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“Gli Angeli prendono Manhattan” e “I pupazzi di neve” alle 21:10 su Rai4!

rai4-angeli-manhattanQuesta sera finisce la prima parte della settima stagione… e visto che ci stava un altro episodio, ci becchiamo anche lo Speciale di Natale! “Gli Angeli prendono Manhattan” (“The Angels Take Manhattan”) di Steven Moffat e “I pupazzi di neve” (“The Snowmen”) di… Steven Moffat.

Preparate i fazzoletti, perché è un Moffat all’ennesima potenza quello di questa sera!

Una volta visti gli episodi non dimenticate di andare a leggere i commenti su Serialmente! “The Angels Take Manhattan” e “The Snowmen“.

Questa sera, Rai 4, 21:10. Hashtag Twitter suggerito: #DoctorWho

Nomination Hugo 2013

Steven Moffat e il premio Hugo vinto per "The Girl in the Fireplace"
Steven Moffat e il premio Hugo vinto per “The Girl in the Fireplace”
E continuiamo con la serie di notizie odierne… come se non bastasse il grande ritorno di Doctor Who ieri sera, sono anche uscite le nomination ai premi Hugo 2013 (il maggior riconoscimento mondiale nell’ambito della fantascienza)… e tutti gli episodi di Steven Moffat sono stati nominati!

La categoria, è la solita, Best Dramatic Presentation, Short Form. Ecco le nomination:

Doctor Who, “The Angels Take Manhattan”, scritto da Steven Moffat, diretto da Nick Hurran (BBC Wales)
Doctor Who, “Asylum of the Daleks”, scritto da Steven Moffat; diretto da Nick Hurran (BBC Wales)
Doctor Who, “The Snowmen”, scritto da Steven Moffat; diretto da Saul Metzstein (BBC Wales)
Fringe, “Letters of Transit”, scritto da Akiva Goldsman, J.H.Wyman, Jeff Pinkner. diretto da by Joe Chappelle (Fox)
Game of Thrones, “Blackwater”, scritto da George R. R. Martin, diretto da Neil Marshall. (HBO)

La concorrenza è agguerrita, uno dei migliori episodi di Fringe (quello che pone le basi per l’ultima stagione) e forse il più bello di Game of Thrones, scritto da Babbo Natale George R. R. Martin stesso!

Ricordiamo le vittorie degli scorsi anni:
– 2006: “The Empty Child”/”The Doctor Dances”
– 2007: “The Girl in the Fireplace”
– 2008: “Blink”
– 2010: “The Waters of Mars”
– 2011: “The Pandorica Opens”/”The Big Bang”
– 2012: “The Doctor’s Wife”

Aggiungiamo in fine che candidato nella categoria “Best Related Work” c’è un saggio su Doctor Who: Chicks Unravel Time: Women Journey Through Every Season of Doctor Who (della stessa serie del vincitore di qualche anno fa Chicks Dig Time Lords: A Celebration of Doctor Who by the Women Who Love It)

Moffat spiega perché “The Angels Take Manhattan” è definitivo

The Angels Take Manhattan(Questo post è ovviamente spoiler se non avete visto “The Angels Take Manhattan”)

Il Moff si è pronunciato sui dubbi sorti dopo il finale di “The Angels Take Manhattan”. Blogtor Who riporta un’intervista di Dan Martin in cui gli viene esplicitamente chiesto perché Amy e Rory non se ne vanno da New York per farsi recuperare altrove, nel passato.

La risposta di Steven Moffat:

New York brucerebbe comunque. Il punto è che non può intervenire. Ecco la “risposta per i fan”… non è una cosa che si possa dire sulla BBC perché la maggior parte della gente guarda lo show e pensa “Be’, c’è una tomba, quindi è chiaro che non potrà più visitarli”. Ma la “risposta per i fan” è che in circostanze normali sarebbe potuto tornare e dire “Be’, tiriam su una lapide e scriveremo il libro”. Ma c’è troppo tessuto cicatrizzato e un numero troppo alto di paradossi già inflitti in quel nesso di linee temporali… si spezzerebbe se si cercasse di fare ancora qualcosa. Il Dottore deve lasciarlo stare. Normalmente applicherebbe un po’ di chirurgia, ma questa volta ce n’è stata già troppa. Ora immaginatevi di dover raccontare queste cose su BBC One.

Il Moff aveva scritto diversi finali…

Per essere sincero erano tutti abbastanza simili. C’era una versione un po’ più involuta in cui River aveva un ruolo leggermente più centrale. Ma poi mi sono accorto che stavo cercando di raccontare quattro storie quando ne sarebbero bastate due. E quindi ho tagliato. E quindi è saltato fuori che il punto centrale della storia è che il Dottore non fa nulla nella seconda parte dell’episodio, tranne lamentarsi e cercare di non far funzionare le cose. Ovviamente c’è stato un momento in cui non era così, ma poi mi sono accorto che la vera storia era quella. Quando si accorge che non può sfuggire al fatto che Amy lo lascerà, diventa inutile ed è quello il dramma. E il cuore drammatico di Doctor Who è raramente il Dottore stesso, perché lui è l’uomo che sistema tutto. Questa volta lui è l’uomo a cui accadono le cose e questo lo rende interessante in modo diverso… questo e una fantastica interpretazione di Matt Smith.

I Pond torneranno?

Non si può mai eliminare la possibilità di sequenze oniriche o di flashback, ma il Dottore li rivedrà mai? No. Quando ho iniziato a parlarne con Karen e Arthur ci siamo detti ‘rendiamolo un vero finale’. Riportare sempre le stesse cose fa venire la sequelite. Finisci quello che devi fare e via. Solo il cielo sa se appariranno in qualche specie di flashback – non ho piani per farlo al momento – ma la storia di Amy e il Dottore è decisamente finita.

Doctor Who: P.S.

La BBC ha appena diffuso “Doctor Who: P.S.”, un filmato che fa da appendice a “The Angels Take Manhattan” in cui scopriamo il modo in cui Brian viene a sapere di Amy e Rory.

Scritta da Chris Chibnall la scena non è girata, ma si possono vedere gli storyboard e a un certo punto arriva la voce di Arthur Darvill…

Ecco il bellissimo filmato!

Traduzione:

P.S.
di Chris Chibnall

(La scena che non è mai stata girata)

INTERNO: CASA DI AMY E RORY/CORRIDOIO – TRAMONTO

Brian innaffia le piante.

Si ferma, si guarda in giro… il vuoto della casa.

L’assenza di AMY e RORY.

Suona il campanello.

Su BRIAN – strano.

Apre la porta e trova…

Un uomo – ANTHONY, tra i sessanta e i settant’anni.

Un vestito antiquato. Un accento di New York.

ANTHONY: “Mr. Brian Williams?”

BRIAN: “Sì. Come sapeva che ero qui?”

BRIAN: “Io non vivo qui.”

ANTHONY: “Questa è per lei.”

BRIAN: “Non capisco.”

[Papà]

ANTHONY: “Dovrebbe leggerla. Aspetterò.”

Entra, passando oltre lo stupefatto BRIAN.

INTERNO: CASA DI AMY E RORY/SALOTTO – TRAMONTO

BRIAN sul divano apre la lettera.

RORY:
Caro papà,
Questa è la parte difficile. Se ci ho azzeccato, leggerai questa lettera una settimana dopo la nostra partenza nel TARDIS. Il punto è che non torneremo. Siamo vivi e stiamo bene. Siamo bloccati a New York, 50 anni prima che io nascessi. Non posso tornare a casa, non ti vedrò mai più e questo mi spezza il cuore. Mi dispiace tanto, papà. Ci ho pensato per anni e mi sono reso conto che questo era quello che avrei potuto fare, avrei potuto scriverti una lettera per raccontarti come abbiamo vissuto e come, nonostante tutto, siamo stati felici. Ma prima di farlo voglio che tu sappia che sei il miglior padre che qualsiasi figlio potrebbe mai avere. E per tutte le volte che ti ho fatto arrabbiare e che tu mi hai fatto arrabbiare, tutte le volte che ti ho risposto male… mi dispiace. Mi manca tutto di te, specialmente i tuoi strani abbracci. Ho comprato una cazzuola, abbiamo un piccolo cortile e faccio giardinaggio. Un’ultima cosa importante, l’uomo che ti ha consegnato la lettera, Anthony… sii gentile con lui, perché è tuo nipote.

INTERNO: CASA DI AMY E RORY/CORRIDOIO – TRAMONTO

BRIAN esce, nel corridoio, avvicinandosi lentamente a ANTHONY.

RORY:
Alla fine abbiamo adottato, nel 1946: Anthony Brian Williams. Ti potrà raccontare tutto, avrà gli album della famiglia e mi rendo conto che avere un nipote più vecchio di te è ben più che strano, mi dispiace. Ti voglio bene, papà. Mi manchi.

BRIAN è in piedi di fronte ad ANTHONY.

ANTHONY allunga la sua mano.

ANTHONY: “Molto piacere, signore.”

BRIAN commosso, ammutolito.

7×05 – The Angels Take Manhattan

Amy e RoryL’avete chiesto a gran voe e con estremo ritardo (ma tanto non è che ci sia stato un nuovo episodio ieri sera, sigh) ecco il commento all’incredibile finale di mezza stagione, “The Angels Take Manhattan”. Capite ora perché abbiamo lasciato un po’ di commenti anche agli altri? Perché sono più veloci (tra le altre cose).

Ma non potevamo non tornare per i Pond. Trovate il commento ovviamente su Serialmente! EDIT: Serialmente non esiste più. Per cui abbiamo copiato il post direttamente qui.

I always rip out the last page of a book. Then it doesn’t have to end. I hate endings!

And so it came to pass… ah no, quello era un altro addio, scusate. Ma in ogni caso ci siamo, l’episodio che tutti attendevamo e che tutti temevamo è arrivato e se n’è andato. E non se n’è andato da solo, si è portato via anche un quantitativo imprecisato (ma misurabile in diversi ettolitri di litri) di lacrime.

Ma andiamo a cominciare. Signore e signori che a gran voce avete chiesto il mio ritorno in questo spazio (i parenti… forse) e soprattutto tutti voi che speravate di esservi liberati di me, chiedo venia, ma questo sarà lungo.

New York, 1938. Un gangster ingaggia un investigatore privato per indagare sui Weeping Angels. Questo finisce in un edificio chiamato Winter Quay dove trova sé stesso da vecchio e dove numerosi Weeping Angels (tra cui la Statua della libertà) che presumibilmente lo rimanderanno indietro nel tempo, come generalmente tendono a fare i Weeping Angels.

Sigla.

New York, Central Park, oggi. Mentre il Dottore legge un libro ed Amy cazzeggia, Rory va a prendere il caffè. Ma improvvisamente il libro sta raccontando la storia di Rory che dal caffè si ritrova nel 1938 e incontra River (qui nota come Melody Malone, autrice del libro). Spedito indietro da un (baby) Weeping Angel. I due vengono fatti prigionieri dal gangster di cui sopra che vuole estorcere a River informazioni sugli Angeli. Amy e il Dottore riescono (con difficoltà) a raggiungere River leggendo solo quanto basta dal libro (di più sarebbe spoiler) e a liberarla, ma Rory è stato mandato da altri baby Angel a Winter Quay. Lo raggiungono, ma ormai anche lui ha trovato la sua “copia” da vecchio che muore subito dopo aver rivisto Amy. Winter Quay è una specie di fattoria degli Angeli e ormai Rory sembra condannato visto che l’hanno visto morire. Amy e Rory riescono però a creare un paradosso e a spezzare il ciclo suicidandosi. Si ritrovano così tutti in un cimitero (il punto di partenza) nel presente e sembrerebbe tutto a posto non fosse che Rory vede la sua tomba e… viene sparato indietro nuovamente da un ultimo Weeping Angel. A quel punto Amy, per restare con Rory, dice addio al Dottore (che non potrà mai più rivedere Moffat solo sa perché) e si lascia toccare dall’Angelo.

Nella postfazione del libro Amy fa sapere al Dottore che lei e Rory hanno vissuto una vita felice. E gli raccomanda di non viaggiare solo.

Wow. Just wow.

Prima di tutto l’elefante in the room: perché mai il Dottore non potrà rivederli? Cita un certo “fixed time” che non si capisce se sia un’abbreviazione del classico “fixed point in time” (anche fosse? Sarebbe il problema di “The Waters of Mars“?) o un nuovo concetto (e lì tutto può essere), ma in ogni caso perché? Solo perché li ci sono le tombe? Allora non sarebbe cambiato niente anche se Amy non avesse raggiunto Rory. E poi quelle tombe possono essere finte, anche se loro fossero morti altrove, qualcuno potrebbe averle messe comunque lì. Cavolo, potrebbero metterle lì preventivamente nel 2011 a prescindere e buonanotte. Quindi… boh? Anche perché è una cosa legata esclusivamente al Dottore… è detto chiaramente che River interagirà ancora con Amy (sarà – stata – l’editrice del suo libro!).
Ah, naturalmente la New York del 1938 aveva problemi a essere raggiunta con il TARDIS, ma anche ammettendo che ora sia totalmente off-limits… perché mai Amy e Rory non dovrebbero potersi spostare altrove? O perché mai non potrebbe recuperarli anche 5 anni (per esempio) più tardi? Mah! Boh! Il problema sicuramente non è quello. Che la cosa sia stata lasciata volutamente vaga per poter permettere ripescaggi una tantum come con Rose? In realtà io penso che ricompariranno in casi eccezionali, ma a questo punto non sono certo che interagiranno con il Dottore… lui potrebbe vedere loro da lontano o viceversa. Vedremo. L’anno prossimo?

In generale quello che succede è sostanzialmente quello che tutti ci eravamo aspettati, ma come per l’identità di River Song, questo non rende la storia prevedibile, la rende giusta. Certe cose devono succedere in un certo modo o non avrebbero senso. E questo ha senso. Io avevo pensato che gli Angeli avrebbero mandato indietro Amy o Rory (diciamo Rory) e gli altri due l’avrebbero poi trovato ormai vecchio, ma a differenza di “The Girl Who Waited” Rory avrebbe detto loro che aveva vissuto una vita felice con Amy… e a quel punto sarebbe rimasta poca scelta. Alla fine quello che è successo è molto simile, ma con il valore aggiunto che quella di Amy è una scelta. E questo rende questa versione migliore della mia, anche se forse meno logica (e dimostra che per fortuna è Moffat a scrivere la serie e non io). Amy sceglie di suicidarsi con Rory (un’altra volta, dopo “Amy’s Choice“) e sceglie di passare la vita con lui nel passato, dimostrando per l’ennesima e ultima volta (ma era già chiaro a lei e al mondo da, appunto, “Amy’s Choice”) che anche lei ama Rory alla follia. Come è giusto che sia.

Ci sono altre mille cose di cui parlare dell’episodio e me ne dimenticherò metà. I Baby Angels per esempio sono geniali! Non chiediamoci da dove saltino fuori e come si riproducono gli Angeli, sarebbe eccessivo. Viene comunque anche detto che gli Angeli stanno taking over tutte le statue di New York, il che vuol dire che quelle che erano statue vere prima ora sono potenzialmente Weeping Angels. Come il puttino nella fontana di Bethesda o come – naturalmente – la Statua della libertà. Da molto tempo si scherzava sul fatto che la Statua della Libertà potesse essere un Weeping Angel che non poteva mai muoversi perché c’era sempre qualcuno che la guardava. A quanto pare invece può muoversi eccome, invece! E Winter Quay è (fittiziamente) situato a Battery Park, la zona di Manhattan più vicina a Liberty Island. Insomma, non è fatto a caso. Inverosimile? Sicuro! Ma ne è valsa sicuramente la pena per l’immagine iconica.

Gli Angeli sono tornati e essere usati nel loro modo classico (“Blink”) dopo la variante assassina di “The Time of Angels” e la scena del Rory morente ricorda molto quella di Billy Shipton con Sally Sparrow. Personalmente preferisco questo genere di comportamento standard degli Angeli rispetto alla variante assassina. Il risultato per loro è lo stesso, ma le implicazioni sono molto più interessanti. Ah, ovviamente volendo guardare il capello, esattamente come negli altri episodi con gli Angeli (incluso il celebrato “Blink”, con la sua assurda soluzione finale – che amiamo) c’è sempre qualche scena in cui o non si guardano e non si muovono, o si guardano e si muovono, o qualsiasi altra imprecisione simile, visto che il concetto stesso di un Weeping Angel è chiaramente assurdo e impossibile da portare realmente sullo schermo.

Ma parliamo degli attori… Karen e Arthur ci mancheranno sicuramente tantissimo. Come sempre (e più di sempre) le loro interpretazioni sono state perfette, soprattutto Rory sul tetto (la scena in cui si china un secondo disperato quando Amy decide di buttarsi anche lei!). E naturalmente Karen nel suo addio al Dottore. Anche Matt davvero grandissimo (soprattutto in quella scena, dopo che Amy scompare. O quando corre alla fine a Central Park e legge la lettera), ma questo era l’episodio dei Pond. Fra l’altro quello che fa il Dottore, soprattutto da metà episodio in poi, è sostanzialmente inutile e persino dannoso. Ma ho apprezzato immensamente, subito dopo la sparizione finale di Amy, il modo in cui il Dottore si lascia andare alla disperazione, ma in qualche modo riesce a trattenere parte del dolore e non urla tanto quanto si vede benissimo vorrebbe fare. Wow. Just… wow.

Come “Blink” questo è uno di quegli episodi “scritti”. Letteralmente. “Blink” era scritto negli appunti di Sally Sparrow e questo è scritto nel libro di Melody Malone. Come è giunto nelle tasche del Dottore? Non importa, naturalmente (non deve importare, l’avrà messo River, magari, non importa), quello che importa è che c’è e che – ovviamente – venga letto al momento giusto.

E parlando di River… l’episodio vede finalmente il suo ritorno nella serie e nel suo ruolo di guest star (dopo essere stata sostanzialmente protagonista della scorsa stagione). Cosa ci faceva nel 1938? Be’, indagava sui Weeping Angels, perché no? Ormai è stata perdonata per aver ucciso il Dottore, visto che la conoscenza dell’esistenza del Dottore è stata cancellata (prosegue sottilmente la trama orizzontale iniziata nel finale dello scorso anno). (Qualcuno avrà fatto appello chiedendo di ricontrollare i documenti relativi al Dottore?). E oltre a essere libera ora è “professore”… questo significa che è sempre più vicina alla Library. Alla fine dell’episodio ribadisce al Dottore che non viaggerà stabilmente con lui, ma solo saltuariamente… strano rapporto di coppia, ma forse è così che ci si riesce a sopportare per secoli… 😉
Ed è bellissimo il momento di addio tra Amy e la figlia (che poi addio non è, ma Amy, in fondo, che ne sa? Non lo capiamo noi, figuriamoci lei). La chiama Melody, finalmente, e la tratta da figlia.

E a proposito di tutto questo c’è sempre, in fondo alla nostra mente, quella cosetta legata al fatto che Melody rigenera per la prima volta nella New York del 1970… e poi si ritroverà (sempre bimba) nella Leadworth del 2000 o giù di lì. Sarà così casuale che la rigenerazione era a New York? Lo scopriremo mai?

Una volta ogni tanto voglio anche ricordare la spettacolare regia dell’episodio a cura dell’ottimo Nick Hurran (“The Girl Who Waited”, “The God Complex”, “Asylum of the Daleks”). L’ambientazione è stata perfetta, sia a Central Park che a Winter Quay, che nel cimitero gallese con lo sfondo di New York appiccicato dietro. L’afmosfera hard-boiled è stata resa con assoluto successo e nessuno si accorgerebbe che spesso metà di una scena è stata girata a New York e l’altra metà a Cardiff.

Sulla musica dirò solo una cosa: Murray Gold = Dio.

E la scena finale. L’assurda, meravigliosa scena finale. Il Dottore che legge la postfazione e Amy che gli scrive di andare dalla piccola Amelia e dirle di tutte le avventure che vivrà. NON HA ASSOLUTAMENTE NESSUN SENSO WHATSOEVER! Eppure è una delle scene più belle di sempre. Ci andrà davvero? Glielo dirà e poi glielo farà dimenticare? Glielo dirà nel sonno come in “The Big Bang“? (Questa è la mente razionale che entra in funzione. Spegniti, non servi e non devi servire.) Fatto sta che quella piccola Amelia che
all’alba sente il suono del TARDIS arrivare in “The Eleventh Hour” che era sempre stata ambigua assume così un nuovo bellissimo significato definitivo.

Note sparse e riassuntive:
Al Dottore non piacciono i finali. E non gli piace vedere la gente invecchiare.
– Cos’è questo “fixed time” che fa molto soluzione che salta fuori dal nulla di RTD che comunque – sorry haters – amavamo (paradox machine, anyone??)?
– In che modo le statue vere sono diventate Angeli?
– Ma se la foto di un Angelo è un Angelo, la Statua della libertà… no, okay, probabilmente non vale per le ex statue vere. Che presumibilmente sono tornate a essere statue dopo il paradosso di Rory.
– Perché New York nel 1938? (In realtà… be’, perché no?)
– Perché Rory a Central Park per prendere un caffè partendo da “The Pond” (sì, quel pezzo si chiama così!) va a Columbus Circle (e fin qui) e per tornare passa dal Bethesda Terrace?? Servirebbe un disclaimer alla Stephen King qua: “Scusate, ma se controllate la geografia di New York in questo libro non avrà alcun senso!” 🙂
– Se Rory non si fosse fermato a guardare la tomba, non sarebbe successo niente?
– Se Rory non fosse andato a prendere il caffè, il libro sarebbe stato diverso?
– La postfazione è sempre stata tale fin dall’inizio?
– E soprattutto, la domanda che riassume sostanzialmente tutto l’episodio ma anche tutto Doctor Who: è nato prima l’uovo o la gallina?

Considerazioni finali su questa prima parte di stagione? Molto buona, con due episodi fenomenali, uno molto bello, uno bello e uno okay. Il che in realtà la fa somigliare abbastanza alle scorse due stagioni. La differenza è stata, soprattutto rispetto allo scorso anno, un puntare meno alla continuity stretta anche se in realtà è presto per dirlo. I riferimento orizzontali ci sono sempre e comunque (la cancellazione del ricordo del Dottore, il rapporto tra i Pond) e pure negli scorsi anni non succedeva molto di continuity-related nei primi cinque episodi (première a parte)! La scelta di fare episodi doppi solo se necessario e non perché “vanno fatti” può essere vincente (questo episodio sarebbe stato più bello lungo il doppio? O si sarebbe annacquato?). Sperando che prima o poi si riveli necessario, comunque perché ho sempre amato gli episodi doppi (belli).

E ora possiamo solo attendere con ansia il ritorno di Jenna! A Natale!

“The Angels Take Manhattan” è stato scritto da Steven Moffat.

(Grazie a Morry, che con me cura Doctor-Who.it, per l’aiuto!)

Voto: 4 su 4