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5×03 – Victory of the Daleks

Il Dottore gioca con un modellino di Dalek.Episodio: 5×03;
Titolo: Victory of the Daleks;
Titolo italiano: L’arma di Churchill;
Data di trasmissione in UK: ;
Data di trasmissione in Italia: ;
Scritto da Mark Gatiss.

Trovate il nostro commento dettagliato all’episodio su Serialmente. EDIT: Serialmente non c’è più, copiamo il post direttamente qui.

“Oi, Churchill!”

Siamo ormai giunti al terzo episodio e come ampiamente preannunciato dal titolo e dagli ultimi minuti dell’episodio precedente, è già arrivato il momento di reintrodurre i Dalek, la nemesi del Dottore che non è mai mancata dal suo ritorno nel 2005. Sarà già il caso? È già ora di giocare la carta Dalek? La prima stagione cinque anni fa aveva atteso qualche episodio in più, con il bellissimo episodio Dalek. Erano poi ricomparsi nel finale della prima, della seconda e della quarta, sempre con le storie più importanti della stagione, sempre con storie bellissime. Come dite? Sono comparsi anche nella terza? Uhm… no, non ricordo. Non ricordo proprio. Dev’esserci qualche interferenza. Quindi, dicevamo, finora i Dalek erano sempre apparsi in ottime storie… cosa sarà successo questa volta?

Il Dottore ed Amy arrivano da Churchill durante il Blitz. E scoprono che uno scienziato scozzese di nome Bracewell ha inventato… i Dalek! Soldati al servizio degli inglesi nella guerra e loro arma segreta. Il Dottore ovviamente esce di testa, cercando di convincere tutti che quelli sono Dalek, alieni assassini che vogliono solo sterminare chi non è come loro. Nemmeno Amy gli bada più di tanto, forse non ha visto la quarta stagione… A un certo punto il Dottore sclera, e pestando un Dalek gli dice chiaramente che lui è il Dottore e loro sono i Dalek. A questa affermazione, tutti felici i Dalek confermano la loro identità, rivelano che non è stato Bracewell a costruire loro, ma viceversa (è un androide a sua insaputa) e si teletrasportano sulla loro nave. Il Dottore (da solo) li segue e scopre che i Dalek stavano solo cercando la sua testimonianza sulla loro identità. Essendo infatti gli ennesimi sopravvissuti sfigati al precedente incontro col Dottore (e quindi generati direttamente da Davros), il loro dispositivo rigeneratore non li riconosceva come Dalek e si rifiutava di funzionare. Avendo ora la prova, viene generata una nuova razza di Dalek, più grandi, più incazzati e più… powerrangescamente colorati. Fanno fuori i vecchi Dalek sfigati, ma il Dottore riesce a scappare. Minacciano la Terra con un raggio che accende a giorno le luci su Londra (durante il Blitz: non bello), ma un attacco di X-Wing Spitfire modificati dal “redento” Bracewell blocca il raggio e fa scappare il Dottore. Ci sarebbe ancora una bomba nello scienziato, ma Amy evoca la forza dell’ammore e riesce a non farla esplodere. I Dalek riescono a fuggire e quindi, come giustamente dice il titolo, vincono. Tutti contenti alla fine dell’episodio: Churchill, i Dalek, Amy, il Dottore e lo scienziato. Ma perché Amy avrà dimenticato i Dalek? Mmhh…

Episodio decisamente migliore di quello della scorsa settimana. Dopo pochi minuti sembrava già finito, quasi alla “Midnight”! Complice probabilmente lo strano ritmo della storia (i Dalek vengono sconfitti ben prima della fine… da questo punto di vista poteva sembrare un episodio di Smallville, ma solo in questo!).

Personalmente amo i nuovi, colorati, Dalek… Power Rangers, appunto. O delle mini (come dice la figlia di Neil Gaiman). I vecchi erano magnifici, ma era effettivamente ora di svecchiare anche loro. Inoltre erano stati costruiti ad “altezza” di Billie Piper… era quindi giusto che questi fossero ad altezza di Karen! I vecchi Dalek comunque hanno dato un ottimo addio. La loro “recita” come servitori degli umani è fantastica. “Would you care for some tea?”. O quello che passa disinvolto di fianco al Dottore portando una cartelletta di documenti. Priceless.

Curioso il fatto che il titolo spoilerasse il finale. Chi avrebbe pensato che i Dalek avrebbero davvero vinto? Era così improbabile che nemmeno l’essere nel titolo poteva spoilerare davvero qualcuno. E invece… Sarà bello vedere cosa combineranno quando torneranno, probabilmente la prossima stagione (o già nel finale di questa?).

Probabilmente quei pochi che non conoscono i Dalek e hanno iniziato a vedere Doctor Who solo con questa stagione non riescono ad apprezzare pienamente l’ironia di vedere i Dalek in questo ruolo. Come succede alla stessa Amy, che per misteriosi motivi appunto non ricorda più nulla… è probabilmente la companion che ha l’incontro meno traumatico di tutte le companion, con i Dalek. Uccidono un paio di soldati davanti a lei, ma questo è quanto. Nulla rispetto a Dalek o a The Stolen Earth. (Come dite? Manhattan? Che c’entra ora l’America?).

E parlando di Amy… sembra già a suo agio come companion. Anche troppo. Tanto che se questo episodio fosse stato ventesimo invece che terzo non si sarebbe nemmeno notato. O è davvero molto ben preparata mentalmente a viaggiare per lo spazio e per il tempo, o hanno sbagliato a programmarlo. Anche se in effetti quando vede la Londra in CGI sul tetto, o quando saluta Churchill, rimane senza parole o quasi.

E il Dottore è il solito Dottore che comincia a urlare e scalciare quando vede un Dalek. Il che mi fa pensare più a un Nine, piuttosto che un Ten… in Dalek Nine dà fuori di matto come non mai alla vista del Dalek sopravvissuto. E allora toccò alla companion di mettere un freno alla sua rabbia. Oggi invece… per la seconda settimana di fila è la companion che salva la situazione, dopo che il Dottore, in un modo o nell’altro, si è arreso. O questo Dottore è particolarmente poco sveglio, o questa companion è particolarmente sveglia! Votiamo per la seconda. È lei a capire che per far sentire davvero lo scienziato umano era meglio far leva sui suoi sentimenti più nobili più che sul dolore. Situazione un po’ ai limiti dell’assurdo, ma salvata dalla bravura dell’attore che interpretava lo scienziato. Magnifica la scena in cui lui, de coccio, non capisce che lo stanno lasciando andare.

Molto bravo anche l’attore che interpreta Churchill. Ma c’è il trucco, l’aveva già interpretato a teatro nel 2008, E aveva quindi avuto il tempo di studiarsi Churchill per bene, inclusa la sua particolare cadenza o l’originale modo di pronunciare “nazi”.

Nell’ottica del Dottore reso sclerotico dalla presenza dei Dalek si può forse inquadrare anche la scena in cui zittisce Amy bruscamente. Porello, è frustrato che tutti amano i Dalek e nessuno lo caga… e lei sta lì a fare battute sugli scozzesi (ancora! Che siano loro il segreto tema della stagione? Altro che la-crepa-che-appare-sempre-meno-sottilmente…). Per fortuna però ci pensa il vero idolo dell’episodio a smorzare i toni: la terribile arma con cui il Dottore tiene in scacco i Dalek per dieci minuti… il Jammie Dodger! Geniale.

Un altro aspetto interessante dell’episodio è quello storico. Sebbene le Cabinet War Rooms ricostruite qui siano in realtà più grandi di quelle reali, sono abbastanza realistiche… e se volete vedere quelle vere basta guardare il Confidential, in cui l’autore dell’episodio Mark Gatiss ci accompagna in una visita guidata. Più che un Confidential sembra un documentario sulla Seconda Guerra Mondiale! Mark Gatiss non è l’ultimo arrivato, è stato lui a scrivere The Unquiet Dead (curiosamente, terzo episodio e primo episodio storico della prima stagione, come questo) e The Idiot’s Lantern (con la prima apparizione “Magpie” che sembra tornata di moda quest’anno).  E anche coautore, con Moffat, di Sherlock, un’attesa serie BBC su una versione moderna di Sherlock Holmes, di prossima trasmissione.

Un aspetto infine su cui forse è meglio sorvolare è quello scientifico… dubito che anche con bolle gravitazionali degli Spitfire potrebbero arrivare a quelle altezze. Ma francamente… chissenefrega. Non dimentichiamoci che il Dottore ha trascinato la Terra col TARDIS in passato! Ma chi avrebbe resistito? Spitfire nello spazio. E con effetti speciali davvero ottimi, fra l’altro. Anche Murray Gold si dev’essere sentito particolarmente patriottico, regalandoci una colonna sonora molto “britannica” e molto bella. Dovranno fare almeno un doppio CD per questa stagione se va avanti così.

In definitiva, un buon episodio, con buoni Dalek e buoni comprimari. Non un capolavoro, ma nemmeno un Dalek a Manhattan, per dire. Chissà da dove mi è uscita questa idea, Dalek a Manhattan, mmh…

E la prossima settimana… la prima parte dell’episodio che tutti stiamo aspettando! (E se non lo state aspettando… dovreste!)

Victory of the Daleks è stato scritto da Mark Gatiss.

(Grazie a Morry per l’aiuto!)

+


A qualcuno questo episodio e questi Dalek non sono piaciuti… ma personalmente, dopo un anno, posso confermare il primo impatto: bell’episodio e bei Dalek! In compenso abbiamo uno dei titoli italiani più campati in aria.

In replica .

Ricordate anche che

Nella gallery trovate alcune immagini dell’episodio.

Ecco il trailer dell’episodio:

5×02 – The Beast Below

Il Dottore ed Amy nella melma.Episodio: 5×02;
Titolo: The Beast Below;
Titolo italiano: ?;
Data di trasmissione in UK: ;
Data di trasmissione in Italia: ;
Scritto da Steven Moffat.

Trovate il nostro commento dettagliato all’episodio su Serialmente. EDIT: Serialmente non esiste più… ecco quindi il post direttamente qui.

“Help us, Doctor. You’re our only hope.”

Il primo episodio di un nuovo Dottore o di una nuova companion (vale doppio, questa stagione) è sempre introduttivo. Introduttivo rispetto allo spettatore che potrebbe aver iniziato a seguire la serie in quel punto, e introduttivo rispetto al nuovo personaggio/attore che viene presentato. Sia all’interno della storia che all’esterno, insomma, si parla di presentazioni. E le presentazioni della scorsa settimana sono state davvero ottime, per entrambi. E sono state anche un grande successo! Sono stati resi noti gli ascolti finali (che in UK includono anche chi ha registrato la puntata) e sono cresciuti fino a oltre 10 milioni! Più di tutte le precedenti season premiere (esclusa la prima, Rose, che è arrivata poco più in alto… ma c’erano anche stati 16 anni di pausa prima, in quel caso).
Stava quindi a questo secondo episodio di dover presentare in maniera credibile la prima vera avventura della companion al di fuori del suo mondo… ci sarà riuscito?

Prima di rispondere alla fatidica domanda, riassunto per gli smemorati!

Ventinovesimo secolo, la Terra è inabitabile e il Regno Unito è salito tutto a bordo un’enorme astronave, dove vengono riprodotti stati e città. Il Dottore ed Amy scoprono che c’è qualcosa che non va, i motori in pratica non esistono (ma la nave si muove normalmente) e ogni cittadino ogni cinque anni deve decidere se dimenticare una certa cosa terribile o protestare. Il tutto in una specie di stato di polizia, mantenuto da inquietanti maschere. Li aiuta niente meno che la regina Elizabetta X (“Liz 10″), sotto copertura e all’oscuro di tutto. Alla fine il Dottore scopre che anche la regina è d’accordo, ma dimentica, ogni 10 anni, e il suo regno dura da centinaia di anni. La nave si muove perché trasportata da un’enorme balena stellare che viene torturata per farla muovere. Il suo cibo sono i cittadini che protestano… ma non i bambini, alla bestia sono simpatici i bambini. Il Dottore si vede costretto a lobotomizzarla, per far cessare il suo dolore e non dover uccidere tutti gli abitanti della nave, ma Amy si rende conto che la balena è in realtà come lui e si era avvicinata alla Terra in quanto commossa dal pianto dei bambini; li avrebbe aiutati anche senza torture. Decide quindi lei per tutti, interrompe il Dottore e le torture. La balena stellare così, di sua volontà e nonostante tutto, continua pacificamente a trasportare la nave. Alla fine Winston Churchill telefona al Dottore perché vuole parlargli dei Dalek (seriously!).

Quindi, tornando alla domanda, l’episodio è riuscito a presentare in maniera credibile la prima vera avventura della companion? La risposta è sicuramente sì. Ma volendo rispondere alla domanda “questo episodio è stato fantastico come il precedente?” mi vedo costretto a rispondere di no!

Forse sono io, perché vedo in giro solo commenti positivi anche per questo episodio (meglio così); devo ammettere di non amare mai tanto gli episodi ambientati in astronavi piccole e buie * (questa non era piccola, ma alla fine sempre quel paio di set si son visti). Per esempio credo che 42 sia una delle più brutte storie di Doctor Who degli ultimi anni. E anche The Impossible Planet e The Satan Pit non mi hanno mai detto molto. O The Long Game. Okay, la smetto. Credo di aver trovato un po’ troppo espositivi alcuni momenti, come il filmato trasmesso ad Amy nella cabina elettorale (lei fa un ottimo lavoro per alleggerire, comunque, stravaccandosi sulla sedia)… sicuramente inevitabili, ma un po’ pesanti. Fra l’altro, nonostante tutte le spiegazioni, molte altre cose sono rimaste solo accennate, come cosa/chi fossero davvero gli Smilers e i Winders e il fatto che se quello era uno stato di polizia… be’, al suo comando c’era la pur simpatica Liz 10!

Ma in effetti non erano questi i dettagli principali della storia, questo era l’episodio in cui la companion scopriva una realtà diversa dalla sua e questo punto è stato sicuramente sviscerato fino all’estremo, tant’è che è lei a salvare la situazione alla fine.

Ho visto qualcuno criticare la fretta con cui il Dottore vuole uccidere la balena, considerandola un’opzione molto poco da Dottore. Il che è sicuramente vero, ma… le sue tre opzioni, quelle visibili ai suoi occhi, le espone chiaramente e in effetti tra le tre è la più umana… pardon, la più caritatevole. Ma sarebbe stata comunque una cosa enorme per lui, levare la vita a un essere innocente, solo per salvarne molti di più. (Fa abbastanza Spock, a pensarci bene.) Ed è per questo che alla fine questa è una grande prova superata per Amy, gli evita di fare qualcosa di terribile. Esattamente il compito di una companion. Come Rose in Dalek. Come Donna in The Fires of Pompeii.

E perché è credibile che Amy, alla sua prima avventura, capisca invece che c’è una quarta opzione? Perché lei può vedere l’unica cosa che lui non può vedere, se stesso. E non lasciamoci ingannare dal fatto che questa sia la prima avventura di Amy… è vero, lo è, ma lei lo conosce da quattordici anni! L’ha conosciuto solo brevemente per una notte da bambina, ma questa è bastata per farlo diventare la sua ossessione per anni e anni. E poi l’ha conosciuto di nuovo due anni fa, questa volta in maniera ben più prolungata. Non è appena arrivata, come sembra allo spettatore. Allo stesso modo ha senso che lui non si accorga, almeno coscientemente, del fatto che lui e la balena siano due casi simili. Forse lo fa in parte, quanto basta per fargli capire che preferirebbe morire piuttosto che essere torturato indefinitamente. O forse no… c’è solo un breve sguardo quando viene rivelato che la balena è l’ultima della sua specie, la cosa rimane ambigua. Ma è una cosa normale che anche le persone più intelligenti capiscano tutto degli altri, ma siano abbastanza “de coccio” riguardo se stessi… anche riguardo cose che noterebbero subito negli altri.

Mi è venuto anche il lieve sospetto che questo episodio sia stato scritto prima che assegnassero la parte a Matt Smith e che non sia stato particolarmente riscritto… è un episodio dove il Dottore potrebbe tranquillamente essere più vecchio, anche parecchio più vecchio, come aveva intenzione di prenderlo il Moff prima che si presentasse Matt. E forse la cosa resterà anche per il resto della stagione, chissà. La mia impressione nasce dal fatto che il Dottore assegni dei compiti a Amy, minacciandola di riportarla a casa se non li porta a compimento… e che quando lei sbaglia decide proprio di riportarla a casa. Sono atteggiamenti di rabbia che non eravamo più abituati a vedere nel Decimo Dottore con le sue companion. Anche se in effetti non avrebbero particolarmente stonato col Nono… ce lo vedo Eccleston. Anzi, in effetti “ce l’ho visto”, in Father’s Day. E lì era passato anche qualche episodio in più.

Ultima nota su Amy… se la cosa era stata appena accennata nello ultime battute dello scorso episodio, qui viene proprio detto: sta scappando. Scappando dal suo matrimonio (con Rory? Non vedo altre opzioni). Scappando dalla cosa che la farebbe “diventare grande”. E scappa quindi con Peter Pan, la notte prima del suo matrimonio. Perché può. (Mi piacerebbe far passare questa bella metafora come mia, ma non lo è. La metafora vi è gentilmente offerta da Steven Moffat nel Confidential.)

Parliamo brevemente di Karen, visto che questo era l’episodio di Amy. Assolutamente fantastica, riesce a esprimere la gioia e la meraviglia del viaggiare con il Dottore in quello che sembra una via di mezzo tra Rose e Donna (sarà che ha l’età di Rose e i capelli di Donna?)… e ha un’espressività facciale degna di Sally Sparrow (che quest’anno ha quasi vinto un oscar per cui mica bau bau micio micio!).
Infine, ovviamente la povera Karen si lascia torturare apertamente dal Moff, insieme al suo co-torturato Matt: la scena da novelli “Pinocchi” nella bocca della balena è meravigliosa… non li invidio davvero per le ore che hanno passato in quel liquame organico! (Li invidio per tutto il resto, magari.)

A proposito di quella scena, forse avrebbero dovuto chiamare l’episodio The Beast Strikes Back! Quante citazioni di Guerre Stellari c’erano? Dall’”Aiutaci Dottore, sei la nostra unica speranza” allo scaricatore di rifiuti… unito alla bestia in cui entra il Falcon nell’Impero (che per fortuna di Han & C, non vomita). Fantastico. C’era anche un “accoppiatore d’energia”, anche se quello potrebbe essere un aggeggio reale (?).

Altra menzione d’onore per la regina. Davvero un bel personaggio. “I’m the bloody queen. Basically, I rule”. E divertente la lista degli incontri del Dottore con gli altri reali. Sarebbe interessante prima o poi scoprire cosa ci ha combinato in dettaglio il Dottore con sua moglie Elizabetta I. :-) (Nel film Elizabeth c’era Christopher Eccleston, fra l’altro… mumble mumble… *head-explodes*)

Il finale, a sorpresa, anticipa già il prossimo episodio (come succedeva con i primi Dottori!), quindi non è spoiler citare già Winston Churchill e… i Dalek! Si preannuncia un episodio interessante!

Note:
– La crepa questa settimana è sull’astronave. Mmh…
– Dopo il Prisoner Zero, questa settimana c’è un bambino che prende zero. Mmh…
– Per la seconda settimana di fila si nota anche qualcosa di Magpie (direttamente da The Idiot’s Lantern!). Mmh…
– L’età di Amy scritta sul monitor à 1308, ma la voce dice 1306!
– Non bisogna confondere questo esodo dalla Terra dovuto ai brillamenti solari (di cui si parla anche nell’episodio del 1975 (!) The Ark in Space) con la fine della Terra di The End of the World! Ventinovesimo secolo contro anno 5.000.000.000!
– Un mondo sorretto da una balena stellare… può ricordare un mondo sorretto da quattro elefanti sorretto da una tartaruga.

* Certo, il mio telefilm preferito è ambientato su un’astronave piccola e buia… ma è una cosa diversa.

The Beast Below è stato scritto da Steven Moffat.

(Grazie a Morry per l’aiuto!)


La cosa più divertente che noto rileggendo questi vecchi commenti sono i tentativi di inquadrare il Dottore di Matt in schemi che conosciamo (“Questo è molto da Nine, questo è molto da Ten, questo è persino da One”)… mentre col passare del tempo, in maniera naturale, è semplicemente diventato IL Dottore, e quello che fa lo fa semplicemente da… Eleven! Lo stesso vale per Amy, il modo in cui si rapporta alle avventure in questi primi episodi… ora risulta perfettamente “da Amy”, in retrospettiva.

In replica .

Ricordate anche che

Nella gallery trovate alcune immagini dell’episodio.

Ecco il trailer dell’episodio (in realtà è il trailer dell’intera stagione, andato in onda in coda all’episodio precedente invece del classico trailer dell’episodio successivo):

Intanto, nel TARDIS (parte I)

Amy e il Dottore.Il cofanetto UK della quinta stagione contiene due simpatici extra, molto più importanti dei soliti dietro le quinte o bloopers: due scene aggiuntive come “premio”: “Meanwhile in the TARDIS” 1 e 2. Non si tratta di scene tagliate (come molti hanno pensato), ma di scene girate appositamente. Ed essendo scene riservate a chi acquista i DVD, evitiamo anche in questo caso di fare sottotitoli o di linkare i (comunque facilmente trovabili) filmati che qualcuno ha prontamente messo su YouTube. Certo, se uscisse il cofanetto in italiano (speriamo presto!) e non ci fossero questi extra allora probabilmente faremmo i sottotitoli. Per ora nulla ci vieta di proporvi comunque una breve trascrizione dei dialoghi! Sono due scene molto brevi (ma fantastiche) che hanno luogo sul TARDIS.

La prima avviene subito dopo il grande episodio odierno e quindi ve la proponiamo ora. La seconda sarà dopo tra il quinto e il sesto episodio, quindi ci vediamo tra qualche giorno!

Meanwhile in the TARDIS – I, di Steven Moffat.

5×01 – The Eleventh Hour

Il Dottore ed Amy.Episodio: 5×01;
Titolo: The Eleventh Hour;
Titolo italiano: L’undicesima ora;
Data di trasmissione in UK: ;
Data di trasmissione in Italia: ;
Scritto da Steven Moffat.

Trovate il nostro commento dettagliato all’episodio su Serialmente. EDIT: Serialmente non c’è più, copiamo il post direttamente qui.

“You’re Scottish, fry something.”

Il Dottore è tornato! Finalmente, dopo quasi due anni di pausa, con il solo sfogo di uno speciale ogni tanto, Doctor Who torna con un’intera stagione… e che stagione se il buongiorno si vede dal mattino. Tutto nuovo: nuovo Dottore, nuova companion, nuovo autore, nuovo TARDIS, nuova sigla e nuovo tema musicale (per fortuna, vecchio compositore).

C’è poco da dire senza spoilerare, quindi poche chiacchiere e andiamo a vedere cosa è successo in “The Eleventh Hour”… Allons-y!
O forse “allons-y” ora non si può più dire?? Vediamo cos’è successo nell’episodio.

Il Dottore precipita sulla terra nel 1996 e incontra una bambina scozzese di nome Amelia Pond. Sul muro della sua stanza c’è una crepa nell’universo dalla quale è scappato un misterioso “Prigioniero Zero”. Il Dottore sta ancora riprendendosi dalla rigenerazione e il TARDIS si sta ricostruendo dai danni subiti; costretto da questo a ripartire subito, il Dottore promette alla bambina di tornare dopo 5 minuti. Torna invece dopo dodici anni. Amelia Pond è diventata la graziosa (!!!!!!) Amy Pond che, un po’ restia a credere al Dottore dopo questo lungo “vado un attimo a prendere le sigarette”, lo aiuta a fare in modo che gli alieni alla caccia del Prigioniero Zero lo ricatturino ed evitino nel frattempo di distruggere per l’ennesima volta la Terra. Alla fine il Dottore se ne va a fare quello che dovrebbe essere un breve giretto per collaudare il nuovo TARDIS e torna dopo due anni. Perfetto, siamo quindi arrivati al 2010 ed Amy Pond accetta di partire con lui, a patto che la riporti a casa entro il mattino seguente perché ha degli impegni. Lui non lo sa, ma il mattino seguente lei si deve sposare…

Fine.

Sorpresi dalla brevità del riassunto? :–) Insomma, è ormai considerato delitto contro l’umanità non guardare Doctor Who, per cui se non l’avete visto… vedetelo! E poi tornate qui.

Caso più unico che raro, questo episodio ha il doppio scopo di introdurre un nuovo universo… che però è sempre quello vecchio. Nuovi personaggi (tranne uno), nuove ambientazioni, nuovo tutto, tranne che… in realtà non lo è. Una specie di Skins, ma sotto acido (il che, ora che ci penso, è tutto dire.)

C’erano tantissime aspettative su questo episodio, il primo di una nuova gestione e quindi una specie di incognita. Ma era davvero un’incognita? Personalmente non ho mai avuto alcun dubbio sul nuovo head writer Steven Moffat (che certo non è l’ultimo arrivato) e di conseguenza anche sulle sue scelte  per gli attori. L’unica mia paura nei mesi scorsi era relativa al compositore della colonna sonora (che è un elemento fondamentale di Doctor Who e i compositori geniali non abbondano), ma la paura è svanita quando è stato annunciato che Murray Gold sarebbe rimasto nel ruolo che occupa fin dal 2005.

E tutto è stato esattamente come si poteva immaginare che sarebbe stato.

Fin dalla sigla e dalle primissime scene che seguono (la lunga inquadratura notturna nel giardino di Amelia) si capisce subito che siamo nel dominio di Steven Moffat e lo si continua a vedere quando si parla di mostri oltre le crepe di un muro, porte che si vedono solo con la coda dell’occhio, battute sul cibo, lievi insinuazioni sessuali… ci sono tutti i suoi marchi di fabbrica. E nonostante questo, l’episodio non rappresenta un brusco cambiamento rispetto all’era RTD. Il tono e i personaggi rimangono simili ed epici esattamente com’erano prima.

Ma arriviamo subito a quello che ha fatto tanto discutere in questi ultimi 16 mesi: lo sconosciuto Matt Smith. L’alto, dinoccolato e goffo Matt Smith. Il capellone Matt Smith. È un buon Dottore? Porca miseria, eccome! Ovviamente il ricordo del grande David Tennant è vivissimo. Ma lo era anche quello di Chris Eccleston quando è arrivato Tennant. Come dice Moffat, non ci sono 11 Dottori, c’è un unico Dottore, interpretato da 11 persone… ed è l’apporto dell’attore ad avere l’influenza maggiore sulle eventuali differenze. Finora questo Dottore sembra più esagitato del precedente, ma l’abbiamo visto soltanto subito dopo la rigenerazione… ricordiamoci di quando Tennant saltò fuori dal TARDIS con la giacca di Eccleston e incontrò Mickey e Jackie. Devo ammettere comunque che non mi aspetto un Matt Smith molto meno agitato, in futuro. Finora si preannuncia davvero come un grande Dottore.

E subito dopo Matt, l’attenzione era tutta puntata su Karen Gillan. Che dire di Amy Pond? Il Moff (bastardo!) c’è andato pesante col suo personaggio… invece di farle semplicemente incontrare il Dottore ed avere così la vita cambiata dalla sua presenza (come le precedenti companion), Amy Pond incontra il Dottore da piccola… quanto basta per farlo diventare il suo “amico immaginario”, farlo sparire e cambiarle la vita con la sua assenza. Con il risultato di trasformare una bambina che prega e chiede favori a Babbo Natale (non è meraviglioso che preghi Babbo Natale?) in una ragazza che ha smesso di credere alla magia del suo Dottore immaginario (dopo quattro psichiatri) e che probabilmente ha perso completamente la fiducia nel prossimo. Il Dottore stesso deve sudare per riuscire a convincerla ad aiutarlo. Riuscirà a fare ammenda dei suoi ritardi (almeno con Rose era stato in ritardo solo di un anno… e se l’era portata dietro!) nelle prossime puntate/stagioni? Karen è bravissima nell’interpretare l’atteggiamento ambivalente di Amy: in parte la bambina che partirebbe subito felice, in parte la adulta ferita e scettica. E bravissima è la sua cuginetta che la interpreta da bambina! Ridateci baby!Amelia prima o poi!
La vita di Amy, fra l’altro, appare… interessante. Orfana (avremo un altro “Father’s Day”? Saranno veramente morti?) vive – o viveva – con la zia manco fosse Qui, Quo, Qua… ha il ragazzo (Rory, un Mickey meno sfigato di quanto fosse Mickey all’inizio) e di lavoro fa la “kissogram”. (Qualche telespettatore, probabilmente lo 0,00001%, si è lamentato che in un programma per famiglie questo sia esagerato. Gente, andate a farvi un giro… fa la kissogram, non Belle de Jour).

Sarà bello vedere finalmente il Dottore tornare a viaggiare con una companion, dopo tutto questo tempo da solo. RTD aveva detto che l’idea dietro al Dottore solitario era anche quella di poter poi lasciar dare al suo successore un ulteriore tocco di freschezza riprendendo una companion full-time… e sarà sicuramente così!

Pure l’ambientazione è innovativa: un paesino inglese invece della solita Londra. Un paesino dove tutti si conoscono (il tipo dell’auto, la nonnina… Jeff e la sua cronologia internet) e dove ci sono le salite! È un dettaglio insignificante, ma mi ha subito colpito la scena sulla salita dietro la chiesa. Non credo di averne mai viste in DW (ora arriverà nei commenti una lunga lista di salite…).

E il TARDIS! I magnifici interni del nuovo TARDIS. Il cambiamento rispetto al precedente non è, anche qui, netto… il set è molto più grande, ci sono molti più livelli e molti più aggeggi, ma l’aspetto familiare rimane quello… anni luce dagli antichi interni TARDIS asettici, che non mi hanno mai dato più di tanto. Chissà che non sia anche la volta che vedremo davvero altre stanze. Magari la piscina, in biblioteca o ovunque sia ora. Un episodio intero nel TARDIS non mi dispiacerebbe affatto.

La storia dell’episodio (il “mostro della settimana”) in realtà è un aspetto secondario in un episodio introduttivo come questo. Un prigioniero scappa, un prigioniero viene preso, la Terra viene salvata. I dettagli poco importano, quello che importa è come i personaggi vengono (re)introdotti e come interagiscono tra di loro. E come episodio introduttivo “The Eleventh Hour” funziona perfettamente. Ci fosse stata ancora qualche anima in UK che non conoscesse Doctor Who, vedendo questo episodio non si è sicuramente sentito tagliato fuori.

Si cominciano inoltre già a inserire gli elementi che probabilmente saranno le costanti di questa stagione. Le crepe nell’universo, la “pandorica” che si aprirà, il silenzio che cadrà… per ora sono solo parole. Così come lo erano “Bad Wolf”, “Torchwood” o “Harold Saxon” anni fa. Vedremo presto a cosa porteranno questi archi narrativi… RTD era un maestro in questo, ma anche Moffat non è certo da meno!

Infine torniamo all’inizio: la nuova sigla e la nuova musica. Il nuovo tema è bellissimo, recupera ulteriori echi delle vecchie versioni dei vecchi Dottori e allo stesso tempo mantiene il suo nuovo aspetto epico, pur in maniera più sottile e dark. E così la musica all’interno dell’episodio, la scena in cui la piccola Amelia va a prepararsi per andarsene col Dottore (povera!!!) è meravigliosa anche per l’altrettanto meraviglioso tema musicale che la accompagna (il tema di Amy, forse?) e altrettanto splendido è il tema che accompagna la “vestizione” del Dottore, il confronto con gli alieni, la carrellata finale in camera di Amy e il trailer della stagione. Quando esce il CD??

Trivia:
– Gli anni (1996-2008-2010) che ho dato non sono ufficiali al momento, ma dovrebbero essere corretti. In realtà il cartellino di Rory dice “1990”, ma non può essere! Al limite sarà la sua data di nascita.
– Il Dottore prende il suo nuovo “costume” in un ospedale, così come hanno fatto il terzo e l’ottavo Dottore! Secondo me Moffat ha incluso un ospedale solo per poter fare questa scena. (Personalmente penso che mi mancheranno le scarpe di Tennant.)
– Il Moff si cita, con il “timey-wimey” di “Blink”, i cowboy nella stanza (da “The Girl in the Fireplace”) e le varie “biblioteche”. Ma niente banane nella scena iniziale!
– E a proposito di “The Girl in the Fireplace”… l’analogia con quanto succede con Amy Pond è evidente: il Dottore le compare da bambina e poi di nuovo da adulta. Chissà se le analogie continueranno…
– Il Dottore ne sa più di noi di social network… Facebook, Twitter e… Bebo?
– Quell’onda su quel vecchio strumento del TARDIS che il Dottore zittisce alla fine… ha la stessa forma della crepa nella camera di Amy.
– Gli ascolti sono stati ottimi e perfettamente in linea con gli anni scorsi, nonostante ci sia in giro qualche giornale che afferma il contrario (e che probabilmente non sa fare due conti :–) )
– Quando il Dottore dice “I’ve put a lot of work into it”, riferendosi alla Terra… cita se stesso nello speciale parodistico non canon “The Curse of Fatal Death” scritto da Moffat (il suo primo Who!) nel 1999.
– I bastoncini di pesce nella crema pasticcera… BLEARGH!

The Eleventh Hour è stato scritto da Steven Moffat.

(Grazie a Morry per l’aiuto!)


E finalmente anche Matt Smith e Karen Gillan debuttano sugli schermi nostrani! (Be’, Matt ha debuttato brevemente ieri, in realtà). Steven Moffat ha debuttato mesi fa e non c’è bisogno di presentarlo… e così Murray Gold che per fortuna nostra è rimasto a scrivere la meravigliosa musica. Gli unici “novellini” sono proprio Matt e Karen. E Arthur Darvill (Rory). Ma non resteranno tali a lungo!

Tenete gli occhi aperti, già in questo episodio c’è un vaghissimo indizio sul finale di stagione!

E attenzione che l’episodio essendo più lungo di un episodio normale comincia più presto!

In replica .

Nella gallery trovate alcune immagini dell’episodio.