The Bells of Saint John

Doctor Who – 7×06 – The Bells of Saint John

The Bells of Saint JohnQuasi al limite ecco che arriva anche il commento dell’episodio della scorsa settimana, “The Bells of Saint John”!

Come sempre lo trovate su Serialmente. EDIT: Serialmente non esiste più, copiamo quindi qui il post.

“Imagine that – human souls trapped like flies in the World Wide Web, crying out for help…”
“Isn’t that basically Twitter?”

Clara! Finalmente! Doctor Who! È tornato! Si può dire quello che si vuole sugli ultimi anni di programmazione “creativa” di Doctor Who, ma non che non riesca a creare un milione di “episodi evento” in più rispetto a prima. Questo episodio, per esempio, si può considerare come un season premiere? In teoria no, ma in pratica… sì, è un season premiere come non ce n’erano più da “The Eleventh Hour“. È un “companion premiere”, che è pure meglio! Anche se in realtà non lo è, perché non è che non avessimo visto Clara prima. Lei però non aveva visto noi! Mal di testa.

Premessa: Ci sono delle Wi-Fi strane che intrappolano la mente delle persone, mentre il loro corpo muore. Don’t click. Don’t even click. Click and you’re dead.
Castello finto sopra la Bad Wolf Bay in Cumbria, 1207. Mentre il Dottore è in meditazione per ragionare su come trovare Clara, questa gli telefona (“il numero me l’ha dato una tizia”), perché non le va internet. È sempre fastidioso quando non va internet in effetti, in questi giorni con Telecom tornerebbe utile anche a me una linea diretta col TARDIS. Il Dottore comunque si precipita da lei, giusto in tempo per salvarla in extremis dall’essere caricata sulla Wi-Fi malvagia (che scopriamo essere gestita da una serie di cattivoni, agli ordini di… – nell’episodio si scopre alla fine, ma chissenefrega, l’episodio l’abbiamo visto tutti, per cui… – della Great Intelligence, che per motivi di privacy l’occasione ha il volto di Richard E. Grant). Il Dottore e la Clara dei nostri giorni così finalmente si conoscono. Lei, che all’inizio non sapeva nulla di internet, nel breve tempo che ha passato parzialmente nel cloud ha avuto in omaggio un pacchetto di skill informatiche che tornano sempre comode (anche per permettere al Moff di tirare frecciatine contro Twitter)… e riesce così a individuare la base dei cattivi: The Shard, giusto per dare subito un significato a un edificio nuovissimo. Clara viene caricata un’altra volta, questa volta al 100% e l’unico modo per scaricarla ora è scaricare tutti quanti. Cosa che il Dottore riesce a provocare facilmente caricando lui stesso la capa dei cattivi. Clara è così salva e forse, domani, partirà col Dottore…

Dunque, chiariamo subito una cosa, l’episodio è bellissimo! Più di una volta durante la visione mi tornava alla mente “The Eleventh Hour” come qualità (e per me “The Eleventh Hour” è il miglior episodio dell’Undicesimo Dottore). Non dico che sia così bello, perché mi serve qualche mese per metabolizzare, ma siamo da quelle parti. Soprattutto come episodio “singolo”… cosa che in realtà questo non è completamente (e quando mai lo sono completamente? Stiamo ancora oggi aspettando certe risposte da “The Eleventh Hour”), ma lo è sicuramente di più rispetto agli episodi comunque bellissimi della sesta stagione. C’è anche un chiaro debito a “Partners in Crime” (la miglior apertura di stagione di RTD, ed episodio che Moffat ha sempre amato) come atmosfera e ambientazione. Insomma, un episodio con nobili origini.

Clara è sostanzialmente la stessa Clara che abbiamo già conosciuto, con le dovute differenze causate dal non essere un Dalek che fa soufflé né una tata vittoriana. E Jenna è fantastica, ha subito trovato quell’alchimia magica con Matt che sfonda lo schermo con facilità. La scena notturna con lei alla finestra e lui sotto che le fa “da guardia” è entrata prepotentemente tra le mie preferite di sempre. Clara riesce persino a morire qualche secondo, giusto per non interrompere la sua gara con Rory per il numero maggiore di morti. Porta comunque con sé un numero sempre crescente di misteri… oltre a quanto già ci chiediamo da mesi abbiamo nuovi quesiti. Come… cosa sarebbe la foglia nel suo libro? E perché sul libro salta due anni (16 e 23)? Sono dettagli significativi o il Moff si sta prendendo gioco di noi?

Torna dopo tanti anni (da “The Empty Child”) il telefono esterno del TARDIS! Che non dovrebbe funzionare ma a volte capita lo faccia e dà anche inaspettatamente il titolo all’episodio, geniale! E naturalmente tutti ci chiediamo chi sia la signora che ha dato il numero a Clara. River salta subito alla mente, ma… diciamo che l’episodio potrebbe essere più simile a “Partners in Crime” di quanto immaginiamo (E non aggiungiamo altro, perché ulteriori illazioni sarebbero SPOILER!)

Una domanda però ha anche avuto risposta! “Oswin” sta per “Clara Oswald FTW“! Chi non ha riso per quaranta minuti dopo aver sentito questa frase esca dalla stanza ora, vada alla cabina della polizia di Earl’s Court (che ha creato imbarazzo ai tizi) a far penitenza e poi torni. A piedi!

Il ritiro iniziale nel castello medioevale segue a ruota il consiglio che la stessa Clara da piccola aveva dato al Dottore nel bellissimo prequel all’episodio. E ormai se non ci fanno almeno intravedere la Bad Wolf Bay una volta all’anno non siamo contenti, per cui possiamo già smarcare anche questo punto (non che ci siano dei castelli lì sopra. Ma non ci sono nemmeno astronavi precipitate se vogliamo essere pignoli.)

I nostalgici dei Pond (tutti, altrimenti penitenza come sopra) non possono dirsi insoddisfatti visto che ci siamo beccati persino un libro scritto da Amy nel 1954! Un libro il cui capitolo migliore, a detta di Clara, è l’undicesimo (eheheh). Sarà vero? Be’, possiamo farci una nostra opinione perché il libro è in vendita! Avevate dubbi? Non l’ho ancora letto per cui non so come sia (e come scriva la nostra “Amelia”), ma l’ho comprato e ho visto che ha effettivamente 11 capitoli!

Se proprio devo trovare un difetto nell’episodio è una certa… “scioltezza” con cui vengono gestiti i tempi di upload. Quando viene comodo che sia veloce ci vogliono due secondi, quando invece viene comodo che sia lento ci vuole il tempo necessario perché il Dottore arrivi e lo interrompa (irrealistico, nella vita reale è sempre il contrario). So che volendo ci poteva essere una spiegazione tecnica di due secondi che alla gente normale che guarda la TV avrebbe annoiato… ma a me piace rompere le scatole. Non che una cosa del genere possa danneggiare la qualità dell’episodio.

Questo è stato anche un episodio in cui Londra l’ha fatta da padrona, cosa rara con Moffat. Dalle inquadrature della City dalla finestra della capa dei cattivi (si sarebbe potuto capire subito dov’erano), allo Shard stesso (stessa?)… al materializzarsi del TARDIS sulla riva sud del Tamigi per permettere al Dottore, novello centauro (ho sempre sognato di dirlo, ora sono l’unico ad aver usato questo termine al di fuori di un telegiornale) di farsi tutto il Westminster Bridge con il Big Ben dietro, come Nine e Rose… o come i Dalek negli anni sessanta.

E non dimentichiamoci l’aereo Ryanair! Non è sembrato anche a voi fosse Ryanair? Mi pareva un Boeing 737…

A sorpresa poi torna la Great Intelligence… sembrava un cattivo “sprecato” nell’episodio di Natale (dove non aveva particolarmente brillato) e invece… continua a non brillare particolarmente anche in questo episodio (i cattivi non erano il punto di forza nemmeno qui), ma almeno si rileva far parte di un arco narrativo. Scena bellissima (e terribile) comunque quella della capa che dopo il reset cerca i genitori.

PS: So come si chiama la capa, ma non mi viene spontaneo riferirmi a lei come a “Mrs Kizlet”, non mi ha colpito abbastanza, tranne nella scena finale.

Come al solito lascio le parole di chiusura a Murray Gold. Ormai sono otto anni che quest’uomo ci delizia (anche se pure lui ha mollato Twitter, anche se silenziosamente e non con la fanfara come Moffat). E questa volta oltre al magnifico tema di Clara mi è sembrato pure di sentire qualche eco di vecchi temi, delle prime quattro stagioni, cosa che raramente succede dalla quinta in poi. Un caso? Un’allucinazione uditiva? Oppure…

“The Bells of Saint John” è stato scritto da Steven Moffat.

(Grazie a Morry, che con me cura Doctor-Who.it, per l’aiuto!)

Voto: 5 su 4

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