Steven Moffat.

Intervista a Steven Moffat dal Daily Beast

Steven Moffat.Qualche giorno fa Steven Moffat ha rilasciato un’interessantissima intervista al Daily Beast. Ve la proponiamo qui di seguito!

Domanda: È stato rivelato che River Song è la figlia di Amy e Rory. Era questa la soluzione che avevi in mente quando l’hai introdotta per la prima volta?

Steven Moffat: Non proprio… è saltata fuori per il motivo più pratico: dovevo avere il Dottore in una biblioteca… e un gruppo di archeologi doveva trovarlo e non arrestarlo subito per il suo crimine. La carta psichica non sarebbe bastata e quindi ho pensato, “E se uno degli archeologi lo conoscesse?”… Ma poi ho pensato, “E se uno degli archeologi lo conoscesse, ma lui non conoscesse l’archeologo?” Improvvisamente è diventata una figata. “E se fosse una donna? E se fosse una donna che flirta con lui in maniera abbastanza possessiva?” Al che ti esplode in testa un’intera storia… potrebbe essere sua moglie o una sua ragazza, o comunque qualcuno con un qualche interesse romantico.

Quando ho introdotto Amy Pond l’ho fatto tenendo presente la possibilità che potesse essere la madre di River, per questo ci ho messo il “Pond”. Non era garantito che Karen restasse o che Alex tornasse, era solo una possibilità che ho mantenuto viva.

D: Cosa ci puoi anticipare sul resto della stagione, partendo da “Let’s Kill Hitler”?

SM: È assolutamente fantastica. Non posso anticipare niente, ma posso promettervi una cosa. Verranno date delle risposte. Non stiamo davvero giocando a fare Lost. Scoprirete cosa succede realmente su quella spiaggia, scoprirete la verità su River Song – cosa che non sapete ancora… principalmente sono risposte, risposte e risposte, in un certo senso… ma alla fine dell’episodio 13 saranno iniziate altre cose. La cosa più bella del mistero di River Song è che ogni volta che ti dà una risposta, ti fa sorgere un’altra domanda.

D: Ci sono state voci su dei tagli al budget dietro la decisione della BBC di non mandare in onda una stagione intera di Doctor Who nel 2012…

SM: Sono tutte sciocchezze. Prima di tutto, andremo in onda nel 2012. L’unica cosa che succede è che ci spostiamo un po’ più avanti… ci sono molte ragioni per questo e saranno chiare presto… Di certo non ci saranno meno episodi. Credi che la BBC lo permetterebbe? Con un’audience media di 10 milioni? Il profilo internazionale di Doctor Who è enorme. Non ha mai avuto così tanto successo prima. Non si riduce uno show così. Succederà l’opposto, in effetti.

D: Prima o poi, tu, Matt Smith e Karen Gillan…

SM: Moriremo?

D: …passerete a fare altro. Hai già pronta una strategia d’uscita per Matt?

SM: Nei termini più vaghi, ho già pensato, “Quale sarà la battaglia finale? Quale sarebbe il modo più eroico per andarsene?” Lo potrei usare quando arriverà quel terribile giorno. Ma non è una strategia d’uscita. Non voglio pensare che le storie finiscano, voglio sentire dentro di me che possono continuare per sempre.

D: Dividi il tuo tempo tra Doctor Who e Sherlock. Quanto prevedi che durerà la tua gestione?

SM: Quello che è assolutamente vero è che finirò le forze prima di finire le idee, perché la mia vita non ha giorni di ferie… quindi, a un certo punto, potrebbe rivelarsi essere troppo. Non è qualcosa che sento ora. Amo farlo. Temo lievemente l’idea di andarmene, a essere onesto. Sarebbe molto difficile sentire che il Dottore non è più mio… Quel giorno arrivò per Russell e lui mi disse, perché gli avevo chiesto come stesse, “Lo amo come sempre, è solo che non voglio più farlo”.

Non ci riconosceremmo più se non amassimo Doctor Who. Sarebbe una cosa terribile da perdere… E lo stesso valeva per David. Ho avuto a che fare con lui in quel periodo, è un amico.

D: Con quanto anticipo progetti le tue storie per Doctor Who?

SM: Quattro pagine. [Ride.]

D: Chiaramente hai uno story-arc lungo una stagione in mente. Lo consideri di stagione in stagione?

SM: Sì, perché non si sa mai cosa succederà e vuoi che ti siano concesse nuove possibilità. Tendo sempre a favorire le idee nuove… dicevo ai miei scrittori “Non pensate al vostro prossimo episodio perché quando ci arriverete ormai vi avrà annoiato…” Ovviamente quest’anno ho dovuto pensarci con un po’ più di attenzione, perché sapevo cosa avremmo fatto con River, ne avete già visto la metà, ormai. Non abbiamo mai avuto una storia così tanto basata sullo story-arc e l’anno prossimo spingerò la leva dalla parte opposta.

D: Come piazzeresti Amy Pond rispetto a chi l’ha preceduta di recente, cioè Rose, Martha e Donna? L’hai creata come reazione a qualcuna delle recenti companion del Dottore?

SM: Non credo sia possibile, perché è una persona completamente differente. Con il Dottore si può fare un po’, ma Amy Pond non ha mai nemmeno incontrato le altre ragazze, perché dovrebbe essere una risposta a loro? Ci saranno sempre alcuni punti in comune tra le persone che scelgono di varcare quelle porte blu, ma credo che Amy sia… sotto alcuni punti di vista, una delle più complicate. A causa del modo molto strano con cui ha conosciuto il Dottore, ci ha messo molto tempo a fidarsi di lui. Le piace divertirsi… continuo a ripetere “ragazza cattiva nel TARDIS”. E ora sapete chi è sua figlia e sono entrambe ragazze cattive.

D: Qualcuno è arrivato a dire che Amy è un espediente narrativo più che un personaggio.

SM: Non l’ho mai sentita questa, quindi non saprei come rispondere… ma non lo è. Anzi, a volte si mette in mezzo alla narrazione e la ostacola. Amy è complicata, non fa sempre come le si dice, non adora il Dottore quanto dovrebbe, è una ragazzaccia.

D: Parte delle critiche provengono dal fatto che Amy viene definita esclusivamente in base alle sue relazioni con gli uomini della sua vita, il Dottore e Rory, mentre per chi l’ha preceduta vedevamo delle vite domestiche attive e intense, a prescindere dai loro rapporti romantici.

SM: La vediamo una vita domestica attiva per Amy. Il suo ragazzo e la sua… non vedo differenze.

D: Be’, una vita in famiglia, per cominciare. O una vita al di fuori di Rory.

SM: Non vediamo molto mamma e papà… ma non riesco a pensare a qualcuno che non sia definito dalle sue relazioni… Credo che a volte Amy sia definita dalle sue relazioni problematiche con quelle persone, dalla sua lieve indecisione su chi ami davvero, il suo egoismo intenzionale, a volte, e la sua cattiveria, che mi piace. Come dicevo “ragazza cattiva nel TARDIS”.

D: Com’è cambiata la dinamica nel TARDIS ora che c’è una coppia sposata a viaggiare?

SM: In modi molto divertenti e interessanti… la cosa grossa per il Dottore è che lui crede di… aver fatto l’intruso per troppo tempo. Ogni volta che cerca di uscirne salta fuori un nuovo problema che non gli permette di farlo. All’improvviso, Amy è sposata. Il suo futuro marito è morto e poi di colpo è tornato e così lui va con loro in luna di miele ed esce con la loro figlia. È complesso ed è quello a cui lui pensa sempre: Quando riuscirà ad andarsene? Ha sempre avuto una strategia d’uscita da tutte queste relazioni, inclusa quella con Rose che amava tanto, perché sa che non può restare, provocherebbe troppi danni. In uno dei prossimi episodi siede in una stanza e dice “Non posso continuare a far loro questo”. È troppo, è troppo pericoloso.

D: Dovremmo trovare strano che il Dottore esce con la loro figlia?

SM: Sempre che esca davvero con la loro figlia. Sembrerebbe avere, quantomeno, una donna che flirta con lui con la sicurezza di una moglie. Come funzionerà? Credo che Rory probabilmente lo prenderà a pugni due volte al giorno. “Giù le mani da tutte e due!” Non credo che darà fastidio a Amy nemmeno per un secondo, perché lei ha fatto la sua scelta. Non vuole il Dottore. O meglio, ha già il Dottore in quel modo e penserebbe “Vai così, ragazza! Vai a prendertelo!”

D: Abbiamo avuto l’episodio di Neil Gaiman questa stagione. Ci sono altri autori ospiti nella tua lista dei sogni ?

SM: La verità è che meno esperienza hanno in televisione, più devi riscrivere la loro sceneggiatura, per cui può essere dura… Tutte le persone che vengono citate più spesso come “dovresti far scrivere un episodio a tal-dei-tali” non hanno mai scritto per la televisione. Per quanto magnifica possa essere una loro sceneggiatura, finirei con il riscriverne il 90% e non ho tempo… Doctor Who batte alcuni dei più induriti professionisti televisivi. Lavoro in televisione da un quarto di secolo ed è la cosa più difficile che io abbia mai fatto.

D: Qual è la chiave, allora, per un episodio di Doctor Who perfetto?

SM: Devi saperti giostrare tra commedia e avventura, devi essere bravo con il ritmo: far muovere le cose molto velocemente e capire che il punto non è lavorare con 50 righe di dialogo, ma riuscire ad andarci avanti. Devi sapere come scrivere per attaccare le limitazioni, ma farlo sembrare come un film essendo molto furbo e giudizioso con i set e le location e la CGI… credo che Doctor Who sia uno show dannatamente lussuoso, ma in realtà non lo è. È un esercizio… di furbo sfruttamento delle limitazioni.

D: Hai visto la sequenza d’apertura che mettono in America, con Amy Pond? Che ne pensi?

SM: Penso che sia una dannata buona idea. Credo che lo renda accessibile… so che ai fan più accaniti non piace. È come riaffermare l’ovvio per loro, ma serve per i nuovi spettatori, per farli entrare. “Oh, capisco, è umana, entriamo nel TARDIS, capiamo”. È rigorosamente per il mercato estero, non per la Gran Bretagna. Ci hanno chiesto di farla e io l’ho scritta. A dir la verità quello che ha detto “Scommetto che la odiano tutti, ma io la amo” è stato Russell… Se non vi piace, ignoratela e andate a farvi un tè. È la decisione giusta e so che è la decisione giusta perché gli ascolti sono saliti del 20 percento. È un incremento enorme.

D: A cosa lo attribuisci?

SM: Se ti capita di beccarlo, è uno show davvero buono. Anche se non lo capisci, è uno show davvero buono. Quelli che abbiamo fatto… con David e Chris… li guardi e pensi che è dannatamente buono, “lo guarderò ancora”. C’è stato un accumulo di queste situazioni fino a raggiungere un punto incendiario. La promozione è stata molto, molto utile. E siccome Doctor Who ogni tanto si rinnova puoi dire “Comincerò con lui, allora. Sembra carino. Inizierò a guardare da qui”. Altrimenti dovresti cominciare nel 1963 con William Hartnell e quello potrebbe essere un trauma.

11 commenti su “Intervista a Steven Moffat dal Daily Beast”

      1. Vabbè, ha senso, cioè, sono d’accordo con la risposta del Moff. Serve per far capire la storia a chi non l’ha mai seguito, ed è ovvio che per la Gran Bretagna (e per i fan accaniti) non serva. xD

        Il montaggio comunque è figo. xD

  1. notate quel “e ancora non sapete tutto di River” che tanto mi inquieta/esalta 🙂
    Comunque il chiarimento su Lost mi fa tirare un sospiro di sollievo. Spero solo che le spiegazioni siano soddisfacenti, è molto più facile fare domande fighissime che dare risposte appena buone 🙂

    1. a me però non piace il fatto che la prossima serie sarà meno basta sullo story-arc e quindi più simili alle prime… a mio parere DW è diventato molto ma molto più bello dalla quarta serie! non dico di fare una cosa tipo Lost anche perchè non ci starei dietro ma rimanere così come quest’ultima serie si!

      P.S. domani ci saranno i sottotitoli di let’s kill hitler vero??? xD

      1. concordo totalmente con te: a me le storie slegate dallo story-arc annoiano quasi sempre. O comunque le gusto di meno, tranne dovute eccezioni. Insomma, voglio sapere come va avanti, non voglio divagazioni 🙂 ma non solo in Dr Who, un altro esempio che mi viene in mente è Fringe.
        So di molti che la vedono all’esatto opposto invece, saranno gusti.

        1. Guarda, io prima dell’era Moffat adoravo gli episodi slegati dallo Story-arc, ora con tutta questa carne al fuoco un po’ meno, e meno male! Ovvio che con tutte le domande che ci sono in gioco io voglia sapere come va avanti. In conclusione, ora come ora apprezzo entrambi i generi moltissimo.

  2. Bellissima intervista! Grande Moff!! Certo è inquietante il fatto che ancora deve venir fuori la “verità vera” su River!!! @_@ Per carità una cosa tipo Lost no!!! Non ce la farei! A me le prime serie (soprattutto le prime due e la quarta) mi son piaciute molto, ma devo dire che la sesta è stata davvero sorprendente! Sicuramente ci lasceranno con altri interrogativi però intanto qualche risposta è ben accetta! 😉

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