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9×11 – Heaven Sent

Heaven Sent“Can’t I just lose? Just this once!”

Ho finalmente ritrovato la mascella, quindi posso scrivere qualcosa. E questa volta senza far passare miliardi di anni.

Wow. Just wow. Forse l’ho già detto. Ma lo ripeto.

Wow.

Ci sono talmente tante cose meravigliose in questo episodio che fatico a scegliere da dove partire.

Prima di tutto… il Dottore è morto! Davvero, questa volta, e inaspettatamente. Quello che abbiamo ora è una copia. Ma… è il vecchio dubbio del teletrasporto che è in giro almeno da quando qualcuno l’ha concepito per la prima volta (immagino prima di Star Trek): ma se il teletrasporto in realtà uccidesse la persona originale e ne ricreasse ogni volta una nuova al punto di destinazione? Non ci sarebbe modo di saperlo perché la nuova persona sarebbe una perfetta copia dell’originale e quindi sarebbe l’originale in tutto e per tutto… con la differenza che l’originale sarebbe morto. In Star Trek ricordo, se non sbaglio, un doppio di Riker “nato” in questo modo.
Volendo il concetto si potrebbe anche estendere… chi ci garantisce che ogni volta che andiamo a dormire non moriamo e a svegliarsi domani non sia un’altra persona identica a noi? O anche l’estremo, che la cosa succeda ogni volta che chiudiamo gli occhi (don’t blink!) o ogni secondo!

Paura, eh?

Ma torniamo a noi, qui abbiamo solo il Dottore che essendo memorizzato nell'”hard disk” del teletrasporto può ricrearsi ogni volta, e ogni volta proviene direttamente dal finale di “Kill the Raven”, pochi secondi prima.

Una cosa non del tutto chiara nell’episodio è perché lui alla fine dica di ricordare… non può ricordare, è un altro Dottore. Quindi, o intende che ricorda in senso lato, ricorda perché capisce cosa sta facendo e da quanto tempo lo sta facendo e sente il peso dei secoli/millenni/eoni(!) oppure per qualche strana connessione telepatica Time Lord riesce, nel momento in cui comprende cosa sta succedendo, a percepire chi l’ha preceduto. Ma mi sembra improbabile e direi di più la prima… anche perché il suo riferimento è Clara. Lei non sarà con lui una volta fuori. E ogni singola volta sarà alla stessa distanza (temporale) dalla morte di lei. Questo è quello che ricorda, secondo me.

Quello che però è sicuramente chiaro è che ora il Dottore non ha miliardi di anni. Ne ha quanti ne aveva prima, più la durata dell’ultimo giro che ha fatto nel castello, quello in cui alla fine è riuscito a uscire. Quanto dura un giro? Boh, non mi sembra si dica esplicitamente. Sappiamo quanto tempo “libero” ha il Dottore portando il simpatico Veil dall’altra parte del castello, ma non sappiamo quante volte lo faccia… giorni sicuramente. Forse settimane, mesi… anni? Il numero di teschi nel mare non si può prendere come riferimento, temo, perché in miliardi di anni i teschi si disintegreranno pure (mentre il castello, che si automantiene, no!)

Una delle cose poi più inquietanti dell’episodio non viene nemmeno citata, ma è lasciata alla fantasia dello spettatore: noi abbiamo visto un giro completo del Dottore dopo 7000 anni… quando ormai le cose erano a regime. Pensate a come devono essere state invece le prime volte, quando non c’erano indizi, quando è dovuto arrivare da solo (per caso?) alla stanza numero 12, quando non aveva aiuti per capire che la favola dei fratelli Grimm era la risposta. Non avrebbe avuto alcun senso mostrare una di quelle volte, ovviamente, ma ci sono state. Potrebbero farci un libro, magari. Come “companion” all’episodio potrebbe starci. Ma dovrebbero fare attenzione perché dovrebbe essere un libro molto bello per poter essere all’altezza.

Ammetto di non aver pensato subito al fatto che questa non fosse la prima volta che il Dottore viveva l’esperienza, finché non ha trovato il teschio (che poi è caduto in mare). A quel punto il dubbio che il teschio fosse suo mi è venuto. Ma in realtà si sarebbe potuto capire immediatamente visto che l’episodio si apre con lui che muore! Il problema è che succedono subito talmente tante cose talmente velocemente che non ci si pensa più.

E a proposito di cose a cui non si pensa più presi dalla foga dell’episodio… perché il monologo iniziale del Dottore è scritto sul muro?

Poco chiara è sicuramente la dinamica del disco. Il castello apparentemente era nel disco, ma il disco era nel raggio di un anno luce dalla Terra per poter permettere la questione delle stelle (evidentemente da dentro il disco si vedono comunque le stelle dalla posizione “locale”). In effetti il disco ce l’ha Ashildr all’inizio, ma alla fine il Dottore esce su Gallifrey e sicuramente non sono passati due miliardi di anni. Forse verrà spiegato in futuro, forse no. In caso direi che potrebbe semplicemente essere che nel disco c’è un portale per Gallifrey in un determinato momento.

Ma parliamo del Mind Palace di Sherlock della Storm Room del Dottore! Idea molto azzeccata! Anche per poter dare al povero pubblico (senza il quale il Dottore non è nulla, lo dice anche lui) una scusa per sentirlo parlare da solo e spiegare le cose senza ricorrere alla totale follia. Inoltre per una volta vediamo in che modo e con che velocità riesce a ragionare il Dottore, nella spiegazione del tuffo. Ma soprattutto serve per mostrarci quanto Clara fosse diventata una parte importante nella vita del Dottore. Nella sua mente è a lei che si rivolge ancora ora che se n’è andata (sebbene per lui sia effettivamente appena andata, non importa quanti miliardi di anni siano passati nel castello).

Torna il tema della paura. Era l’argomento principale di “Listen” e ora si scopre che il Dottore se n’è andato da Gallifrey perché aveva paura, non perché si fosse annoiato. Inoltre ha paura di morire… non che sia una novità, già dal Decimo Dottore si capiva, in “The Girl in the Fireplace” e ovviamente “The End of the World”.

Ah, comunque la scorsa settimana avevo indovinato (per fortuna) ed erano i Time Lord a volere il Dottore. Quindi come se l’intero fantastico episodio non fosse bastato, finiamo… su Gallifrey! E la confessione che i Time Lord tanto volevano, l’identità dell’Ibrido… viene svelata, è lui! Oppure è Ashildr, che molto convenientemente si fa chiamare “me” giusto per poter lasciare questo dubbio alla fine di questo episodio (per la gioia di tutti i traduttori in ascolto visto che il doppio senso è intraducibile).

Ma in realtà non credo sia quello che volevano sapere, altrimenti non si sarebbe lasciato uccidere milioni di volte per non dirlo… per poi dirlo comunque appena uscito. Ci sarà dell’altro. (Oppure non pensava che ci fossero i Time Lord dietro e non voleva dirlo ad altri.)

E nel caso fosse lui, se è davvero l’Ibrido perché davvero la madre è umana come da film TV del 1996… Moffat, SEI UN PAZZO FURIOSO!

Che l’ibrido non possa essere mezzo Dalek ricorda anche quell’episodio che non esiste, quel “Daleks in Manhattan” che se esistesse ci farebbe tornare alla mente che ci volevano dei Dalek deviati per poter desiderare di creare un ibrido Dalek. Ma l’episodio non esiste per cui nessun riferimento!

Questa settimana non posso davvero fare a meno di citare il buon Murray Gold che ci regala 50 minuti di musica meravigliosa e quasi interamente nuova! Pochissimi “ricicli” o ritorni di temi noti, speriamo che buona parte di tutto ciò finisca nella colonna sonora della nona stagione (Però la prossima settimana un pochino di tema di Gallifrey non mi dispiacerebbe, lo ammetto!)

E Capaldi? L’anno prossimo si valuterà l’effettivo valore dei premi. Molto semplicemente, se non verrà premiato Capaldi in tutte le categorie “miglior attore” il premio non varrà niente.

Varie:
– Davvero prendendo a pugni un materiale più duro del diamante per due miliardi di anni si riesce a fare un buco? (Peccato non avesse la pala con sé, magari se la sarebbe cavata in qualche milione di anni…);
– I vestiti! Che sembrano gli stessi perché… sono gli stessi!
– Dopo Diagon Alley… Hogwarts!
– Ma se per un qualsiasi fattore esterno anche solo una volta il Dottore non fosse riuscito a tornare nella stanza del teletrasporto? Brrrrr…
– E se saltando dalla finestra per una volta avesse centrato un muro? Di nuovo, brrrr….
– La stanza con il muro non si “rigenera”! Ci possono essere milioni di spiegazioni, ma la cosa terribile è pensare al fatto che il Dottore, per le prime volte, non aveva modo di saperlo… (a meno che non si capisse con gli occhiali sonici).
– Il “Veil” era la paura del Dottore fin da piccolo, per quello “lo conosce” (e non perchè si ricorda delle vite dei suoi predecessori).
– Le mosche davano davvero fastidio!
– Credo sia la prima volta che si dice “arse” in Doctor Who.

E ora bisogna resistere una settimana per “Hell Bent”!

10 su 5.