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9×05 – The Girl Who Died

The Girl Who DiedSo, ah, what are you? Farmers. Fishermen. Web designers. Maybe not that last one.

(Ma ce l’ha con me?)

Il Dottore e Clara vengono fatti prigionieri dai Vichinghi, ma appena giunti al loro villaggio un problema più grosso si presenta: un alieno che finge di essere Odino fa rapire i guerrieri del villaggio dai suoi soldati e li uccide tutti per ricavarne un po’ di succo di testosterone (chie prelibatezza…). Arya Stark Ashildr, una piccola vichinga, incazzata lo sfida e l’alieno guerrafondaio decide di combattere il giorno successivo. Morirebbero tutti se il Dottore non decidesse, controvoglia, di aiutarli. Come possono vincere? Il TARDIS è troppo lontano per essere raggiunto, quindi… usiamo la corrente elettrica prodotta da delle anguille! E proiettiamo un’illusione grazie a un elmo rubato agli alieni e alla vivida immaginazione di Ashildr. Gli alieni vengono battuti, ma Ashildr, sopraffatta dall’elmo, muore. Che fare? Il Dottore non può intromettersi nella storia più di tanto, ma… di colpo comprende il motivo per cui ha inconsciamente scelto quella faccia alla rigenerazione! Per ricordarsi che lui è il Dottore e salva le persone, come aveva salvato la famiglia di “The Fires of Pompeii”. Così usa un chip dall’elmo alieno per “riparare” Ashildr. Lei non lo sa ancora, ma in questo modo è diventata immortale… quando incontrerà ancora con il Dottore cosa succederà?

Per rispondere alla domanda dovremo solo aspettare qualche giorno, ovviamente, perché anche questo è un episodio doppio!

O quasi. Direi che questo è uno di quei casi di episodio doppio anomalo che si traduce in due storie collegate. Considerando anche il fatto che gli autori delle due parti sono completamente diversi! Questa settimana infatti torna, coadiuvato da Moffat, il fan-favorite Jamie Mathieson (che tra una decina di giorni vedremo a Lucca con il Moff) dopo gli exploit dello scorso anno con “Mummy on the Orient Express” e “Flatline”. E anche in questo caso possiamo dire che ci ha regalato un bellissimo episodio!

C’è qualche eco di “Robot of Sherwood” come ambientazione “medievale” e invasione aliena e anche come livello di umorismo, più alto del solito (ZZ Top? Heidi?). Ma le somiglianze finiscono qui perché le questioni toccate dall’episodio sono serie e importanti. Il Dottore finalmente ricorda dove aveva già visto la sua faccia, stimolato da una situazione che lo porta a ragionare sui suoi limiti. In “The Fires of Pompeii” si era lasciato convincere da Donna a ignorare le regole. Qui si convince da solo, con la sua faccia. Tutto questo potrebbe anche ricordare “The Waters of Mars” (e lo fa), ma secondo me c’è una leggera differenza tra i due casi; allora il Decimo Dottore si stava lasciando prendere da manie di onnipotenza, mentre ora riconosce di poter ignorare certe regole ogni tanto se si tratta di salvare delle persone, persone che è stanco di continuare a vedere morire attorno a lui. Il suo solito punto focale è Clara, naturalmente, ma a “beneficiare” della realizzazione del Dottore è però Ashildr che diventa immortale. Il Dottore le lascia persino la possibilità di rendere qualcun altro immortale come lei, per motivi che chiunque abbia visto il primo Highlander capisce benissimo. (Ma in questo modo la rende un ibrido… quello di cui parlava Davros?)

Già prima il Dottore si preoccupava della sua tendenza a creare guerrieri (pensando a Clara… ma dovrebbe ricordarsi che era la stessa cosa che gli rinfacciava Davros al loro incontro precedente, in “Journey’s End”). Ora cosa succederà ad Ashildr? Diventerà una nuova Jack Harkness o qualcosa di peggio? Tra l’altro, nel caso dovesse sopravvivere immortale al prossimo episodio, sarà interessante rivederla spuntare fuori in futuro e potrebbe essere la scusa per far ricomparire anche Jack… tra immortali si tende a trovarsi alla lunga. (Sogno?)

Un’altra cosa che mi è piaciuta particolarmente è stato il modo in cui il Dottore in questo episodio parla il linguaggio dei bambini. Finora la cosa era stata sfruttata in maniera umoristica, con Stormageddon e la piccola Melody Pond. In questo caso invece la traduzione è decisamente seria e porta persino alla scoperta del metodo per battere gli alieni.

Davvero un ottimo episodio… se devo trovare un problema non è nell’episodio in sé quanto nel fatto che quando il Dottore ha questi (sacrosanti) momenti in cui sfida le leggi del tempo e/o dei Signori del Tempo viene sempre da chiedersi perché altre volte non lo faccia. Ha una macchinetta per la resurrezione… perché non l’ha usata per Danny Pink? O per il Brigadiere? Giusto per citarne due recenti, ma ce ne sarebbero tantissimi. Non solo, ne ha due di macchinette, sa bene cosa vuol dire veder tutti che ti muoiono intorno (sebbene, se frequentasse di più i suoi simili, questo problema non dovrebbe averlo) alludendo pure esplicitamente al fatto che prima o poi Clara non ci sarà più… ma non la dà a Clara, la lascia ad Ashildr per poterle dare qualcuno. Perfettamente sensato, ma un po’ lunatico!

Due parole sugli attori. Capaldi ormai è immenso, le sue espressioni, i suoi sguardi di complicitàcon Clara, i suoi pantaloni (!). Assolutamente perfetto e nato per questa parte. E poi Maisie Williams. Io amo Maisie Williams fin dal primo episodio di Game of Thrones. E anche qui è bravissima, in un ruolo che solo all’apparenza può sembrare (almeno finora) uguale a quello di Arya Stark. Ricordiamoci che Arya il finto Odino l’avrebbe infilzato direttamente lei o quantomeno ci avrebbe provato.

Vedremo la prossima settimana cosa succederà, in un episodio scritto da Catherine Tregenna che torna in questo universo dopo sette anni di assenza (seconda stagione di Torchwood).

Intanto è l’ennesimo 5- (questo dovrebbe essere valutabile singolarmente, per quanto ho detto sopra)!

PS: Il tema di Benny Hill! 😀

9×04 – Before the Flood

before-the-flood

“I somehow doubt that Rose or Martha or Amy lost their breakfast on the first trip.”

Sempre più tardi! Dovete scusarmi, ma l’avevo annunciato che quest’anno sarebbe andata così!

Comunque… il Dottore torna nel passato prima che il paese venisse allagato. Qui affronta il Re Pescatore che purtroppo uccide una delle due persone che lo accompagnavano (O’Donnell, fangirl, potenziale companion). Nel futuro intanto Clara deve gestire anche il fantasma del Dottore… ma è un fantasma del Dottore o cosa? In ogni caso ha un messaggio e basandosi su quello (sentito al telefono con Clara) il Dottore fa saltare la diga uccidendo il Re Pescatore mentre l’altro che l’aveva accompagnato torna con il TARDIS. Il Dottore invece torna nel futuro nella “bara” in animazione sospesa dell’astronave. I fantasmi vengono intrappolati grazie al fantasma del Dottore che in realtà non è un fantasma ma un ologramma mandato dal Dottore stesso. E tutto succede in questo modo perché il Dottore sapeva che sarebbe successo in questo modo, avendolo sentito al telefono dal futuro dal suo ologramma. Tutto chiaro? Se non lo è chiedete a Beethoven.

L’intro dell’episodio infatti è meravigliosa… il Dottore si rivolge direttamente agli spettatori (be’, quasi direttamente, non ai livelli del Primo Dottore che augurava buon Natale a tutti a casa) per spiegare il paradosso bootstrap che mi piace chiamare così anche in italiano perché prende il nome da “By His Bootstraps”, di Robert A. Heinlein e non posso perdere un’occasione così ghiotta per citare il mio scrittore preferito. (E consiglio sull’argomento il film “Predestination”, tratto da un successivo racconto di Heinlein, ‘—All You Zombies—’).
Qualcuno potrebbe lamentarsi che la cosa è spiegata fin troppo in dettaglio, proprio per gli spettatori più distratti (o “de coccio”), ma chissenefrega visto che il metodo scelto per spiegarlo è così efficace. E poi così abbiamo avuto la sigla suonata con la chitarra elettrica da Peter Capaldi, cosa si può volere di più dalla vita? E per chi si lamenta anche di questa… be’, ragazzi, get a life, come diceva un uomo con un parrucchino. Ricordo che è stato Capaldi a suggerire che il Dottore potesse suonare la chitarra, visto che lui la sa suonare.

Comunque non è certo la prima volta che in Doctor Who i viaggi nel tempo funzionano in questo modo. “Blink” è l’esempio più lampante. Ma anche “Time Crash” si basa sullo stesso principio (il Dottore lo dice pure!) ed è naturalmente il metodo con cui il Dottore esce dalla Pandorica (cosa che ancora oggi fa diventare matte diverse persone, per motivi misteriosi). E chissà quanti altri episodi. In questo caso, esplicito o meno, il tutto funziona comunque perfettamente.

Ma il paradosso non è l’unico motivo per cui l’episodio funziona; anche i personaggi secondari sono scritti molto bene. Da una parte abbiamo la ragazza muta e il suo traduttore che una svolta imprevista nel finale fa pure finire insieme. La scena in cui il fantasma la segue strisciando l’ascia per terra è geniale. Dall’altra abbiamo i due poveretti che sono andati nel passato con il Dottore… O’Donnell assolutamente fantastica nel fangirlizzare il Dottore e quindi, naturalmente, muore. Lui, poveraccio, che era innamorato di lei e ci rimane come un baccalà. (Se non sto facendo nomi e dico “quello là” o “quella là” è perché sono proprio di corsa, scusate!) (Tranne O’Donnell, lei me la ricordo.)

Come seconda parte dell’episodio della scorsa settimana poi, il tutto funziona ancora di più. Amo gli episodi in più puntate in cui l’ambientazione e le tematiche cambiano da una settimana all’altra. Mi ha ricordato “Topolino e il dominatore delle nuvole” di Casty. In un episodio doppio ci si aspetta sempre, sostanzialmente, un episodio singolo diviso in due, ma a volte le cose possono cambiare radicalmente.

“Under the Lake” / “Before the Flood” sono sicuramente la prova migliore di Toby Whithouse (che già aveva dato soddisfazioni soprattutto con “The God Complex”). Dovrebbe essere il successore di Moffat? Non esageriamo e comunque non saprei dire perché non ho mai visto serie di cui è il showrunner! Intanto comunque complimenti.

PS: “Kacca” in russo significa “cassa”.

5- (su 5).

9×03 Under the Lake

under-the-lake“Surely just being around me makes you cleverer by osmosis?”

Questa settimana davvero di corsa, scusate, ma questa stagione va così!

Il Dottore e Clara finiscono, nel futuro, in una base situata sul fondo di un lago scozzese dove è appena stata ritrovata una misteriosa astronave. I membri dell’equipaggio della base iniziano a essere uccisi e a diventare fantasmi… fantasmi che poi cercano di inviare un segnale e più fantasmi ci sono, più il segnale sarà potente. Ma perché? E a chi? Bisognerà tornare nel passato, quando quel lago era una cittadina che ancora non era stata allagata, per scoprirlo. Peccato che appena il Dottore se ne va con il TARDIS… compaia il suo fantasma!

Non avevo grandi aspettative per questo episodio… lo presentavano come il nuovo “42” o “The Impossible Planet”/”The Satan Pit” e notoriamente non sono un grande fan di questo genere di episodi claustrofobici ambientati in una base/astronave in qualche modo isolata con i membri dell’equipaggio che iniziano a morire. Si potrebbe includere anche “The Waters of Mars” nella lista… e in un certo senso anche “The God Complex”, dello stesso autore di questo episodio, Toby Whithouse. Eppure alla fine l’episodio (almeno finora) m’è piaciuto! E il promo della prossima promette ancora meglio, con l’introduzione dell’elemento temporale e il cambio di ambientazione.

I membri dell’equipaggio non sono insopportabili come succedeva in passato e l’inserimento di una persona sorda è sicuramente un’idea interessante (e il Dottore non parla il linguaggio dei segni!)

Clara è preoccupante nel suo essere ormai senza freni e mi fa temere per il suo futuro…

Si potrà dire solo la prossima settimana, ma la divisione in due episodi sembrerebbe funzionare bene… non si ha la sensazione di brodo allungato come succedeva a volte in passato (Sontaran, Silurian, Flesh…)

Quindi per ora giudizio sospeso ma positivo.