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Doctor Who – 8×06 – The Caretaker

The Caretaker

“I’ll see you when I see you.”
“When’s that?”
“When I see you.”

Come forse avrete notato, questo week-end eravamo un po’ sparsi per il mondo e non siamo stati in grado di fare subito i sottotitoli e questo perché non abbiamo nemmeno potuto vedere l’episodio sabato. O quantomeno io non ho potuto vederlo prima di martedì sera, caso più unico che raro! E al momento l’ho visto solo due volte (la prima volta e una volta per la revisione dei sottotitoli), quindi qualcosa potrebbe essermi sfuggito. Più del solito, intendo.

In breve: Il Dottore va sottocopertura come bidello nella scuola di Clara, perché c’è un robot alieno lì vicino di cui è meglio occuparsi prima che distrugga accidentalmente il mondo. In questo modo il Dottore e Danny Pink vengono finalmente in contatto e ovviamente si odiano a prima vista. Alla fine però, salvato il mondo con l’aiuto di Danny, quest’ultimo capisce che il Dottore lo odia perché vuole solo il meglio per Clara ed essendo un soldato, Danny avrà molta strada da fare per dimostrare al Dottore di essere all’altezza.
Nel frattempo i morti continuano ad andare nella “Nethersphere” – o come vogliamo chiamarla – di Missy.

Devo dire che guardando l’episodio non ho potuto fare meno di fermarmi a dire “ma che figo!” più e più volte nel corso della storia. Gareth Roberts ci consegna quello che è tranquillamente il migliore dei suoi episodi finora, episodio che si inserisce molto bene nel genere a cui l’autore ci ha abituato: i suoi ultimi due erano infatti “The Lodger” e “Closing Time”, storie in cui il Dottore si inserisce in un mondo pseudo-realistico di vita domestica, fingendo di essere un inquilino, un commesso e ora… un bidello! La differenza principale con i precedenti episodi è che invece di Craig qui c’è Clara. Vediamo quindi come si mescola la vita di tutti i giorni di Clara da insegnante che esce con un collega con quella da companion del Dottore, che parte per viaggi assurdi in qualsiasi momento. Ed è esattamente come immaginavamo: un gran casino. Con le precedenti companion non era così, Rose, Martha e Donna viaggiavano sostanzialmente sempre con il Dottore. Amy e Rory avevano inizato a fare un po’ su e giù dal TARDIS, ma in fondo loro erano sposati e la cosa causava solo problemi secondari. Clara invece ha un fidanzato che non sa nulla e le cose si complicano. O meglio, aveva un fidanzato che non sapeva nulla perché ora Danny sa tutto. E direi che l’ha presa anche abbastanza bene.

Il cattivo è decisamente secondario e serve solo a dare la scusa per inserire il Dottore sotto copertura nella vita di Clara. Comunque non le manda a dire e il poliziotto lo uccide in maniera estremamente cruenta (un braccio carbonizzato?!). Dandoci così anche l’occasione di vedere l'”aldilà” o la “Terra Promessa” o la “Nethersphere” che non saprei come tradurre (Sferainferiore? Sottosfera? O serve passare agli inferi?). Scopriamo quindi che Missy non è sola, ma ha una struttura d’accoglienza con tanto di impiegati (?) e telefoni che suonano. E chissà cos’ha visto il poliziotto guardando fuori dalla finestra.

Ma veniamo al punto principale dell’episodio: Il nuovo rapporto Dottore-Danny Pink. Il Dottore diventa subito ostile quando scopre che era un soldato e si rifiuta totalmente di accettare il concetto che un soldato possa fare l’insegnante di matematica. Di educazione fisica sì, ma di matematica no. E la cosa ha senso perché nello stereotipo comune è abbastanza normale che un ex-soldato possa finire a insegnar ginnastica, ma è meno normale che finisca a insegnare matematica… chi non ha pensato, vedendolo per la prima volta in “Into the Dalek”, che non fosse il professore di educazione fisica, complice anche il fatto che ce l’han mostrato in cortile che giocava a palla con i bambini (cosa non casuale)?
La cosa viene poi ulteriormente complicata dall’equivoco del Dottore quando inizia a pensare che Adrian, l’altro professore che somiglia a Eleven, sia il ragazzo di Clara. Come piace Adrian al Dottore! Nonostante il no-flirting, nonostante la conclusione che il Dottore voglia semplicemente il meglio per Clara, nonostante tutto, il Dottore è tutto ringalluzzito dal fatto che Clara avesse scelto un suo “clone”. E va bene così, naturalmente. E infatti quando poi Danny pensa che lui sia suo padre (LOL) la cosa non gli fa molto piacere.
Comunque alla fine, quando lo aiuta a salvare il mondo, il Dottore sospende in qualche modo il giudizio su Danny… vedremo nei prossimi episodi.

Da parte di Danny invece la comprensione della questione è davvero molto veloce, d’altra parte viene tirato in mezzo da un robot alieno che cerca di ammazzarlo, non c’è molto da fare la Scully qui. E non ha tutti i torti a prendersela con Clara per avergli tenuto nascosto tutto questo anche se si può capire che Clara non sia corsa da Danny a dirgli del Dottore… insomma, è complicato. Ma nelle “montagne russe” che è Clara durante la rivelazione, quando molto realisticamente cambia idea e versione ogni cinque secondi, salta fuori anche una cosa molto importante; che Clara ama Danny. E dall’espressione che fa lui potrebbe anche essere la prima volta che glielo dice esplicitamente.

Un altro punto interessante è il solito rapporto Dottore/soldati (ulteriormente motivato recentemente da “Listen”). Ma l’opinione di Danny è tutt’altro che errata: il Dottore disprezza i soldati, ma è lui stesso uno di questi, anzi, è un ufficiale che si aspetta sempre che tutti ubbidiscano ai suoi ordini. Non è certo la prima volta che il punto viene sollevato, ma da buon soldato Danny lo capisce subito.

Insomma, è tutto molto complicato ed è tutto stato gestito con maestria.

A proposito di espressioni facciali… sono l’unico che adora tutte le faccette che fa Clara in qualsiasi occasione?

Infine… Courtney! Tutti felici di vederla salire a bordo del TARDIS immagino! Be’, non sarà peggio dei due bambini dello scorso anno…

  • Viene citata River, seppur solo di passaggio! Yay!
  • Al Dottore piacciono i Pink Floyd? Fischietta “Another Brick in the Wall”…
  • Murray Gold in grandissima forma, con mille temi tutti diversi, e persino il ritorno di un tema dell’Undicesimo Dottore (quando Danny si avvicina al TARDIS per la prima volta).

In breve, episodio molto bello, 9,2! su 10!.

“The Caretaker” è stato scritto da Gareth Roberts e Steven Moffat.

Grazie a Morry per l’aiuto!

Shada – Recensione

ShadaShada. Una parola che per il Dottore non significa niente (all’inizio della storia), ma che per molti fan di Doctor Who significa molto.

Non sto a raccontare per l’ennesima volta tutte le peripezie che hanno portato questa storia di Douglas Adams a non essere mai girata nella sua completezza (tl;dr: hanno iniziato a girarla, ma poi c’è stato uno sciopero e non hanno mai finito. Anni dopo ne è uscita una versione con le parti mancanti narrate da Tom Baker, ancora anni dopo ne è uscita una versione audio riscritta completamente con l’Ottavo Dottore al posto del Quarto e di questa esiste anche una versione animata in Flash (!) ufficiale. Infine c’è anche una versione ricostruita di recente con animazioni molto amatoriali delle parti mancanti, assolutamente non ufficiale.)

Era comunque l’ultima storia che Douglas Adams avrebbe scritto per la serie e, se dobbiamo giudicare da questo romanzo di Gareth Roberts basato sulla sceneggiatura di Adams, sarebbe stata una delle migliori.

Protagonisti dell’avventura, il Quarto Dottore e Romana. La storia inizia a Cambridge, dove il Dottore e Romana fanno visita a un vecchio Time Lord in pensione, il professor Chronotis. Da qui partirà una lunga serie di eventi che porteranno tutti quanti avanti e indietro da Cambridge fino ai margini della Galassia… alla ricerca di un libro fondamentale per la storia di Gallifrey e alla ricerca della misteriosa Shada.

Evitando qualsiasi confronto con le varie versioni esistenti su video, posso dire che il romanzo… vince a mani basse. (Okay, ho appena fatto un confronto con le varie versioni esistenti su video). Roberts si mantiene molto fedele ai dialoghi originali di Adams (se non l’avesse fatto sarebbe un pazzo), ma dove il romanzo guadagna rispetto a quanto si vede sullo schermo è nella narrazione di quello che accade nella mente dei protagonisti. Naturalmente è scontato che in un libro questa cosa si possa fare e sullo schermo, in genere, no, ma non sempre viene bene e non sempre questo fa la differenza. In questo caso la fa. Quando Skagra o Chris o Clare o Romana o il Dottore o la Nave pensano, pensano in maniera consistente con i loro personaggi e consistente anche con lo stile di scrittura di Douglas Adams! E chiaro che Gareth Roberts abbia cercato il più possibile di affiancarsi allo stile di Adams, e riesce a farlo in maniera quasi perfetta. Non dico che sembri di trovarsi davanti alla Guida Galattica per autostoppisti, ma l’autore originale viene percepito chiaramente dalla lettura.

Roberts al momento sta adattando “City of Death”, altro episodio di Douglas Adams (questa volta esistente nella sua interezza e – anzi – uno degli episodi migliori dell’intera serie). L’attesa è molto alta e speriamo che anche in questo caso venga portato in Italia!

Mondadori ha fatto davvero un buon lavoro, proponendo il volume nella serie degli Oscar con una traduzione davvero ottima di Alessandro Vezzoli.

Caldamente consigliato. E non fatevi spaventare dal fatto che magari non conoscete nessun Dottore classico (o quantomeno non il Quarto). Il libro si legge benissimo anche solo sapendo chi è “Il Dottore”. Fidatevi.

Su Amazon.it lo trovate con lo sconto del 15%. E se voleve vedere quello che c’è dell’episodio (con le parti assenti narrate da Tom Baker) sempre su Amazon.it trovate il DVD (in inglese).

5×11 – The Lodger

Il Dottore e Craig.Episodio: 5×11;
Titolo: The Lodger;
Titolo italiano: Il coinquilino;
Data di trasmissione in UK: ;
Data di trasmissione in Italia: ;
Scritto da Gareth Roberts.

Trovate il nostro commento dettagliato all’episodio su Serialmente. EDIT: Serialmente non esiste più, copiamo quindi qui il commento.

“Now… football is the one with the sticks, isn’t it?”

E siamo arrivati all’episodio del calcio. Che poi in realtà non è che il calcio sia particolarmente centrale nella storia, ma nella mia mente questo era l’episodio in cui Matt Smith avrebbe dato sfoggio delle sue abilità calcistice di gioventù e quindi, francamente, anche questa settimana, le mie aspettative non erano altissime. Anzi. E se iniziate a trovare un tema comune in questi miei pre-commenti, è proprio così, a questa ultima manciata di episodi sono arrivato con aspettative abbastanza basse, basate su trailer e anteprime varie. E finora sono stato sempre piacevolmente stupito. Naturalmente con il prossimo episodio le cose cambiano radicalmente, visto che le aspettative diventano invece le più alte possibili… ma di questo parleremo la settimana prossima. Quindi, com’è stato questo episodio “urbano” con parti calcistiche, poca Amy e co-protagonista James Corden (un uomo non particolarmente noto per la sua simpatia e che tutti noi sicuramente ricordiamo come protagonista dell’immortale capolavoro Lesbian Vampire Killers)? …e, anche questa volta, è stato molto bello! Non ci avrei davvero dato due lire, prima.

Il TARDIS viene bloccato in un loop temporale con la sola Amy a bordo, mentre il Dottore è rimasto nella ridente cittadina di Colchester. Con un comodo paradosso (Amy gli manderà un bigliettino DOPO la fine della storia), il Dottore trova la fonte di questi problemi: è il misterioso abitante del primo piano di un piccolo edificio. Per indagare il Dottore diventa coinquilino dell’abitante del piano terra, Craig. Craig è un simpatico ragazzo chiaramente innamorato della sua collega Sophie che a sua volta è chiaramente innamorata di lui. Ed è ovviamente chiaro a tutti tranne che a loro. È chiaro pure al Dottore, notoriamente de coccio su queste cose. Per mantenere la copertura, il Dottore fa cose come giocare a calcio, cucinare, fare la doccia, non usare il cacciavite sonico eccetera. E fa amicizia con la simpatica (non-)coppia, scoprendo che lui è un pantofolaio che sta bene dov’è, mentre a lei piacerebbe andare altrove, magari all’estero, ad aiutare gli animali. Nel frattempo l’inquilino del piano di sopra attira in casa sua dei passanti ignari che poi scompaiono nel nulla. Con l’aiuto di un gatto il Dottore lo scopre… proprio quando è il turno di Sophie di essere rapita. Lui e Craig (messo velocemente al corrente della situazione con due testate psichiche) salgono e scoprono che il piano di sopra in realtà non esiste, è un’astronave precipitata camuffata… e l’ologramma di emergenza sta solo cercando un pilota. Peccato che il sistema di guida sia troppo per gli umani che restano uccisi uno a uno. Salvano Sophie e capiscono che l’alieno cerca persone che vogliono andarsene, per far partire la nave… si fa quindi avanti Craig (la negazione stessa del concetto del volersene andare), dichiarando il suo amore per Sophie, e tutto finisce. La nave implode, Craig e Sophie vissero per sempre felici e contenti e il Dottore torna sul TARDIS… E mentre Amy cerca una penna per scrivere il biglietto che porteranno poi indietro nel tempo, trova l’anello di fidanzamento di Rory…
È bello vedere che il Dottore funziona anche in queste situazioni urbane e in questi affari molto umani, con persone di tutti i giorni. È bello vederlo cambiare (in meglio) le vite delle persone con poche parole. È bello vederlo alle prese con cose umane “normali” (l’avrei visto volentieri in una “gara di bevute” al pub, comunque!). E immagino anche che per chi apprezza questo genere di cose, sia stato bello vedere il Dottore ignudo come mamma l’ha fatto (a meno del mitico calzino copri-vergogne!). Da parte di chi apprezza altre cose, chiedo quindi ufficialmente e a gran voce al Moffat una scena equivalente con Amy!

È anche l’ennesimo episodio con “alieni economici”… questa volta abbiamo la temibile… macchia di muffa! Anche se alla fine abbiamo una piccola astronave, che qualcosa deve essere costata. Personalmente trovavo più inquietante la macchia di muffa. Macchie, ombre, porte, orologi, libri, statue, crepe… Moffat ha la tendenza a utilizzare come “cattivi” degli oggetti presenti nella vita di tutti i giorni. Il che è un’ottima idea anche dal punto di vista narrativo, oltre che a quello puramente economico: i bambini saranno terrorizzati più facilmente e ripetutamente. Mi viene da pensare che la macchia sia quindi nata su suggerimento suo, anche se potrebbe essere il buon Gareth Roberts che si adatta al nuovo boss. Non che ci sia nulla di male nei suoi precedenti episodi… The Shakespeare Code e The Unicorn and the Wasp. E includiamo anche Planet of the Dead, seppur “co-scritto” con RTD (anche perché sappiamo che RTD li co-scriveva tutto, e si è fatto convincere ad accettare di essere accreditato solo per gli speciali finali). Tutti episodi accomunati da un ottimo spirito umoristico che riesce a passare da personaggi del calibro di Shakespeare e Agatha Christie a persone comuni come Craig. (Sì, Gareth Roberts ha co-scritto anche il pilot delle Sarah Jane Adventures, ma quello tendo a volerlo dimenticare… brrr!) (Gli altri suoi episodi delle SJA invece sono forse i migliori della serie.)

Geniale infine il metodo di… trasferimento informazioni scelto dal Dottore per far sapere tutto a Craig senza perdere tempo… due testate e via! Così come geniale è la storia del bigliettino lasciato dopo da Amy e della “comoda” eredità procurata dopo dal Dottore. Anche se ora mi sorge il dubbio… se Amy distratta dall’anello ora non scrivesse il bigliettino, l’universo finirà? E, fra l’altro, cos’avrà pensato Amy vedendo l’anello? Un qualche ricordo di Rory che riaffiora? O avrà pensato che è del Dottore? Che vuole proporsi a lei o qualcun’altra?

E sempre restando su Amy… un plauso alla sua espressione di disgusto mentre dal TARDIS sente i due piccicioncini che si chiedono “Mi ami?/Ma quanto mi ami?”.

Ora la Pandorica si aprirà… cosa o chi ne uscirà??

The Lodger è stato scritto da Gareth Roberts.

(Grazie a Morry per l’aiuto!)

++

Colchester


Ultimo episodio “normale” prima del gran finale!

In replica . Sempre , tornano le repliche della seconda stagione con “The Satan Pit“.

Nella gallery trovate alcune immagini dell’episodio.

Romanzo di “Shada”

Il Dottore e Romana.Tra tutte le storie perdute di Doctor Who ce n’è una in particolare che più che perduta non è proprio mai stata realizzata. Parliamo di “Shada”, serial che sarebbe dovuto essere il finale della stagione 17 (1979/80), con protagonista il Quarto Dottore, Tom Baker. La storia non venne mai realizzata per uno sciopero alla BBC.

Esistono però versioni della sceneggiatura (di Douglas Adams, nientemeno!), note di produzione e persino alcune scene girate. Alcune di queste scene vennero riciclate nel 1983 per lo speciale “The Five Doctors” (nel quale Tom Baker non volle comparire e quindi venne inserito modificando quelle scene).

Nel 2003 la Big Finish produsse un audio drama basato sulla storia (ma con protagonista l’Ottavo Dottore, Paul McGann). Ne fu fatta anche una strana versione animata in Flash (!) ancora disponibile oggi sul sito ufficiale (in teoria almeno, temo pretenda un Flash troppo vecchio… però c’è anche la versione in Real Player. Chi usa ancora Real Player?).

Douglas Adams riutilizzò parti della trama per il suo romanzo (non di Doctor Who) “Dirk Gently. Agenzia di investigazione olistica” e non diede mai il permesso di realizzare il romanzo della storia (cosa più unica che rara a quei tempi… sono infatti solo 5 le storie classiche del Dottore a non avere una corrispondente novelization).

Ora però qualcosa è cambiato e, con il pieno appoggio degli eredi di Douglas Adams, il nostro Gareth Roberts (“The Shakespeare Code”, “The Unicorn and the Wasp”, “Planet of the Dead”, “The Lodger”) è all’opera sul volume che uscirà tra circa un anno per la BBC Books.