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“The Time of the Doctor”

time-of-the-doctor-subsE siamo così giunti anche all’ultimo commento su Serialmente dell’anno. Anzi, non solo l’ultimo dell’anno, ma l’ultimo per altri otto/nove mesi e soprattutto l’ultimo con Matt Smith!

Come sempre lo trovate (ovviamente) su Serialmente: “The Time of the Doctor”. EDIT: Serialmente non esiste più, quindi abbiamo copiato il post qui.

“I will not forget one line of this. Not one day. I swear. I will always remember when the Doctor was me.”

Okay. Mal di testa. Forse potrei evitare di scrivere ora, o forse è proprio un segno che dovrei farlo. Per i maligni: no, il mal di testa non mi è stato causato dalla visione dell’episodio, anzi, l’ho appena rivisto e il mal di testa è diminuito. Dopotutto questo episodio spicca abbastanza per linearità rispetto alla media e non la considero una qualità intrinsecamente positiva. Ma sarà abbastanza negativa da rovinare il canto del cigno di Matt?

In brevissimo:

Il Dottore e Clara finiscono a Trenzalore, dove nessuno può mentire; qui la Domanda viene posta dai Time Lord attraverso la crepa per sapere se questo è l’universo giusto e se possono tornare… i Dalek chiaramente non vogliono che lui risponda. Rimane quindi tutto in stallo per centinaia di anni con la Chiesa del Mainframe Papale dalla parte del Dottore (ci sarà una scissione, con il ramo Kovarian che causerà quello che sappiamo) e tutti gli altri dall’altra. Quando ormai il Dottore sta per morire di vecchiaia (ha finito le rigenerazioni, come ormai sanno anche i muri) Clara risponde alla Domanda dicendo che il suo nome è “Il Dottore” e fa capire ai Time Lord che devono aiutarlo; la richiesta non cade inascoltata e così gli inviano un nuovo set di rigenerazioni. Il Dottore usa l’energia di questo nuovo set per spazzar via i Dalek e può andarsene perché ormai non c’è più nessuno stallo. Ovviamente però prima rigenera in Peter Capaldi.

Matt Smith… oh, Matt Smith. Il primo giorno che ti abbiamo visto in quello speciale Confidential del 3 gennaio 2009 (5 anni!) ci sei subito piaciuto. Anche perché pochi minuti prima avevo temuto per pochi secondi che l’Undicesimo Dottore fosse Piers Wenger (che invece era un nuovo produttore) e, con tutto l’amore, Piers… no. Ed ecco invece questo sconosciuto giovanotto saltar fuori dal nulla, con questa strana faccia di gomma che ispirava fiducia a prima vista. Non soffro dell’odio naturale per le nuove facce che sembra misteriosamente colpire molte persone, David mi era subito piaciuto quando era andato via Chris e così è stato con Matt (e ovviamente ora con Peter). Ma mai e poi mai avrei immaginato che avrebbe potuto superare nelle mie preferenze David.

Abbiamo sempre detto tutti che, pur essendo giovane, Matt era abilissimo nel mostrare il lato anziano del Dottore e finalmente in questo episodio abbiamo avuto l’occasione di vederlo interpretare un Dottore fisicamente anziano regalandoci quella che, secondo Moffat, è la sua più grande interpretazione. Ma questa interpretazione non si limita a essere grande sotto il trucco da vecchietto, è anche e soprattutto il discorso finale sul TARDIS che ci fa alzare in piedi per applaudire. Da lacrime, certo, ma una volta cancellate quelle rimangono gli applausi.

E parlando di lacrime… io sono arido, non sono uno che piange guardando Doctor Who. No, non ho pianto in “Doomsday”, non ho pianto all’addio di David e non ho pianto nemmeno alla fine di “The Angels Take Manhattan”. Ma volendo essere del tutto onesti io non sono uno che piange alla prima visione, mentre alle visioni successive, quando ormai ho interiorizzato quanto basta quello che accade… Forse dovrei farmi vedere da uno bravo. Comunque, anche qui non ho pianto alla prima visione… ma l’ho fatto già dalla seconda. Prendete questo dato e fatene ciò che volete. Amy, oh, Amy, che bello rivederti anche se solo come visione allucinogena e anche se è stato un incontro tra parrucche. Il tuo è stato il primo volto che questa faccia aveva visto, era giusto rivederti un’ultima volta.

Ma leviamoci il dente e parliamo subito di quello che secondo me è il problema dell’episodio. L’unico vero problema dell’episodio. Ed è lo stesso che avevo notato in “The Name of the Doctor” relativamente alla seconda parte della settima stagione: tutto avviene troppo velocemente. Se con Clara mezza stagione per sviluppare il suo mistero era stata troppo breve, qui un solo episodio per chiudere tutto quanto e far vivere centinaia di anni al Dottore è troppo poco! Secondo me in questo caso sarebbe stato auspicabile un episodio doppio Natale/Capodanno, come per David. Le “narrazioni” di Tasha Lem già come sono ora rispecchiano quelle dello sputazzante 007 in “The End of Time”, utilizzate come chiusura prima parte e apertura seconda sarebbero state perfette. E avremmo avuto anche una settimana per interiorizzare il concetto che per il Dottore erano passati 300 (e più) anni. È vero che era già accaduto all’inizio (o alla fine) della sesta stagione, ma allora se n’era andato a zonzo per l’universo come sempre, non era rimasto bloccato in un paesino di Natale ad aggiustare giocattoli… è una vita nuova completamente diversa. Ai meno giovani tra di noi questo ricorderà quello che molti considerano l’episodio migliore di TNG: “The Inner Light”; nell’episodio, dopo essere stato colpito dal raggio di una sonda, Picard vive una vita intera immaginaria su un tranquillo pianeta come suonatore di flauto mentre nella realtà trascorrono solo 25 minuti. Per lui però, alla fine, quella vita sarà come se l’avesse vissuta realmente. La differenza è che qui il Dottore questa vita la vive realmente e alla fine non si torna al punto di partenza.

Ho trovato molto soddisfacente la spiegazione del comportamento della Chiesa che in passato ci aveva lasciato perplessi avendola vista sia alleata sia nemica del Dottore; molto semplicemente era entrambe le cose, con i “protestanti” della Kovarian che avevano voltato le spalle al Dottore per evitare di farlo arrivare a Trenzalore. E i Silenti erano dei semplici confessori! Però… però… e Omega? Vogliamo credere che fosse un semplice caso o forse questa Chiesa ricomparirà? D’altra parte i Time Lord ora sono di nuovo disponibili.

Interessante a questo proposito il fatto che il Dottore non sembri ricordare il suo incontro con il Curatore (altrimenti non dovrebbe avere grossi dubbi sull’esistenza di Gallifrey); la cosa avrebbe senso essendo stato lui in questo caso il Dottore “più giovane” nell’incontro tra Dottori. Il tutto però è stato lasciato abbastanza vago in modo che non si possa esser certi di niente. Quella “regola”, per esempio, potrebbe non avere più valore con una rigenerazione così avanzata.

Clara! La amo sempre di più, ancora una volta è lei a salvare il Dottore, come in “The Day of the Doctor”, la ragazza impossibile non sfugge al suo destino. E non è un caso che risponda alla Domanda in quel modo. Come già stabilito, il vero nome del Dottore non ha importanza, quello che importa è il nome che si è scelto. Ai Time Lord questo non interessa, naturalmente, ma la risposta di Clara alla domanda è corretta, perché come viene subito mostrato appena giungono a Christmas, la domanda “What did you say your name was?” non ha come risposta “Clara”, ma “Bubbly personality masking bossy control freak”. Cioè la verità. Sembra – ed è – una battuta divertente, ma racchiude già in sé la Risposta corretta alla Domanda.
Curioso poi che il pranzo di Natale dai parenti fosse nello stesso edificio in cui viveva Rose. “Coincidenza? Io non credo…” In realtà sì, credo sia solo una coincidenza e un riciclo di location, come la Bad Wolf Bay che abbiamo visto in tutte le salse. E quindi per ora non sto nemmeno a pensare al fatto che l’anello della simpatica nonnina di Clara somigli – ma nemmeno troppo – a quello di Amy e nemmeno al fatto che Tasha Lem abbia dei comportamenti molto “riversongosi”. Se son Rose rose fioriranno, ma abbiamo già abbastanza enigmi senza andarcene a cercare altri!

Che altre risposte abbiamo avuto? Sappiamo ora con certezza che era stato il Silenzio a far esplodere il TARDIS (era l’unica spiegazione possibile, ma non era mai stato detto esplicitamente. D’altra parte, la Chiesa… ha una chiave!) e sappiamo che nella stanza di “The God Complex” il Dottore aveva visto la crepa.

La faccenda delle rigenerazioni è stata gestita in maniera soddisfacente e in linea con la tradizione. Già sapevamo che i Time Lord potevano fornire rigenerazioni aggiuntive perché l’avevano fatto con il Master durante la Time War, per cui perché non utilizzare ancora l’unico metodo conosciuto? E perché non un intero nuovo set di rigenerazioni? Anche al Master non si erano limitati a darne solo una, si può presupporre che sia questa la norma dell’eccezione.

Sicuramente viene da domandarsi come mai il Dottore non abbia mai usato tutta quell’energia per distruggere flotte Dalek in passato, ma in realtà, volendo essere pignoli, di Dalek abbiamo visto esplodere solo una nave (di certo non hanno lasciato lì intere flotte per centinaia di anni) ed evidentemente l’energia scatenata da una rigenerazione è abbastanza imprevedibile, anche se in questo caso il Dottore dice chiaramente che la procedura è diversa dal solito perché è un nuovo set. Per questo ho trovato anche fantastico quello “starnuto”, l’attimo finale in cui diventa Peter Capaldi… mi ha ricordato un po’ la rigenerazione di Mels in River Song.

E Capaldi? Questa volta Moffat non si è lasciato qualche minuto di chiacchiere a ruota libera, per ora sembra solo normale sclero post-rigenerazione. Oh, e amnesia, giustamente, pochi secondi dopo aver detto che non si sarebbe dimenticato di niente. Due o tre frasi che servono solo a rimandarci a settembre (!). E forse quello che sentiamo in quel momento potrebbe essere il nuovo tema del Dottore di Murray Gold! O magari semplicemente un nuovo tema generico e non necessariamente il suo, Murray Gold è stato particolarmente ispirato in questo episodio (molto di più che nello Speciale del cinquantesimo, a orecchio – attendiamo i CD) in più punti si sono sentiti temi nuovi e bellissimi.

Per completezza infine ricordiamo la profezia riportata in traduzione da Dorium: “On the fields of Trenzalore, at the fall of the Eleventh, when no living creature can speak falsely or fail to answer, a Question will be asked, a question that must never, ever be answered.” L’unico punto un po’ ambiguo, alla luce di quanto abbiamo appena visto, è quel “fail to answer”, perché sostanzialmente sembra essere esattamente quello che il Dottore fa. Oppure sta… semplicemente prendendo tempo? Brutta bestia le profezie, vogliono sempre dire tutto e il contrario di tutto (ma forse ho letto troppi romanzi di Richard & Kahlan e Percy Jackson per fidarmi troppo delle profezie).

Rimangono comunque un certo numero di domande, vecchie e nuove:

  • Perché il Dottore ha la faccia di Caecilius? La domanda avrà risposta (non si può spiegare con “parentela” come con Gwen e Martha – esplicita – o Frobisher e Amy – implicita. Ignoriamo Romana per semplicità). Sarà interessante vedere se si scoprirà nella 8×01 o più avanti.
  • Chi accidenti ha dato il numero di telefono del Dottore a Clara? (No, non Kate, non si conoscevano prima di “The Day of the Doctor”).
  • Il futuro visto in “The Name of the Doctor” è stato cancellato. La battaglia di Trenzalore si è conclusa, la profezia si è sostanzialmente compiuta, ci sono state tantissime perdite (non tanto tra gli abitanti del villaggio, quanto tra i soldati della Chiesa), ma il Dottore non è morto e il TARDIS nemmeno. Non era mai stato detto che quello fosse un punto fisso (sbaglio?), per cui effettivamente l’universo non deve finire solo perché il futuro è stato cambiato (frase ripetuta più volte nell’episodio). Ma chiaramente le conseguenze di quanto accaduto in quella linea temporale rimangono, sia nei ricordi di chi l’ha vissuta, sia nel fatto che Clara è la “ragazza impossibile” e lo rimane. Torneranno su questo argomento o basterà quanto detto fin qui? La G.I. quindi potrebbe e dovrebbe ancora essere in giro… Questo punto, in ogni caso, è l’unico su cui mi resta realmente qualche riserva. Non ai livelli di “Amy e Rory a New York”, ma qualche riserva.
  • Perché, se Eleven non ha mai avuto ulteriori rigenerazioni a disposizione, in passato abbiamo sentito parlare della sua rigenerazione? Andando a guardare in dettaglio se ne parla due volte: una volta non era lui ma era il Teselecta che simulava una finta rigenerazione, e l’altra volta, dopo essere stato avvelenato da River, l’interfaccia gli dice che la rigenerazione non è disponibile, dopo che lui chiede se “sarebbe meglio rigenerare”. Questa cosa si inquadra così incredibilmente bene con quanto succede in questo episodio che sorge il dubbio sia stata fatta apposta e che Moffat volesse già da allora tenersi la possibilità di essere all’ultima rigenerazione.
  • Sappiamo che River si è sempre comportata come se conoscesse altre incarnazioni future del Dottore (e quindi è quasi scontato che tornerà), ma questa non sarebbe stata da prendere come prova, da parte del Dottore, che sarebbe sopravvissuto a Trenzalore? In realtà no, perché sappiamo che River mente per cui sarebbe potuta essere una bugia per coprire tutto.
  • Se non si può mentire… perché il Dottore può dire al non-Barnable che ha un piano, pur non avendolo? Okay, credo che questo possa effettivamente essere un buco di sceneggiatura.

Lo so, ad alcune di queste domande ho già risposto io, era un metodo veloce per levare qualche questione di torno. 😛

La conclusione qual è? Che secondo me l’episodio sarebbe stato migliore se fosse stato in due parti, ma nonostante questo la linearità della trama per un episodio del genere non ha causato problemi e questo è il quarto grandissimo episodio di fila: “The Name of the Doctor”, “The Night of the Doctor”, “The Day of the Doctor” e “The Time of the Doctor”. Se il buongiorno si vede dal titolo comincio a sperare che il prossimo sia intitolato “The Twelve of the Doctor”… settembre non arriverà mai abbastanza presto. Per cui… Fuck Yeah, come deciso un mese fa.

Giunti a questo punto sarebbe anche possibile tirare una conclusione generale sull’era dell’Undicesimo Dottore e sulla prima parte della gestione Moffat. Ma non è già ovvio? Questi due hanno preso quello che già era stato reso da RTD il telefilm migliore in circolazione e l’hanno elevato ulteriormente. Con l’aiuto degli altri autori e di Karen, Arthur, Alex e Jenna, naturalmente (un plauso al direttore del casting Andy Pryor, uno dei pochi a esserci fin dall’inizio, come Murray Gold e Moffat). Non è cosa da tutti i giorni e difficilmente si ripeterà. Rallegriamoci, perché viviamo in tempi interessanti! Chissà cosa ci riserverà il futuro… il futuro post-Moffat, naturalmente, il futuro attuale è roseo! Capaldi!

Grazie di tutto Matt, sei stato e sei il mio Dottore.

“The Time of the Doctor” è stato scritto da Steven Moffat.

(Grazie a Morry, che con me cura Doctor-Who.it, per l’aiuto!)

7×13 – The Name of the Doctor

The Name of the DoctorE così giunge anche l’ultimo commento su Serialmente. Tutti lo attendevate con estrema ansia, lo so… qualcuno non dormirà da sabato, ne sono certo.

E ci siamo, andate a leggere le mie folli teorie e idee su uno dei migliori episodi di Doctor Who di sempre! “The Name of the Doctor” su Serialmente. EDIT: Serialmente non esiste più, quindi abbiamo copiato qui il post!

“…on the Fields of Trenzalore, at the fall of the Eleventh, when no creature can speak falsely or fail to answer, a question will be asked — a question that must never ever be answered: ‘Doctor who?’”

E così è finalmente venuto il giorno in cui questa domanda, sui campi di Trenzalore, alla caduta dell’Undicesimo, è stata posta. E ha avuto anche risposta.

N.B. Questo commento vi arriverà come un flusso continuo di idee e considerazioni… pensavo che un paio di giorni potesse aiutare a rendere il tutto più lineare, ma comincio a pensare che non basterebbe un paio d’anni!

Riassuntone: Clara ha in qualche modo conosciuto o quantomeno visto molti Dottori, in molti luoghi ed epoche diverse. È nata per salvare il Dottore. Ma perché?
Londra, un condannato a morte cita a Vastra Trenzalore e questa fa una conference call telepatica con Jenny, Strax, Clara e… River, una River post-Library. Mentre sono in riunione, Jenny, Vastra e Strax vengono attaccati dai Whisper Men (sgherri della Great Intelligence) e Jenny viene uccisa. Clara , tornata nella “realtà”, racconta tutto a uno sconvolto Dottore che decide di andare a Trenzalore per salvare i suoi amici. Nonostante il parere contrario del TARDIS ci arrivano e scoprono un enorme camposanto… con la tomba più grande di tutte che è lo stesso TARDIS in rovina che diventa grande perché il “più grande dentro” sta uscendo. River è con loro perché è rimasta telepaticamente connessa a Clara che però sembra essere l’unica a vederla. Dentro all’enorme TARDIS-tomba la GI pretende che il Dottore riveli il suo nome per poter aprire una porta ed entrare nella tomba vera e propria… il Dottore non lo fa perché River – che conosce il suo nome – lo batte sul tempo… senza che nessuno senta nulla, ovviamente. Dentro alla tomba c’è il flusso temporale del Dottore, il piano della GI è quello di entrarci per poter far fallire ogni piano passato del Dottore… e lo fa! Ovviamente le stelle cominciano a spegnersi e accade tutto il genere di cose abbinato alla sparizione dalla storia del Dottore. E per salvare lui e l’universo… Clara si butta anche lei nel flusso. E funziona. Il Dottore rivela a River di averla sempre vista e le dice addio come non aveva fatto nella Biblioteca… ma il fatto che River fosse ancora lì significa che Clara è ancora viva! Il Dottore entra nel suo stesso flusso per salvarla. E lo fa, ma non prima di aver incontrato una misteriosa sua versione che non corrisponde a nessuna delle sue rigenerazioni precedenti. Una versione di lui, ma non del “Dottore”, perché quello che importa del nome del Dottore è quello che lui si è scelto, la promessa che ha fatto scegliendo un nome così. E quella versione la promessa l’ha rotta. Quella versione è… John Hurt.

Scusate il lungo riassunto, ma cosa si può tagliare in un episodio così?? Moffat aveva promesso di rivelare cose in questo episodio, e… mantiene la promessa! Naturalmente ci presenta subito altre domande su cui arrovellarci nei prossimi mesi, ma dove starebbe il gusto altrimenti?

L’episodio, uno dei migliori mai visti, è praticamente perfetto dall’inizio alla fine. Non c’è un punto morto, non c’è una frase fuori posto, non c’è una cosa in più e non c’è una cosa in meno. Il genere di episodio che se fossero così tutti quanti, gli altri telefilm dovrebbero chiudere per manifesta inferiorità.

Ma partiamo dall’inizio… io stavo portando una bottiglia di birra alla bocca mentre guardavo i due tizi che si lamentavano, ma non appena è apparso il Primo Dottore sono rimasto lì immobile come un baccalà fino alla sigla… ho i testimoni! Insomma, se è subito capito che questo episodio oltre ad essere il finale di questa stagione sarebbe stato un transito verso lo Speciale dei 50 anni.

Visto che le cose da dire sono tante e lo spazio è poco, non perdiamone lodando per l’ennesima volta tutti gli attori, tutti bravissimi. E Matt divino… sia quando crolla sul divano, sia quando dà il suo addio a River dicendole che lui la vede sempre. Lacrime e lacrime sono scese ovunque qui… alla faccia di chi dice che RTD era il cuore e Moffat il cervello.

Ma partiamo da River. Per la prima volta la vediamo dopo la sua morte, dopo il suo incontro con il Decimo Dottore. Questa non sembrerebbe essere la sua prima conference call con Vastra, Jenny e Strax, ma dovrebbe essere la prima volta che vede Clara. O meglio, fa sembrare che sia la prima volta, non si sa mai con lei, ha mentito così sia per Amy che per Rory che erano pure i suoi genitori. Mi immagino le riunioni precedenti nel periodo in cui il Dottore si era “ritirato” per aver dovuto abbandonare i Pond. Ma il punto principale dell’episodio, per River, sta nel suo saluto finale con il Dottore. Effettivamente Ten non l’aveva nemmeno salutata dopo averla salvata in “Forest of the Dead“. Ma è anche vero che Ten l’aveva appena conosciuta. Scopriamo quindi che Eleven non l’aveva mai fatto perché avrebbe sofferto troppo a farlo, a rivederla così, un’eco della River viva a vegeta che era stata sua moglie. E qui si apre una domanda… questo significa forse che il Dottore non sta vedendo più River in assoluto? Qualcuno la interpreta così, ma io no. Secondo me il suo dolore sta solo nel vedere la River post-Library, non la River viva e vegeta che come sempre può saltar fuori quando le pare e che potrà ancora farlo. Ricordiamo che River deve aver conosciuto anche Dottori successivi a questo, si capisce chiaramente fin da “Silence in the Library“, quando improvvisamente capisce che quella era l’incarnazione più giovane che vedeva (e che lui non la conosceva). Che senso avrebbe avuto quel momento se l’unica faccia che conosceva fosse stata quella di Matt? E il concetto viene comunque ribadito anche in seguito. Ma non viene più ribadito recentemente, se vogliamo fare i pignoli, il che mi fa pensare che Moffat abbia pensato a certi possibili sviluppi solo di recente (vedi più avanti)…
Altro dubbio che sorge… River si lascerà “morire” dopo questo saluto? La mia opinione è… no, perché dovrebbe? Sarà anche solo un’eco, ma non lo siamo forse tutti, come dice subito dopo il Dottore? Quindi, riassumendo le mie opinioni: la River morta ha finalmente salutato il Dottore e continua a “vivere” nella Biblioteca, la River viva continua a incontrare il Dottore quando capita. (Anche se alle Torri Cantanti di Darillium l’ha già portata Eleven, naturalmente.)

Poi… Clara! Clara Oswald, la ragazza impossibile, ha ora un senso e ha perfettamente senso senza essere la figlia, la nipote o la prozia di nessuno, fortunatamente. Non che ci sia qualcosa di sbagliato nell’essere parenti, ma era appena successo, sarebbe stata un po’ una ripetizione. Prevedibile, per fortuna, che la Clara attuale fosse l’originale. E contentissimo di vedere che settimana scorsa avevo sbagliato a interpretare il prequel: Clara non ha motivi particolari per essere perfetta.
Con questo sviluppo vengono spiegate perfettamente le due Clare viste in precedenza. E scopriamo anche che nel caso degli altri Dottori ha sempre agito nell’ombra, perché non la notavano (il che spiega perché il Dottore non l’abbia riconosciuta in “The Snowmen“). Tranne un caso, ovviamente, per un attimo il Primo Dottore l’ha vista e lei è riuscita a cambiargli completamente la vita in quell’attimo, facendogli prendere il TARDIS giusto. Come mai non se la ricorda? Be’, non viene detto, ma credo sia passato tanto di quel tempo che possa essere ammissibile che anche il Dottore si scordi una persona vista per pochi secondi su Gallifrey.

Ho un solo rimpianto su Clara… che non abbia fatto la companion “normale” del Dottore più a lungo. Almeno una stagione intera, o una stagione e mezza, prima di arrivare qui. In modo che avremmo potuto cominciare a conoscerla di più e in modo che il suo sacrificio per il Dottore sarebbe stato più carico emotivamente. Certo, “off-screen” possono aver vissuto altre 200 avventure (anche se forse limitate dal numero di mercoledì), ma a noi telespettatori frega poco. Peccato, ma poco male… ci rifaremo perché fortunatamente chi la schioda ora questa? Fra l’altro ho letto teorie secondo le quali ora che il Dottore ha detto addio a River per l’ultima volta (cosa che, come dicevo, io non credo) ha via libera per procedere con Clara. Ma io non credo nemmeno questo. Quante cose che non credo. 😛

E ora parliamo un po’ del giovane John Hurt. WTF? Okay, il 99% delle persone pensa che sia l’incarnazione successiva all’Ottava e precedente alla Nona, per il semplice fatto che a) è l’unica rigenerazione che non abbiamo mai visto e b) dai discorsi che fa con il Dottore si capisce che viene dal suo passato. Con il giochetto semantico del “ho detto che sono io, ma non ho detto che è il Dottore” si mantiene la numerazione canonica, la cui possibile modifica (suggerita da foto di scena di John Hurt viste tempo fa) aveva già fatto venire qualche attacco di cuore a qualche fan apparentemente affezionato più ai numeri che alle storie e alle persone… Ma a parte questo, che non avrebbe alcuna importanza, Eleven aveva già fatto più di un riferimento al suo numero, da “Closing Time” in poi… riferimento ribadito anche in questo episodio, probabilmente appositamente.
Quindi, la mia teoria è che… sì, John Hurt sarebbe stato Nine se non fosse stato rinnegato come Dottore. E che la rigenerazione di Ten alla fine di “The Stolen Earthconti. Questo ci porta a 12 rigenerazioni fatte e finite e quindi Matt è l’ultimo Dottore. Sì, un paio di volte ha parlato di sua possibile ulteriore rigenerazione, e una finta stava pure iniziando in “The Impossible Astronaut” (ma conta poco, per ovvi motivi). Quindi quello che il malefico Moff potrebbe avere in mente per l’ottava stagione potrebbe essere Trenzalore, la battaglia di cui abbiamo visto il risultato, e la morte del Dottore, definitiva. Il che spiegherebbe anche perché il TARDIS-tomba avesse il wallpaper attuale.

Naturalmente con morte “definitiva” non intendo nemmeno per un secondo che poi chiuderebbe la serie. Piuttosto qualcosa di diverso dalla solita rigenerazione per passare al prossimo. Che potrebbe anche ricominciare il conteggio, perché no! Non parlo di reboot, sia ben chiaro. Aborro il concetto di reboot e così Moffat, per fortuna.

E questo ci porta… a Trenzalore. Abbiamo visto compiersi (?) la profezia di Dorium oppure in realtà è semplicemente un’anteprima, un’anticipazione di quello che verrà? Perché nessun Silenzio è caduto. Anzi, non s’è proprio visto (sempre che non l’abbiamo scordato). E nessuno era costretto a dire la verità. L’unico fatto è che erano a Trenzalore. Okay, in realtà ci sarebbe un’altra cosa della profezia che si è avverata. La caduta dell’Undicesimo. Come dite? Non è caduto? Be’, quando il TARDIS non voleva atterrare lui ha esplicitamente detto che sarebbero caduti… ehm, come dite, di nuovo? È un’interpretazione leggermente troppo letterale? Ve lo concedo e in realtà lo penso anch’io. Moffat però è un pazzo furioso, per cui vallo a sapere!
Quindi secondo me il vero Trenzalore dove l’Undicesimo Dottore morirà sarà più avanti, quando Matt finirà di fare il Dottore. A metà dell’ottava stagione? Alla fine? Chi lo sa.
Si potrebbe comunque obiettare che il Silenzio non è caduto, ma il silenzio (minuscola) stava cadendo, con le stelle che si spegnevano (genericamente o proprio da “Journey’s End“) per colpa della Great Intelligence… e che quindi anche qui volevano far fuori il Dottore per fare in modo che non finisse l’universo (come in “The Pandorica Opens“). Però, boh, mah, chissà, in questo caso mi sa di incompiuto… e preferisco pensare che la lunga trama orizzontale partita con “The Eleventh Hour” arrivi fino alla fine del run Moffat/Matt. Anche se ammetto che non mi dispiacerebbe che il prossimo Dottore (Dottoressa? Ehm!) lo iniziasse almeno Moffat. Ma divago, divago, non c’è tempo per divagare!

Varie ed eventuali che non sono riuscito ad aggiungere nelle farneticazioni di qui sopra:
– Il Valeyard? La GI lo cita come nome alternativo del Dottore e c’è chi pensa possa essere John Hurt. In questo caso non conterebbe la doppia rigenerazione di Ten e la prossima sarebbe il Valeyard/John Hurt, però… bah, mi convince poco. (Il Valeyard, per chi non lo sa, dovrebbe essere “un amalgama del lato oscuro del Dottore, la sua ultima incarnazione, tra la dodicesima e la tredicesima rigenerazione”. Cosa questo significhi, non lo sa nessuno. Era apparso come avversario del Sesto Dottore.)
– Vedere Gallyfrey e sentire la variazione sul suo tema di Murray Gold in sottofondo apre il cuore… quando accidenti annunciano la colonna sonora?
– “I don’t know where I am!” Clara ha una frase fissa anche lei, ormai.
– C’è anche Ten nel flusso visitato da Clara e che vediamo… si intravede per un istante sul pianeta Biblioteca (con quella che sembrerebbe essere la Clara da “Asylum of the Daleks“, fra l’altro)
– I Whisper Men sono ben inquietanti… una via di mezzo tra i Gentlemen di Buffy e il Trickster di Sarah Jane. E strappano i cuori come fossero in Once Upon a Time
– Quando è morta Jenny m’è venuto un colpo, per fortuna è risorta. Questi tre hanno bisogno almeno di una web-series ben fatta!
– Il motivo a cui accennavo sopra per cui Moffat ha smesso di sottolineare che River conoscerà altri Dottori futuri potrebbe essere che a un certo punto ha deciso di far sembrare la morte di Eleven definitiva e quindi continuare a ribadire Dottori futuri avrebbe potuto portare confusione. Ehm, ulteriore confusione.
– Ammetto che comunque tra tutte le mie teorie quella della profezia non ancora avverata è la più debole… in realtà potrebbe benissimo essere a posto con quanto successo. Ma questo non cambia molto, in qualche modo il Dottore ci dovrà pur morire in quel posto prima o poi.
– Ma se Moffat scrivesse tutti gli episodi, almeno per la sua ultima stagione? Accetterei molto volentieri una stagione più corta, in caso. E sappiamo che potrebbe, l’ha sempre fatto in tutte le sue serie prima di Doctor Who! Erano episodi da 20 minuti, ma suvvia, suvvia, dettagli!

Chiudo con una citazione, che mi pare adeguata:

Il punto è, Amy, i ricordi di tutti quanti sono incasinati, la vita è incasinata! Tutti hanno dei ricordi di una vacanza che non possono aver fatto o di una festa a cui non sono mai andati. O incontrano qualcuno per la prima volta sentendo di conoscersi da tutta la vita. Il tempo viene riscritto attorno a noi, tutti i giorni. La gente pensa che i loro ricordi siano sbagliati, ma i loro ricordi vanno benissimo. Il passato è veramente così.

Questa bellissima frase inserita in un mini-episodio che nemmeno è mai andato in TV (“Good Night”) è forse la più importante per capire a fondo il Dottore di Steven Moffat.

E ora… 23 novembre!

“The Name of the Doctor” è stato scritto da Steven Moffat.

(Grazie a Morry, che con me cura Doctor-Who.it, per l’aiuto!)

Voto: 5 su 4+

7×12 – Nightmare in Silver

Nightmare in SilverSiamo agli sgoccioli! E quindi torno io a occuparmi dei commenti su Serialmente, con vostro estremo dispiacere.

Come sarà andata all’episodio di Neil Gaiman, “Nightmare in Silver”? Avrà delivered? Scopritelo su Serialmente! EDIT: Serialmente non esiste più, copiamo quindi qui il post.

“How did you know that was him?”
“‘Cause even if that was true, which it is obviously not, I know you well enough to know that you would rather die than say it!”

Disclaimer! Io amo Neil Gaiman. È il mio scrittore vivente preferito. E anche come persona è probabilmente una delle persone che preferisco al mondo. Amo anche sua moglie Amanda e insieme sono indubbiamente la coppia più bella del mondo (Celentano suca, mi spiace).

Detto questo… non amo alla follia ogni singola cosa che scrive. Anzi, se devo essere sincero buona parte dei suoi racconti mi lascia abbastanza indifferente, non fanno per me. I romanzi, d’altro canto, li amo tutti alla follia. E non fatemi nemmeno iniziare su Sandman… una dei punti più alti mai raggiunti dalla razza umana. Però… Mirrormask? L’ho visto due volte… e mi sono addormentato entrambe (sorry, Neil!) La mini di Neverwhere? Quella molto buona, ma i problemi tecnici del tempo si fanno notare. “The Doctor’s Wife“? L’ho amato e considerato sicuramente il miglior non-Moffat della sesta. Ma, appunto, il miglior non-Moffat, quindi non condivido l’adorazione totale nei confronti dell’episodio che vedo in giro.
Lo vorrei come show-runner? Non ne vedo motivo, perché non ho idea di quali possano essere le sue capacità da show-runner e perché è una cosa così impossibile da essere totalmente inutile perdere tempo a pensarci (non aveva tempo nemmeno per scrivere questo episodio, in teoria).

Ma la domanda che vi state facendo tutti è: l’episodio è un Fuck Yeah o no?

Ebbene sì, signore e signore, lo è. Risicato, ma lo è.

Breve riassuntino. Il Dottore e Clara portano i bambini su un pianeta parco giochi che però risulta abbandonato. Trovano un Cyberman, il nano di Willow/Guerre Stellari/Harry Potter/tutti-i-posti-dove-serviva-un-nano-tranne-GoT, il Cyberman si aggiorna in maniera più figa, ne appaiono altri, uno possiede parzialmente il Dottore in modo da dare a Matt l’occasione per un’interpretazione duale da Oscar, Clara comanda come sempre e alla fine il Dottore frega il Cyberman e poi il nano in due secondi salva tutti e si torna a casa.

Partiamo dall’inizio. Questo episodio è nato dall’idea di Moffat passata a Neil “Riusciresti a rendere i Cybermen di nuovo spaventosi?”. Perché effettivamente i Cybermen non erano mai stati molto spaventosi dal 2006 a questa parte. Mentre posso assicurare che lo erano eccome una volta. O per lo meno, quando da piccolo vidi “Revenge of the Cybermen” su Raiuno rimasi traumatizzato e terrorizzato per anni. Non volli vedere Guerre Stellari per anni, credendo che gli Stormtrooper fossero come i Cybermen, per capirci. Okay, okay, forse ero io idiota, non i Cybermen… però dubito che i Cybermen moderni mi avrebbero fatto lo stesso effetto. E questi nuovi Cybermen? Effettivamente hanno un aspetto più minaccioso, non chiedetemi perché. Forse la forma diversa della testa, con quei… manubri/orecchi più snelli. Sicuramente quando si vede il primo Cyberman che corre come Flash la mascella al suolo è caduta. Niente più Cybermen con andatura da zombi? Questi sì che sarebbero pericolosi! Poi però… non succede più. Perché?? A parte il fatto che i Cybermen avrebbero sterminato tutti in 5 minuti, intendo… è un peccato!
E poi c’è il Cyber-Dottore. Molto più chiacchierone dei Cybermen normali (d’altra parte è il Dottore) e molto Sette-di-Nove come aspetto (l’impianto facciale, cosa pensavate, depravati/e!), nonostante Neil non abbia mai visto episodi di Star Trek con i Borg. Questo sviluppo dà comunque a Matt la possibilità di brillare ancora più del solito, recitando contro se stesso.

Ma passiamo a Clara. Che prende tranquillamente il comando della situazione e riesce anche a mantenerlo, mentre il Dottore gioca con se stesso (sì, suona male).
Ora, non avessi visto il prequel del prossimo episodio, continuerei forse a pensare che è solo perché “le companion nei loro primi episodi si mettono in mostra, come Amy bla bla bla”, pur iniziando forse a tirarla un po’ lunga. Ma avendo visto il prequel comincio a pensare che invece sia voluto in maniera esplicita e che andrebbe avanti indefinitamente, non ci fosse subito il finale. E se così fosse… non posso fare a meno di pensare che il mistero di Clara sia stato troppo breve. Io sono uno che apprezza il fatto che ancora oggi ci sono cose di “The Eleventh Hour” non del tutto chiare, una trama intera “sprecata” nel corso di mezza stagione mi urta! Ma questo lo scopriremo la settimana prossima, restiamo su Neil.

L’episodio, esattamente come “The Doctor’s Wife”, ha diversi problemi dovuti al fatto che un sacco di scene sono state tagliate. Neil dovrebbe davvero imparare a scrivere per la tv… 😉 Se vi fate un giro sul suo Tumblr scoprirete qualcosa in più su certi passaggi logici che rimangono affrettati o completamente senza spiegazione nell’episodio.

Anche la partenza “in fieri” con i bambini già a bordo del TARDIS in realtà avrebbe dovuto avere un’intro… anche se non sono sicuro che sarebbe stata del tutto una buona idea, una partenza come quella che si è avuta potrebbe effettivamente essere migliore. Pare comunque che leggeremo questa intro in futuro, per cui vedremo.

A proposito dei bambini… settimana scorsa molti si sono stracciati le vesti perché “OMG dei bambini sul TARDIS, diventerà come le SJA!”.
In realtà non è successo niente del genere, soprattutto perché i bambini delle SJA erano simpatici, mentre per questi due viene la tendenza a sopprimerli (soprattutto lei… ma anche lui, fai parte del club di scacchi e perdi nel modo più stupido e veloce che esista?). Ma a parte questo i bambini non sono particolarmente centrali, servono come scusa per finire nei guai visto che il Dottore era impegnato con se stesso e Clara era impegnata a comandare… quindi hanno servito al loro scopo e finita lì.

Ottimo invece a sorpresa Warwick Davis! Il nostro buon nano, che tutti odiamo soprattutto in quanto Ewok che dice “ciuccia” a Leia, ha creato un buon personaggio, credibile nella sua doppia vita da Porridge/Imperatore.

Parlerò poi di una cosa di cui non parlo mai, perché ho visto un paio di commenti allucinati in giro: Gli effetti speciali, davvero ottimi in questo episodio. E così le scenografie, la tipica ambientazione da Gaiman (ogni volta si becca un pianeta un po’ strano) viene realizzata benissimo. Per non parlare dei già citati Cybermen. Come ribadisco spesso, la qualità degli effetti speciali non ha nessun effetto sul mio giudizio (potrebbero essere anche di cartone), ma ho voluto specificarlo in questo caso visto che c’era gente che si lamentava (di cosa poi, non si sa… temo seriamente siano i danni dello streaming, tutto in pixelloni).

Ma perché pur con salti logici e tagli l’episodio risulta comunque molto bello? Perché Neil riesce a imprimergli una sua identità e una sua personalità. Si vede subito che è un episodio di Neil Gaiman (e questo potrebbe anche essere considerato un male da qualcuno); i posti, le ambientazioni, le atmosfere, i personaggi, tutto quanto è chiaramente accomunabile a “The Doctor’s Wife”. Tranne naturalmente l’impatto emotivo di avere il TARDIS sotto forma di donna… e grazie tante, quello era scontato. Abbiamo un Dottore sotto forma di Cyberman, non proprio paragonabile, ma comunque molto, molto, molto interessante. Il “risicato” del voto è dovuto sostanzialmente a questo, una cosa che intrinseca nella storia.

Si sprecano le citazioni al passato (dai faccioni di tutti i Dottori, alla base lunare, i Fantastic e Allons-y, i cowboys, la tomba dei Cybermen e chissà quante altre cose non ho notato), ma per quanto mi facciano piacere perché inserite in maniera perfettamente sensata, non mi fanno la differenza né in positivo, né in negativo. Sono belle cose che fanno sogghignare chi le capisce e non danneggiano chi non le capisce.

Scrivendo tutta questa pappardella però mi sono reso conto di cosa trovo di strano in questa mezza stagione, permettetemi un breve inciso. Più brutta delle altre? Sicuramente no, tutti gli episodi tra “The Bells of Saint John” e questo sono stati okay, ai livelli dei solito episodi okay della serie… di un “The God Complex” o di un “Night Terrors” per restare nel recente… o di un “Unquiet Dead” o di un “Boom Town” per coprire gli estremi. E quindi cosa c’è di strano? Forse che… ce ne sono stati cinque di fila. Non succedeva dalla prima metà della terza stagione (dove si toccavano le punte più basse)… In genere gli episodi normali vengono spezzati da episodi molto belli o magnifici, mentre in questo caso non è successo. E probabilmente è colpa di “Journey to the Centre of the TARDIS” che prometteva di essere il “The Girl Who Waited” di quest’anno (storia con titolo molto intrigante e scritta da un autore che fino a quel momento non si era fatto valere particolarmente) e ha fallito risultando l’ennesimo (be’, il quarto) episodio normale di fila. Non è quindi una questione di qualità, è una questione di ritmo. Cosa ben difficile da prevedere prima, ahinoi! Sarebbe forse bastato mettere questo un paio di settimane prima, tanto non c’era un particolare ordine da seguire… ci sono i bambini, è vero, ma il loro inserimento alla fine dell’episodio precedente è posticcio, per cui…

Basta inciso, Cybermen! Notiamo infine quindi come Murray Gold faccia tornare prepotentemente il loro tema direttamente dalla seconda stagione… credo che questo episodio sia quello dell’Undicesimo Dottore che ha utilizzato di più, quantitativamente, un tema relativo al Decimo. A un certo momento mi sembrava quasi di essere in “Doomsday”!

Per concludere, Neil promosso anche questa volta.

E ora ci attendono Moffat, Moffat e Moffat.

“Nightmare in Silver” è stato scritto da Neil Gaiman.

(Grazie a Morry, che con me cura Doctor-Who.it, per l’aiuto!)

Voto: 5 su 4−−