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Perché un film di Doctor Who fatto così è una brutta cosa

Peter Cushing nei panni dell'umano Dottore dei film.Disclaimer! Questo post contiene, oltre ai fatti, anche delle opinioni personali!
Disclaimer! Yates non mi piace particolarmente. Ma non lo odio quanto Verhoeven.

Si parla naturalmente della notizia di ieri sera .

Perché è una pessima idea? Per almeno tre quattro motivi.

1) Sarebbe un reboot. Non c’è nulla di male nei reboot in quanto tali (basti guardare BSG, o anche Star Trek, pur essendo solo parzialmente un reboot), ma in questo caso è una vera idiozia. Prima di tutto perché la serie TV è ancora in corso! Chi mai ti va a fare un reboot di un qualcosa ancora in corso? Posso capire (a volte) le cose finite da diversi anni… ma qui la serie TV continua – e tutto fa pensare che lo farà ancora a lungo – con un successo incredibile. Fra un po’ si arriverà a voler fare reboot di opere che non hanno ancora visto la luce. Timey-wimey!

Nel nostro caso un reboot è un male anche per un altro motivo: uno dei punti di forza delle nuove stagioni di Doctor Who è appunto che sono nuove stagioni, non una nuova serie. Il fatto che non sia un reboot, che il Dottore abbia la sua storia e il suo passato. RTD e Moffat l’hanno sempre ripetuto, quella di non fare un reboot nel 2005 è stata una delle chiavi vincenti per il successo della serie.

2) Non ha alcun senso farlo con attori e autori slegati dalla serie. E questo non ha nulla a che vedere con il nostro amore per il Moff o per RTD (o per Matt o per David). Se Yates avesse detto “stiamo iniziando a pensare a un film che arriverà nei cinema dopo la rigenerazione di Matt e l’abbandono di Moffat” la cosa ci sarebbe potuta stare (ovviamente legata all’assenza di reboot). Anzi, sarebbe potuta essere anche una buona notizia. Sempre che Matt e il Moff non avessero voluto andarci loro al cinema, naturalmente. Ma in questo modo, e “andare a cercare scrittori con una sensibilita British” come quello che ha adattato Harry Potter è davvero una cosa fuori dal mondo. Ci sono già questi autori e lavorano su Doctor Who da sette anni. Uno di loro ora ha anche da poco scritto un film diretto da Steven Spielberg… giusto per fare un esempio.

Jane Tranter… ti siamo tutti grati per aver dato l’opportunità a RTD di riportare Doctor Who nel 2005. Ora non farti prendere dalla senilità e metti un po’ di paletti.

3) David Yates è un regista mediocre. I suoi Harry Potter (tranne l’ultimo che era un po’ meglio… ma ne ha fatti quattro!) sono mediocri. Se penso al lavoro meraviglioso che aveva fatto Cuarón con il terzo film e a cosa sarebbe potuto essere mi viene male. Quindi, a prescindere dai primi due punti, dateci un altro regista, grazie. (Questo punto comunque ammetto che è più un’opinione personale. A differenza dei primi due che sono fatti.)

4) Secondo Yates, il concetto avrebbe bisogno di una “radicale trasformazione per portarlo nell’arena più grande” (del cinema). Qui si potrebbe discutere su cosa si intende per “radicale trasformazione”. TV e cinema sono ovviamente due mezzi diversi, ma non così diversi. Non c’è la questione di un adattamento di un libro, i due media sono più vicini. Quindi qui restiamo con un punto aperto perché quella frase può voler dire tutto e niente… (anche se suona come una minchiata).

Ammettiamo quindi che lo facciano. Si aprono diversi scenari…

1) Fanno il film, mentre la serie continua per la sua strada (con il successore di Moffat e Dodicesimo Dottore, visti i tempi di cui parlano, probabilmente). Il film va bene. Di colpo l’unica cosa che importa è il film, la serie perde di importanza e sparisce (magari facendo un cross-over che giustifica la sparizione). Questa evenienza fa schifo.
2) Fanno il film mentre la serie continua bla bla come sopra. Il film va male. Questo si trasforma in un “fallimento per Doctor Who” che si ripercuote anche sulla serie. Questa evenienza fa schifo.
3) Per fare il film bloccano la serie indefinitamente. A prescindere dal successo del film questa evenienza fa schifo.
4) Il film è bello, fa più soldi di Avatar, la serie chissà come diventa popolare anche in Burundi, RTD e Steven Moffat si sposano e scrivono altre 100 stagioni insieme e se avete cinque minuti ho il ponte di Brooklyn da vendervi. (Seriamente, purtroppo, temo che questo sia quello che si immagina la BBC!)

Quest’ultima ipotesi è possibile, naturalmente (imprevedibile il mercato del cinema è, come diceva un coetaneo del Dottore meno bello di lui), ma è decisamente improbabile… TV è cinema sono due media visuali. Gli attori e l’atmosfera che trovi in uno, te li aspetti nell’altro invariati. Non mi vengono in mente precedenti… Non è come un pessimo film tratto da un ottimo libro che mal che vada farà comunque aumentare le vendite del libro. Insomma, non è Starshit Troopers che quantomeno riportò Fanteria dello spazio nelle classifiche dei libri.

Anche se… mi autocorreggo. Improvvisamente mi sono ricordato un “precedente”. I due film di “Dr. Who” degli anni sessanta! Siamo (be’, sono) sopravvissuti a quelli, possiamo farcela anche questa volta. Sicuramente. Ma erano altri tempi… allora i film furono fatti per sfruttare l’incredibile successo dei Dalek (che in quel periodo in UK erano al livello di popolarità dei Beatles) per cui non credo le due cose siano esattamente confrontabili.

Insomma… non sentivo un’idea peggiore da quando era uscita la voce del reboot di Buffy senza Joss Whedon.

Detto questo… penso che possiamo stare abbastanza tranquilli per ora. Nove volte su dieci quando si inizia a parlare di un progetto del genere con tutti questi anni di anticipo (e senza nemmeno una sceneggiatura) finisce che non se ne fa nulla. E nel frattempo, anche se si dovesse arrivare a qualcosa, mille cose potrebbero cambiare (inclusi i punti di cui sopra) per cui potrebbe anche diventare una cosa positiva. Attendiamo e vediamo.

Questa comunque è la nostra presa di posizione basata sui dati attuali (be’, la mia, non parlo per gli altri, ma non credo differiscano molto). Non vi chiederò “e voi cosa ne pensate” perché è una delle cose più fastidiose da leggere alla fine di un post. Se volete commentare commentate, altrimenti pace. In fondo, come appena detto, stiamo proprio parlando di aria fritta per ora!

Un film di Doctor Who “apocrifo”?

WTF?…senza il coinvolgimento di Moffat, RTD, Matt, David o nessun altro degli autori e attori che conosciamo e che nulla c’entra con la serie TV ma ne rappresenta un totale reboot?

Questo è quello che sembra essere in progetto, o almeno così rivela Variety.

Con queste premesse (aggiungendo David Yates, il regista degli ultimi Harry Potter) sembra un progetto davvero orribile e campato in aria. Speriamo fortemente che non se ne faccia nulla.

Perché se mai si dovesse fare un film di Doctor Who (e francamente non ne sentiamo particolarmente il bisogno) vogliamo che lo facciano le persone che si meritano di farlo.

Yates ha dichiarato:

Stiamo cercando gli scrittori in questo momento. Ci metteremo due o tre anni a farlo bene. Ha bisogno di una radicale trasformazione per portarlo nell’arena più grande.

Il concetto di un Time Lord che viaggia nel tempo è fortissimo, perché si possono esprimere storia e drama in tutte le dimensioni e i periodi.

Russell T. Davies e in seguito Steven Moffat hanno apportato le loro trasformazioni, fantastiche, ma dobbiamo metterle da parte e ricominciare dall’inizio.

Tutto quello che possiamo dire noi è: fate quello che volete nella vostra “bigger arena”, ma lasciate in pace il nostro telefilm.

Doctor Who Magazine #440

Doctor Who Magazine 440Domani esce in UK il nuovo numero della Doctor Who Magazine, interamente dedicato a Elisabeth Sladen, scomparsa ormai già da sei mesi.

Nel numero potete trovare:
– Nelle Production Notes Steven Moffat “festeggia” il 100 numero delle stesse e critica con forte vena polemica la chiusura del Confidential.
– Tom Spilsbury ci guida negli ottimi ascolti degli ultimi episodi trasmessi di Doctor Who;
– Qualche dettaglio viene svelato sullo speciale di Natale, ecco le guest star: Clare Skinner, Bill Bailey, Alexander Armstrong (che fa anche la voce di Mr. Smith nelle SJA), Maurice Cole, Paul Bazely e i “mostri” Spencer Wilding e Paul Kasey. Scopriamo anche che sarà ambientato durante la seconda guerra mondiale e qualche dettaglio sulla trama…
– Intervista a Elisabeth Sladen, l’ultima che ha rilasciato;
– Intervista al marito e alla figlia di Elisabeth Sladen;
– Intervista a Tom Baker, incentrata su Elisabeth Sladen;
– Intervista a David Tennant, incentrata su Elisabeth Sladen;
– Intervista a Matt Smith, incentrata su Elisabeth Sladen;
– Tributi a Elisabeth Sladen di Terrance Dicks, Graeme Harper, Sophie Allred, Phil Collison, Nicholas Briggs, John Barrowman, Noel Clarke, Camille Coduri, Katy Manning, Gareth Roberts e decine di altri.
– Scheda dedicata all’ultima stagione delle SJA (terminata proprio ieri);
– Uno sguardo agli altri personaggi interpretati da Elisabeth Sladen nella sua carriera;
– Il Time Team guarda “Bad Wolf”;
– Uno sguardo all’undicesima stagione, del 1973/74 con il Terzo Dottore;
– Analisi dettagliata dell’episodio classico “The Hand of Fear”, con il Quarto Dottore e Sarah Jane
– Recensioni degli ultimi tre episodi della seconda parte della stagione;
…e molto altro!

Ci si può abbonare alla DWM tranquillamente dall’Italia. Esistono due versioni: abbonamento annuale (72,36 sterline) o abbonamento annuale con gli speciali (90,33).

Doctor Who Magazine #439

Doctor Who Magazine 439È uscito questa settimana il numero della Doctor Who Magazine dedicato al finale di questa stagione! Naturalmente senza spoiler sugli ultimi due episodi, non essendo ancora andati in onda.

Nel numero potete trovare:
– Nelle Production Notes Steven Moffat saluta i due produttori uscenti Beth e Piers, ricordando i loro primi incontri.
– Tom Spilsbury ci guida negli ottimi ascolti degli ultimi episodi trasmessi di Doctor Who;
– Le schede non-spoiler di “Closing Time” e “The Wedding of River Song”;
– Anteprima dell’ultima stagione di The Sarah Jane Adventures;
– Intervista a Gareth Roberts, su “Closing Time”, The Sarah Jane Adventures e la sua novelisation di “Shada”;
– Intervista a David Walliams;
– Visita sul set di “The God Complex”;
– Intervista a Tom McRae, autore di “The Girl Who Waited”;
– Con Alex Kingston sul set di “Let’s Kill Hitler”;
– Il Time Team guarda “Boom Town”;
– Uno sguardo alla decima stagione, del 1972/73 con il Terzo Dottore;
– Recensioni dei primi tre episodi della seconda parte della stagione e degli ultimi di Torchwood.
…e molto altro!

(Mese scorso non abbiamo parlato del numero 438… semplicemente perché mi era scaduto l’abbonamento e non mi era arrivato! Scusate!)

Ci si può abbonare alla DWM tranquillamente dall’Italia. Esistono due versioni: abbonamento annuale (72,36 sterline) o abbonamento annuale con gli speciali (90,33).