il riferimento al “mai codardo, mai crudele” di “The Day of the Doctor” viene da qui.
  • La faccia che fa il Dottore quando si rende conto che il caffè che ha fregato al tizio è buono è impagabile.
  • Ormai non si contano più le volte in cui si va alla fine del mondo/universo.
  • Il Dottore vede il soldatino all’orfanotrofio, ma non batte ciglio, pur avendolo Clara lasciato a lui da piccolo. O alla fine lo ha ignorato, o se l’è scordato.
  • Oltre alla paura, con il Dottore, ovviamente c’è sempre qualcun altro… noi, gli spettatori! Questo episodio ha una mezza dozzina di piani di lettura.

Per concludere un episodio fondamentale, che approfondisce un nuovo strato alla personalità del Dottore e che porta avanti la storia nel futuro costruendo sul passato in maniera esemplare.

Ci sarebbero altri milioni di cose di cui parlare, ma spero di aver toccato almeno i temi principali. È l’episodio più bello di tutti i tempi? Magari no (e comunque difficilmente ci si accorge immediatamente quando lo è). Almeno “Blink” e “The Eleventh Hour” (i miei preferiti) gli stanno un gradino sopra come episodi singoli.


Ciononostante… 10 su 10!.

“Listen” è stato scritto da Steven Moffat.

Grazie a Morry per l’aiuto!

Doctor Who – 8×03 – Robot of Sherwood

“I’m FRRRRRRREEEEEEEE!”

Questo commento vi giunge in ritardo, come probabilmente succederà anche a tutti gli altri! Troppe cose da fare e troppo poco tempo, come sempre! Sarò dunque molto breve.

Comunque… Robin Hood! Robot! Sherwood! Mark Gatiss! E per le parole chiave di Google siamo già a posto.

Molto brevemente:
Clara insiste che il Dottore la porti a conoscere Robin Hood, anche se lui sa che non esiste. Vanno quindi a Sherwood e… sorpresa! Esiste. Fanno subito amicizia (anche se Robin e i suoi allegri compagni ridono troppo per i gusti del Dottore) e insieme sgominano il cattivo sceriffo di Notthigham che, con l’aiuto di alcuni robot precipitati dallo spazio, stava tramando per conquistare il mondo. Fine.

Punto principale dell’episodio è che il Dottore non si considera un eroe. O quantomeno finge di non farlo. L’incontro con Robin Hood è una buona scusa per ribadire (più e più volte) che i due sono molto più simili di quanto potrebbe sembrare e forse alla fine il Dottore lo comprende, soprattutto dopo il suggerimento finale di Robin sul fatto che entrambi spingono gli altri a esserlo. Il discorso si fa un po’ meta quando Robin dice al Dottore che in fondo anche lui è una storia… come ovviamente è.

Vediamo se questa settimana ci ho preso a differenza della cantonata della scorsa.

Ancora una volta il Dottore ha torto e Robin è veramente Robin e non un robot, come anche il titolo stesso dell’episodio (al singolare…) poteva far pensare. Questo è il terzo episodio di fila in cui succede e generalmente è Clara ad aver ragione… vi ricorda qualcosa? Esatto, i primi episodi dell’Undicesimo Dottore, in cui tutti odiavano la saputella Amy e si lamentavano del nuovo stupido Dottore. Dopo un po’ più nessuno ci ha pensato… qui già nessuno sembra pensarci.

Mark Gatiss è chiaramente un fan di Robin Hood (pur essendo l’idea dell’episodio del Moff) e include quindi con successo tutti gli elementi classici del personaggio. Oltre alla sua allegra brigata abbiamo il duello sul tronco che si conclude invariabilmente con un tuffo (o due) in acqua, la gara per stabilire qual è l’arciere più bravo che ovviamente è una trappola e ovviamente la presenza, seppur ben nascosta, di (Lady) Marian.

Clara questa settimana è in modalità fangirl, ma si dimostra comunque un’ottima osservatrice e “ascoltatrice”, riuscendo subito a capire cosa c’è che non va in Robin. Ritengo abbastanza assurdo il fatto che lei possa mostrare di sapere tutte quelle cose senza che a Robin venga qualche dubbio su chi diavolo siano lei e il Dottore, ma il fatto che alla fine lui sappia tutto di loro mi porta a pensare che Robin potrebbe anche saltar fuori di nuovo in futuro. Un po’ come i pirati due anni fa.

Per quanto riguarda il Dottore invece ormai credo sia abbastanza chiaro che come incarnazione questa sia particolarmente… uhm… la parola “darker” è ormai abusata, quindi credo che opterò per coglionazzo. Sì, credo che il termine tecnico sia questo. Comincio a capire perché qualcuno l’ha definito un giovane in un corpo più vecchio (contrapposto a Matt, che era vecchio nel corpo giovane). Guardatelo mentre urla dietro a Robin Hood quando sono legati o quando duella con un cucchiaio o quando bara al tiro con l’arco… un bambino dell’asilo! Ammetto che mi piace sempre di più! Also, “I’m FRRRRRRRRRREEEEEEE!!!”

Come previsto questo è stato un episodio leggero che va a inserirsi nella tradizione degli episodi in genere scritti da Gareth Roberts (Agatha Christie, The Lodger) e che invece è scritto da un Mark Gatiss in ottima forma! Ricordiamoci che Mark Gatiss è anche un comico (Mark Gatiss è qualsiasi cosa esista sulla faccia della Terra, credo anche colf e tassista, all’occorrenza), ma è la prima volta che porta questa sua caratteristica in Doctor Who, avendo preferito episodi di altro genere in passato.

Il taglio effettuato all’episodio per non mostare la decapitazione finale dello sceriffo è stato fatto in maniera abbastanza indolore (per chi non lo sapeva… vi eravate accorti? Si può intuire solo da un paio di frasi). Per la cronaca il duello finale ha una fase in cui Robin taglia la testa allo sceriffo e si scopre che i robot, essendo atterrati sopra di lui, l’avevano “aggiustato” e quindi era diventato robotico pure lui. Si riattaccava la testa e si procedeva poi come abbiamo visto tutti. Non entro nel merito della correttezza di questo taglio… capisco le motivazioni di chi l’ha deciso e capisco anche chi s’è un po’ incazzato (volevo linkare Kasterborous che ne parlava, ma han rimosso l’articolo… boh).

Varie:

  • Corrono anche in questo episodio; basta, smetto di notarlo, il Dottore corre, punto.
  • Omaggio al Secondo Dottore! Si vede una foto di Patrick Troughton nella sua interpretazione di Robin Hood!
  • Questa volta niente Missy, ma si parla di “The Promised Land” e il Dottore inizia a subodorare qualcosa…
  • Cosa scrive il Dottore sulla lavagna all’inizio dell’episodio? C’entra qualcosa con il prossimo?
  • Il TARDIS si autoripara;
  • Clara SA URLARE.
  • Solo io ho percepito un’atmosfera da Indiana Jones e il tempio maledetto con i prigionieri?
  • Non cito nemmeno il dettaglio della freccia d’oro che alla fine basta come quantità d’oro aggiuntiva (e così dicendo, l’ho invece fatto :P). Chi dice che l’episodio “fa schifo” per questo dettaglio mi chiedo seriamente cosa guardi Doctor Who a fare.

Settimana prossima… DON’T BLINK. Anzi no… LISTEN!


E a questo diamo un bell’8,5 su 10!

“The Robot of Sherwood” è stato scritto da Mark “fo tutto io” Gatiss.

Grazie a Morry per l’aiuto!