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Doctor Who – 8×12 – Death in Heaven

Death in Heaven7 agosto 2014
Domanda: Will the Master be coming back anytime soon?
Steven Moffat: No. I accidentally just said the truth! No, not really. I think the story’s sort of done. I thought what Russell did with that was so brilliant, because I did think it was over.

Riassunto breve che c’è già troppo da dire dopo: Clara si finge il Dottore per non farsi uccidere dai Cybermen, ma Danny, che ora è risorto come Cyberman la porta in un cimitero e le chiede di attivarle l’inibitore di emozioni perché lui non può farlo. Intanto Missy viene fatta prigioniera dalla UNIT e il Dottore viene nominato presidente del mondo (no, seriously) e portato su un aereo. Missy però uccide Osgood, butta Kate giù dall’aereo e lo fa saltare in aria; solo il Dottore si salva. Tutti finiscono al cimitero di cui sopra mentre i Cybermen prendono lentamente il controllo dei cadaveri umani. Il Dottore lascia che Clara attivi l’inibitore a Danny perché gli servono informazioni da lui. Missy dona il suo esercito al Dottore, il suo piano era questo: mettergli a disposizione un esercito imbattibile per mostrargli che non è poi così diverso dal suo vecchio amico Master. Il Dottore tituba, ma rifiuta, capisce finalmente di non essere né un uomo buono, né uno cattivo. Ma anche con l’inibitore Danny non fa del male a Clara, pur senza emozioni resiste al controllo e distrugge le nuvole dei Cybermen che avrebbero distrutto l’umanità ponendo fine alla minaccia (e distruggendo anche se stesso). Il Dottore sta per uccidere il Master, ma ci pensa il Brigadiere invece, sottoforma di Cyberman. Ha anche salvato sua figlia dall’aereo. Danny poi avrebbe un’ultima possibilità di tornare, ma la cede al bambino afgano ucciso anni prima. Dopo qualche tempo Clara e il Dottore si incontrano, lui le mente dicendole di aver trovato Gallifrey alle coordinate lasciategli dal Master (non è vero) e lei mente a lui dicendogli che Danny è tornato e ora stanno insieme (non è vero). E si abbracciano, facendoci scoprire il motivo per cui questo Dottore odia gli abbracci: perché è solo un modo per nascondere la faccia. E non potrebbe essere più vero di questo caso, dopo una stagione basata sulle bugie si finisce con altre due bugie, questa volta, almeno nelle intenzioni esclusivamente per il bene dell’altra/o. Alla fine kthxbye per entrambi. Ma Babbo Natale non è soddisfatto del finale di stagione…

Ed eccoci qui! Come ogni anno il finale di stagione scatena polemiche a non finire e sollevazioni popolari di “[Inserire nome di showrunner] deve andarsene!”. Non sarebbe Doctor Who altrimenti! Poi in realtà l’episodio alla maggior parte della gente piace e alla lunga ci si ricorda solo di questo se non ci si annota da qualche parte delle polemiche, com’è giusto che sia. Credo che tuttora “Last of the Time Lords” continui a essere quello per cui c’è stato più casino, a mia memoria (non ho assistito “live” a “The Parting of the Ways” e “Doomsday”).

Detto questo, a prima visione l’episodio mi ha lasciato un po’ perplesso. Mentre la prima parte mi era risultata subito bellissima e assolutamente compatta e precisa, qui ho trovato “tanta roba” che ha avuto bisogno di essere ben digestita (oltre a due ulteriori visioni, naturalmente). E alla fine m’è piaciuto molto (anche se ho una riserva). Completamente diverso da quanto visto in passato, completamente nuovo e finale adattissimo alla stagione che si conferma di altissimo livello (non so ancora personalmente dove la piazzerei nella mia classifica personale… sicuramente la sesta con la sua continuity stretta rimane al primo posto, poi si vedrà.)

Come dicevo ho però rilevato un problema nell’episodio. E di riflesso uno con la stagione, ma su quello torno dopo. Nell’episodio ho trovato incomprensibile il cambiamento di atteggiamento di Clara rispetto a “Dark Water”. Nell’episodio precedente gli eventi nascono perché Clara avrebbe fatto di tutto per arrivare a Danny Pink, anche “andare all’inferno”. E lo fanno, ci vanno e anche lì lei continua a essere focalizzata interamente su di lui, fino alla fine dell’episodio. In questo episodio invece… niente, la cosa è come dimenticata. Trovo sensato che accada all’inizio quando deve salvarsi il culo dai Cybermen (pericolo immediato), ma poi quando rinviene nel cimitero… non pensa nemmeno un secondo a Danny, ma incensa inutilmente il Dottore. Lo scopo (di Moffat) è chiaro, visto che il Cyberman davanti a lei è a sua insaputa proprio Danny, ma ho trovato fosse estremamente in contrasto rispetto alla scorsa settimana (che per lei è pochi minuti prima). Poi Danny si rivela e tutto torna sui binari corretti, chiaramente, ma la cosa mi ha infastidito.

A livello di stagione invece, vista la risoluzione finale della storia tra Clara e Danny, credo che quest’ultimo sia stato sottoutilizzato. L’anno scorso avevo avuto qualche problema con la velocità di risoluzione della storia dell'”Impossible Girl” e qui ci troviamo di fronte a un problema simile. Anche se probabilmente una stagione qui sarebbe bastata per introdurre pienamente il personaggio, il problema è che Danny è comparso in pochi episodi. Il motivo è chiaro, Danny non è un companion, non è interessato a viaggiare, è sostanzialmente una persona noiosa (non è una replica di Rory e nemmeno di Mickey) e quindi non si sarebbe potuto inserire in episodi ambientati su altri pianeti o in altri periodi storici. In questo modo però la sua storia con Clara, principalmente vissuta offscreen, risulta meno efficace e così la sua risoluzione.

Una mia amica in una recensione negativa all’episodio (con la quale – ovviamente – sono in totale disaccordo) nota che il Dottore e Clara sembrano “una coppia di disadattati che non sanno bene che stanno facendo”… ed è vero, è una descrizione perfetta, ed è stato quello il bello della stagione. Un story-arc basato sull’evoluzione della personalità di due personaggi e sul loro rapporto. Quando Moffat descriveva una stagione più dark (cosa risultata effettivamente solo vera nel finale) forse avrebbe dovuto descrivere una stagione più intimista, perché questo è stata. Clara, dopo aver debuttato come companion perfetta la scorsa stagione messa a confronto con un nuovo Dottore e con un ragazzo problematico a casa, non sa più bene cosa deve fare, cambia idea ogni cinque minuti, è confusa, da un lato fa da parte umana del nuovo spaesato e stralunato Dottore, dall’altra vorrebbe mandarlo a cagare (e lo fa) più volte. Il Dottore invece non solo è rigenerato, ma viene anche da 900 anni su Trenzalore, e oltre a essere un po’ più scorbutico dei due precedenti, si pone delle domande sulla sua “bontà”. E per tutta la stagione noi pensiamo “ma certo che è un uomo buono, cosa se lo chiede a fare?” perché sostanzialmente ci veniva automatico pensare che se non fosse stato buono, allora sarebbe stato cattivo (la dicotomia con il Master. Finalmente in questo episodio, e proprio grazie al Master, il Dottore si rende conto che non essere buono non significa essere cattivo. È ovvio certo, ma bisognava pensarci. Come diceva a Robin Hood, non è un eroe, ma non è nemmeno un cattivo come il Master. Sorry, Missy, ma in questo duello alla Sherlock/Moriarty non vinci realmente. E non l’avresti fatto nemmeno se il Cyber-Brigadier non avesse interrotto il Dottore. Non è un uomo buono quindi forse avrebbe potuto ucciderti questa volta (non è più “Last of the Time Lords”). Ma non è nemmeno cattivo quindi ucciderti non lo avrebbe reso uguale a te.

Questa stagione, e il rapporto tra i due protagonisti, mi ha ricordato molto la prima stagione di Torchwood. Dove tutti quanti erano dei disadattati che non sapevano cosa stavano facendo. Con la differenza che là tutti si sparavano l’un l’altro e quando non facevano quello facevano sesso. Perché RTD voleva sottolineare che era uno show per adulti, ma la differenza sostanziale era quella. Poi siccome quella era una prima stagione e tutti i personaggi erano nuovi tranne Jack, il risultato era che lo spettatore finiva per odiarli quasi tutti (per poi affezionarsi in seguito quando i rapporti cambiano) (e quindi poi li ammazzano quasi tutti, ovviamente). Qui invece i personaggi sono già ben noti, quindi non li odi, ma rimani giustamente spaesato.

A proposito di personaggi amati ammazzati.. Moffat, probabilmente spronato dalle incomprensibili barzellette tipo “Ci sono George R.R. Martin, Joss Whedon e Steven Moffat in un bar…” decide per la prima volta di uccidere un personaggio ricorrente amato. Non l’aveva mai fatto prima (no, non l’aveva mai fatto) e non si può proprio affermare che sia stato fatto con leggerezza o per lo shock value. Si doveva mostrare che Missy era il Master, che ammazza la gente come fossero grissini; Kate non sarebbe andata bene perché il suo ruolo è importante, Osgood invece, ahinoi, era perfetta. E dico ahinoi perché anch’io la amavo. Ma come ben sappiamo se conosciamo le nostre serie TV, ogni tanto qualche personaggio che ami deve morire. È difficile farlo in Doctor Who, perché alcuni personaggi non ha senso che muoiano (Rose, Amy…) ed è forse per questo che con Moffat non era mai successo. Ora è successo. E naturalmente è successo cinque minuti dopo che il Dottore le ha proposto di viaggiare con lui… una vera condanna a morte questa proposta (come Rita in “The God Complex”). E aveva pure farfallino di Eleven e All Star di Ten. SIGH! (Sono sicuro che fosse lo Zygon!)

Parlando di Kate… il Brigadiere! Qualcuno è rimasto scandalizzato dalla sua presenza. Boh, io rimango perplesso invece. Non dalla presenza, ma da chi si è scandalizzato. È stato un fantastico omaggio a un bellissimo personaggio che salva la figlia e uccide il Master (si fa per dire) risparmiando al suo vecchio amico di doverlo fare lui. Per chi non sapesse chi fosse il “Brigadiere” basti dire che era il padre di Kate e per tanti, tanti anni companion del Dottore. Katy Manning (Jo Grant, companion del Terzo Dottore) ha pianto (per la commozione, malpensanti! :P).

E parlando del soldato per eccellenza della serie… ecco che viene a compimento il tema del soldato che ha pervaso la stagione. Alla fine è un soldato (Danny Pink) che salva il mondo, con un notevole discorso motivazionale (un po’ inutile se non per lo spettatore, gli altri erano Cybermen un po’ rinco) ed eseguendo in qualche modo gli ordini del Dottore, nonostante il suo ruolo da “ufficiale” tanto disprezzato da Danny (e da sé stesso).

Poi c’è la questione dell'”ammore che ci salverà tutti”. Sì e no. Quello era in “Closing Time”, e fornisce un buon precedente, ma qui la questione è spiegata diversamente o quantomeno ulteriormente. Non dice che l’amore è un’emozione più forte dell’inibitore Cyberman, dice che l’amore non è (solo) un’emozione, ma qualcosa di più, una promessa, che non viene modificata dall’inibitore. Sarà così con tutti? Sarà così solo per personalità particolarmente forti? Succede con Danny, succede con il Brigadiare, succede con la capa di Torchwood in “Doomsday”, per cui una logica la segue. Ed è meno cheesy.

Tutta la scena del cimitero (buona parte dell’episodio) ha una certa “serietà”… sarà l’ambientazione, sarà la luce (chiaramente falsa, credo ci sia il sole in realtà, ma l’effetto è perfetto), saranno gli inquietanti Cybermen che escono dalle tombe con movenze quasi da stop motion, ma il complesso era davvero opprimente.
E poi, dal cielo, arriva Mary Poppins, il Master, Missy. E si scopre quale fosse il suo masterplan questa volta. Non la solita conquista del mondo, ma… regalare al Dottore un esercito imbattibile, per dimostrargli che i due non sono poi tanto diversi. In fondo il Master rivuole indietro il suo vecchio amico. Qualcuno potrebbe dire che questo Master non è tanto in linea con il Master originale di Roger Delgado (lo ammetto, non ho mai visto un episodio con lui, devo rimediare) e probabilmente è vero. Ma è assolutamente in linea, come scopi, mezzi e comportamento con il Master di John Simm! E anche a livello recitativo Michelle Gomez è superlativa. Speriamo torni presto e nonrigenerata, tanto è ovvio che non sia morta. Il Master non muore mai e anche l’effetto quando è scomparsa era quello del teletrasporto, non quello di qualcuno colpito da un Cyberman. Magari il teletrasporto veniva attivato da una scarica di energia. O magari aveva il suo TARDIS in tasca. Spero che lo scopriremo presto (anche se probabilmente avremo una spiegazione simile a quella che dava sempre il Master negli anni 80 quando ricompariva dopo essere stato ucciso per l’ennesima volta: “Sono sfuggito!” LOL).

Stavo quasi per dimenticare la prima scena! Sarà che io l’ho trovata solo una scena molto divertente e simpatica e niente più (occhi e “sigla” inclusi), ma c’è qualcosa di interessante nelle informazioni che Clara dà ai Cybermen fingendosi il Dottore… quattro mogli! River, la regina Elisabetta, la nonna di Susan e… Marylin? E Jenny viene nominata per la prima volta (se non sbaglio) dopo sei anni! Ambiguo se il Dottore Clara sappia che sia viva o meno.

Per la prima volta abbiamo avuto un finale (e una stagione) non timey-wimey da Steven Moffat. Ma… è del tutto vero? Se ci pensiamo il Master ha scelto Clara in quanto control freak che presto o tardi avrebbe portato lì il Dottore. Ma scegliendo Clara il Master ha causato anche gli eventi di “The Name of the Doctor”, salvando il Dottore migliaia di volte, e persino quelli di “The Day of the Doctor”, salvando di fatto Gallifrey. Ma se il Dottore, senza Clara, non avesse salvato Gallifrey… il Master come avrebbe potuto scegliere Clara, visto che sarebbe morto con tutti gli altri? Ah! Abbiamo quindi il tipico cerchio perfetto (che non è un paradosso, è l’esatto opposto), è il cacciavite sonico della Pandorica!

E a proposito di eventuali paradossi (o mancanza di). Clara deve essere incinta. O non si spiegherebbe Orson Pink. C’è da dire che uno dei Post-it che si vedono all’inizio di “Dark Water” specifica “Tre mesi”. Che fosse quella la cosa principale che Clara voleva dire in realtà a Danny prima che lui morisse?

Lo scopriremo probabilmente a Natale. Perché è chiaro che a Natale Clara ci sarà ancora, lo dice Babbo Natale in persona non serve nemmeno scomodare foto dal set o annunci ufficiali della BBC!

Solo due appunti finali (perché ne ho già scritta troppa di roba!)

  • Perché Clara non riconosce Missy visto che è stata Missy a darle il numero? (Questo avrei dovuto dirlo settimana scorsa.) (Era travestita?)
  • Il Dottore conosce già Babbo Natale (come dovrebbe) oppure salterà fuori che sparava cazzate?

E che voto do all’episodio? Gli avrei dato il massimo, ma quella cosa di Clara mi sta un po’ sul gozzo per cui abbasso un poco. 9,9 su 10!

“Death in Heaven” è stato scritto da Steven Moffat.

Grazie a Morry per l’aiuto!

Doctor Who 8×11 – Dark Water

Dark Water

“iPads? We have Steve Jobs!”

È stata un’esperienza abbastanza curiosa vedere questo episodio domenica mattina a Lucca dietro la nostra esposizione LEGO praticamente senza sentire una parola e affidandoci solo ai sottotitoli. E ignorando tutte le persone che ci chiedevano qualcosa (mi scuso se eravate tra queste persone!). Ma è stato bellissimo comunque… le nostre facce e le nostre esclamazioni probabilmente sarebbero state da filmare…

ANYWAY! Clara sta dicendo a Danny al telefono che lo ama e si prepara a raccontargli tutto e lui viene messo sotto da una macchina e muore. Clara sclera e rapisce il Dottore minacciandolo di distruggere tutte le chiavi del TARDIS se non sistema la cosa e siccome lui rifiuta, le distrugge davvero. Ma in realtà era un’illusione provocata dal Dottore per vedere fino a che punto sarebbe arrivata. Ora che lo sa… ovviamente la aiuta lo stesso, o non sarebbe il Dottore. Andiamo quindi a vedere cosa c’è dopo la morte. Arrivano quindi in un mausoleo con degli scheletri dove trovano Missy, che si spaccia per un robot. In realtà non è vero, lei è a capo di tutto e gli scheletri sono Cybermen. Danny è ovviamente nella Nethersphere che si scopre essere… un hard disk dei Time Lord. Il piano di Missy: fornire ai Cybermen i corpi degli umani morti, mentre prepara le loro menti nella Nethersphere. Clara comunica con Danny perché vuole raggiungerlo e lui, non volendo che lei muoia, contempla di “cancellarsi”. Intanto i Cybermen invadono Londra e Missy si rivela per quello che è sempre stata… il Master.

Missy è il Master… esattamente la prima cosa che tutti avevano pensato fin da subito per questioni di assonanza. Era così palese da essere diventato improbabile. Seriamente, chi pensava realmente che sarebbe stato il Master? Seriamente!. E no, aver votato questa opzione sul sondaggio del Radio Times non conta. Era wishful thinking, anch’io l’avevo votato. Tant’è che all’inizio quando dice di essere un robot non si può fare a meno di restare delusi perché automaticamente si pensa “allora c’è dietro qualcun altro. Gus?” E poi salta fuori che ha mentito… e che è una Time Lady! Che il Dottore ha abbandonato e lasciato per morta! E si pensa subito… chi? Susan? Non scherziamo. Romana? Naah. La Rani? Boh, nessuno la conosce ai nostri giorni, un’introduzione così dal nulla avrebbe un impatto emotivo molto basso.
E quindi restava solo un’opzione… la migliore e la più coraggiosa: cambiamo sesso al Master! Sì è stabilito già da tempo ufficialmente che la cosa può succedere, quindi perché no? Facciamocene una ragione, prima o poi succederà anche al Dottore e non c’è niente di male se l’attrice è brava. E direi che in questo caso lo sembrerebbe decisamente! Che voce! Ed è pure scozzese. La Scottish agenda di Moffat è arrivata al suo apice.

Avevamo lasciato il Master su Gallifrey durante le fasi finali della Time War, ributtato dentro insieme a Rassilon. Come sarà rigenerato e come sarà uscito? Non so se lo scopriremo, il Master è abituato a saltar fuori dal nulla pur quando è teoricamente morto (un po’ come Loki). Sempre che non sia un Master precedente, ma non credo… Inoltre, da quanto tempo il Master sta raccogliendo i morti nella Nethersphere? Segue in qualche modo il Dottore oppure sono realmente centinaia di anni (vedi “Deep Breath”)?

Passando all’altro argomento principale… oh Clara, my Clara. Moffat ci è andato giù davvero pesante con te. Anche a Amy è morto Rory (più volte), ma lei aveva sempre avuto modo di seguirlo subito e in qualche modo salvarlo (o dimenticarlo totalmente), ma nel tuo caso non è così semplice e qualcosa in te si spezza, esci di testa e invece di chiedere aiuto al Dottore passi direttamente alle minacce, sapendo che lui non ti aiuterà.
Ed è qui che abbiamo la scena che per me ha fatto fare il “click” definitivo a Twelve. Nel momento in cui le dice “Pensi che tenga a te così poco che tradirmi faccia qualche differenza?” quello che razionalmente era già da mesi per me il Dottore lo è diventato anche emotivamente. Signore e signori, Peter Capaldi è il Dottore. E con questa scena i primi 16 minuti di questo episodio sono tranquillamente tra i più belli mai visti.

Incidentalmente viene anche esplicitato quello che è ovvio da anni… che il Dottore sa quando può cambiare le cose e quando non può.

Danny, poraccio, schiatta… e scopriamo finalmente il suo “segreto” che era esattamente quello che immaginavamo: da soldato ha ucciso un bambino.

A proposito della questione della vita dopo la morte, che ha causato qualche agitazione ad alcuni spettatori bigotti e poco attend:, viene detto chiaramente che non è realmente l’aldilà, solo qualcosa “in mezzo”. E questo è ancor più chiaro quando si scoprono i piani del Master. Questo non lo rende meno inquietante però, con tutta la questione della cremazione…instant classic!

  • I Cybermen che escono da St. Paul ovviamente sono un omaggio a “The Invasion”.
  • Riuscite a riconoscere tutte le storie sui Post-it di Clara a inizio episodio, quando vuole raccontare tutto a Danny?
  • Mentre Clara parla a Danny il telefono… non sta chiamando!
  • Non ne possiamo più di vedere il museo di Cardiff in ogni episodio, ce ne sarà ben un altro!
  • Ma scopriremo in questa stagione, ormai, perché Twelve ha questa faccia?
  • Nessuno ricorda che al Dottore basta schioccare le dita per aprire il TARDIS (e pure a Clara) perché Clara sta sognando e quindi segue il suo piano senza lasciarsi influenzare dai fatti.
  • La situazione di Danny (e di tutti quanti) ricorda molto da vicino quella di River.
  • Sì, il Master ha baciato il Dottore. Con la lingua. E gli ha pure dato tre bacini sul naso. Cercate di non sclerare. Also, la faccia di Clara impagabile.

    Detto tutto questo… sì, c’è la possibilità che il Moff ci stia trollando sull’identità di Missy, ma spero di no perché ritengo quasi impossibile fare meglio di così.


Niente da dire, anche fosse durato solo i primi 16 minuti questi episodio sarebbe stato al top dei top, e invece ci becchiamo pure la spiegazione migliore per Missy e il ritorno del Master con uno dei suoi soliti piani incasinati: 10 su 10.

“Dark Water” è stato scritto da Steven Moffat.
Grazie a Morry per l’aiuto!

Doctor Who – 8×04 – Listen

Fear makes companions of us all.

Ommamma, che responsabilità. Il primo episodio “singolo” scritto da Steven Moffat fin dai tempi della biblioteca. Tutti ci stanno rimuginando sopra, tutti ne stanno parlando… sbrighiamoci allora, prima che diventi freddo (ma ho un sospetto: questo non diventerà mai freddo).

Il Dottore da solo non ha niente di meglio da fare che riflettere a voce alta sul fatto che forse non siamo mai soli e forse c’è sempre qualcun altro con noi, una razza che si è specializzata nel nascondersi e che quindi nessuno vede mai; il mostro sotto il letto che, come tutti hanno sognato almeno una volta nella vita, ti afferra una gamba appena cerchi di alzarti. Recupera quindi Clara da un appuntamento disastroso con Danny Pink e parte con lei per risolvere questo mistero. Il TARDIS dovrebbe portarli alla prima volta in cui Clara ha fatto il sogno, ma invece finiscono dal giovane Danny Pink, dove incontrano effettivamente un possibile mostro sotto una coperta. Altro giro nel futuro, questa volta da un discendente di Danny Pink (e Clara?), ma anche qui si conclude con un nulla di fatto. “Accidentalmente” però, mentre il Dottore è svenuto, Clara porta il TARDIS su Gallifrey, trovando il Dottore da bambino a letto che piange perché non vuole fare il soldato. Ed è lei ad afferrargli la gamba da sotto il letto quando lui prova ad alzarsi. Nel dormiveglia gli spiega anche che avere paura non è una cosa brutta, anzi, è un superpotere (discorso che aveva sentito fare al Dottore al piccolo Danny poco prima) e quindi non deve vergognarsi di aver paura.

Elephant in the room, Clara ha condizionato il Dottore fin da quando era piccolo, seppur superficialmente. Prima che si inizi a gridare allo scandalo su come Moffat possa permettersi certe cose bla bla bla ricordiamoci che sono esattamente queste cose che hanno reso la serie quello che è oggi, ed è compito e dovere di ogni showrunner prenderne atto e realizzarle. E realizzarle bene, possibilmente, come in questo caso. Senza questo genere di retcon non esisterebbe rigenerazione, non esisterebbe Gallifrey, non esisterebbero i Time Lord, non esisterebbe nulla, perché sono tutte cose arrivate anni dopo l’inizio della serie ed è giusto e sacrosanto continuare a farlo. Altrimenti, come ho letto in un esilarante commento ieri, ci potrebbe essere qualcuno al mondo che sostiene che la serie ha perso il suo spirito originario quando Ian e Barbara sono entrati nel TARDIS la prima volta, perché prima era un’interessante serie in cui due insegnanti vagavano nel cortile di un robivecchi (LOL).

Detto questo, a qualcuno potrebbe invece dare fastidio nello specifico che sia Clara ad avere questo “onore” (rispetto magari a qualche altra companion del passato), ma è ormai chiaro che Clara è una companion importantissima per il Dottore e se l’anno scorso la sua storia può essere stata un po’ affrettata (sono il primo a dire che avrei lasciato il mistero della Impossible Girl molto più a lungo, ma il cinquantesimo incombeva) ora non si può più dire niente essendo ormai il suo personaggio sviluppato pienamente. Se non piace è puramente questione di gusto personale.

Non c’è nulla di sconvolgente nella vicenda comunque, ormai è appurato da decenni che senza companion il Dottore non è pienamente il Dottore e per tutta la sua vita il Dottore ha imparato da chi viaggiava con lui. Il fatto che abbia iniziato a farlo fin da quando era bambino non cambia questo concetto e non lo sminuisce affatto. È quindi tutto predestinato? No, non tutto; certe cose sì, certe no, dipende quale genere di viaggio nel tempo richiede la storia. È ben noto che in Doctor Who tutti i diversi tipi di viaggio nel tempo sono possibili in circostanze diverse.

Le nuove informazioni che ci giungono da Gallifrey sono estremamente innovative e viene spontaneo chiedersi se avranno conseguenze al di fuori dell’episodio. Ora sappiamo che il Dottore viveva in un orfanotrofio (?) dotato di fienile (?) o che aveva molti fratelli (?) Quelli erano i suoi genitori? Perché non avrebbe dovuto fare l’Accademia per diventare Signore del Tempo? Perché il soldato? Wow! Un’intera serie di domande nuovissime! Il soldatino senza fucile è un’ottima metafora del Dottore che rifiuta (in genere) l’uso delle armi pur essendo suo malgrado un combattente. E scopriamo che “come Hulk” il Dottore ha sempre paura, ma anche che questa è una cosa buona perché la paura è un superpotere (che fantastica e imprevedibile definizione della paura!). A mente fredda comunque non è una novità, se si pensa alla vita del Dottore (ricordate quando Reinette gli legge la mente?), ma è la prima volta che il concetto viene messo esplicitamente in questi termini.

La conclusione dell’episodio porta a pensare che naturalmente non esista nessun mostro, nessun cattivo, nessun alieno che davvero abbia perfezionato l’arte del nascondersi, era in tutti i casi l’altra spiegazione, quella razionale. Sotto la coperta c’era davvero un altro bambino (Rupert dice di no, ma perché di colpo crediamo a un bambino spaventato?), a fare rumore nella nave di Orson Pink era davvero la nave stessa e, soprattutto, a scrivere “Listen” sulla lavagna era stato davvero il Dottore, come subito suggerito da Clara. Niente di meglio che urlarti la soluzione in faccia subito per fartela ignorare. Inoltre il sogno non viene mai dimostrato che tutti lo facciano. Solo il Dottore, qualcuno in alcuni libri e (forse) Clara.
Anche se, anche se… il dubbio in fondo rimane, aver trovato un’altra spiegazione (è la paura che accompagna sempre il Dottore, non una creatura aliena) non implica che anche l’altra possa essere vera. Per cui non dormite sonni tranquilli!

Riguardo il “mostro della settimana” non si può non sottolineare che, ancora una volta, il Dottore sbaglia completamente ed è Clara, di nuovo, ad avere ragione. E questa volta il caso è plateale, tant’è che il “caso” stesso viene creato dallo stesso Dottore (dando inizio agli eventi che a loro volta causeranno il suo dubbio iniziale) in un tipico loop moffattiano, da “chi ha aperto la Pandorica se il cacciavite sonico era dentro?” (È incredibile quante volte, ancora oggi, molta gente ci ponga questa domanda.)

Come spesso accade con Moffat, comunque, l’idea era già usata in un suo bel racconto, “The Corner of the Eye” del 2007. Ma in quel caso la creatura – che ha esattamente le caratteristiche di quella ipotetica di cui si parla qui – è sicuramente reale e ha anche un aspetto simile a quello che si intravede sfocato sotto la coperta nella cameretta di Danny per una frazione di secondo. Queste creature si chiamano “Floof”, ma è ovvio che questo racconto non può essere canon o il Dottore già saprebbe della loro esistenza (come quando Moffat ha riciclato da un altro suo racconto mezza trama e Sally Sparrow per “Blink”, o come quando Paul Cornell ha adattato il suo romanzo del Settimo Dottore “Human Nature” per la TV).

L’ipotetica creatura presenta caratteristiche simili ad altri alieni ben noti, ma si differenzia da tutti loro per qualcosa. Il Silenzio (ora noti come i confessori della Chiesa bla bla) mentre sono in vista sono creature come le altre e possono essere battute, semplicemente ci si dimentica di loro quando non si vedono più; Prisoner Zero (e la porta di Amy) cercavano in maniera più blanda di stare “oltre” la coda dell’occhio; in “The Girl in the Fireplace” gli automi erano anche loro “mostri sotto il letto”, ma anche in questo caso in maniera più blanda; i rumori dell’astronave di Orson Pink ricordano quelli di “Midnight”; i Vashta Nerada quasi non si vedono; e i Weeping Angel sono praticamente l’opposto. Interessante che i “Floof” precedano comunque tutte queste creature.

L’appuntamento di Clara con Danny può passare in secondo piano con una storia così, ma non è da sottovalutare. Innanzitutto Moffat torna a scrivere Coupling per pochi minuti (e per chi non avesse mai visto Coupling è tutto così), ma oltre a questo l’appuntamento fa da collante alle fasi della storia senza alcuna soluzione di continuità, avanti e indietro nel tempo. E scopriamo che Danny ha scavato ventitré pozzi! Davvero un ottimo ritratto di un soldato contrario ogni stereotipo.

Con molta leggerezza viene citata per la seconda volta nella stagione (la prima era con Strax in “Deep Breath”) la futura eventuale morte di Clara, di cui lei non vuole sapere nulla, anche in questo caso. Probabilmente è un dettaglio significativo.

Clara dimostra di saperci fare con i bambini, sia il piccolo Danny (Rupert) Pink che con il piccolo Dottore. E non è un caso, in fondo è una maestra e una baby-sitter. Il Dottore invece si dimostra, ancora una volta, il Dottore prima che il Dodicesimo Dottore. Certo, sarà brusco nel dire che non bisognerebbe raccontare bugie rassicurante al piccolo Rupert, ma… cosa cambia rispetto a Eleven che diceva la verità alla piccola Amy (ricordandole che in genere gli adulti mentivano) in “The Eleventh Hour”? Solo i modi più bruschi.

Le stelle fanno capolino più del solito in questo episodio. Negli occhi del piccolo Dottore, sul maglione del Dottore (molto fashion, quasi ogni settimana cambia vestito) e nella bellissima frase del Dottore in “difesa” dell’oscurità, senza la quale non vedremmo, appunto, le stelle.

Fantastico infine che la scena su Gallifrey sia proprio in quel fienile. Non finiscono lì per caso, in quanto Clara viene distratta dal Dottore proprio mentre il TARDIS le sta leggendo la mente (ricordiamoci che è un TARDIS a cui è stata tolta la “sicura”). Il fienile, finora anonimo, assume così un nuovo significato molto più importante per il Dottore. Appropriato il breve flashback con John Hurt, per rinfrescare la memoria agli smemorati.

Potrei non citare Murray Gold? No, non posso. Ennesima partitura fenomenale. La scena finale su Gallifrey è da brividi. E bellissimo l’accompagnamento alla scena al ristorante in cui c’è il tema di Clara finché lei per sbaglio non chiama Danny “Rupert”, ponendo bruscamente fine alla “sua” musica (con un suono di bottiglia rotto).

Varie:

  • Il TARDIS pieno di libri ovunque è davvero figo.
  • A Clara piace vedersi da dietro.
  • La frase sui Sontaran era relativa alla rigenerazione del Terzo Dottore nel Quarto (si è confuso).
  • La frase di Clara “La paura ci rende compagni” il Dottore la ripeterà ai suoi compagni nel primissimo episodio del 1963.
  • E naturalmente anche il riferimento al “mai codardo, mai crudele” di “The Day of the Doctor” viene da qui.
  • La faccia che fa il Dottore quando si rende conto che il caffè che ha fregato al tizio è buono è impagabile.
  • Ormai non si contano più le volte in cui si va alla fine del mondo/universo.
  • Il Dottore vede il soldatino all’orfanotrofio, ma non batte ciglio, pur avendolo Clara lasciato a lui da piccolo. O alla fine lo ha ignorato, o se l’è scordato.
  • Oltre alla paura, con il Dottore, ovviamente c’è sempre qualcun altro… noi, gli spettatori! Questo episodio ha una mezza dozzina di piani di lettura.

Per concludere un episodio fondamentale, che approfondisce un nuovo strato alla personalità del Dottore e che porta avanti la storia nel futuro costruendo sul passato in maniera esemplare.

Ci sarebbero altri milioni di cose di cui parlare, ma spero di aver toccato almeno i temi principali. È l’episodio più bello di tutti i tempi? Magari no (e comunque difficilmente ci si accorge immediatamente quando lo è). Almeno “Blink” e “The Eleventh Hour” (i miei preferiti) gli stanno un gradino sopra come episodi singoli.


Ciononostante… 10 su 10!.

“Listen” è stato scritto da Steven Moffat.

Grazie a Morry per l’aiuto!

Doctor Who – 8×01 – Deep Breath

“Nothing is more important than my egomania!”
“Right, you actually said that.”

Rieccoci!

E, a sorpresa, direttamente su Doctor-Who.it questa volta, perché come saprete Serialmente ha smesso di proporre commenti e recensioni agli episodi. Potevo smettere anch’io (magari in futuro!), ma per ora proviamo a spostarci direttamente in “casa” e vediamo come va.

Dopo tanta attesa finalmente è arrivato il buon Peter Capaldi… il Dottore vecchio, omiodio le ragazzine non lo vorranno più vedere, sarà un fallimento, moriremo tutti e altre amenità.

Brevemente. Subito dopo la rigenerazione il Dottore e Clara arrivano nella Londra vittoriana di Vastra, Jenny e Strax, portandosi dietro per caso anche un dinosauro. Qui il Dottore ha la solita sindrome post-rigenerativa e si ricorda poco o niente, ma inizia comunque a indagare su una serie di casi di combustione spontanea (tra cui quella del povero dinosauro). Si scopre così che ci sono dei droidi che si riparano da milioni di anni (!) usando parti umane e bruciando il resto del corpo del malcapitato di turno per non far sorgere sospetti. Sono cugini di quelli di “The Girl in the Fireplace”. Il Dottore li batte. Intanto Clara ha dei dubbi su di lui, ma una telefonata di Matt da Trenzalore la convince. Il droide “morto” si sveglia infine in un “Paradiso” dove una certa “Missy” lo attende.

Leviamoci subito il dente: l’episodio, di Steven Moffat, non è The Eleventh Hour, è “The Christmas Invasion” e va benissimo che lo sia. “The Eleventh Hour” è forse il più bell’episodio in assoluto di Doctor Who, ed era una situazione completamente diversa: non solo nuovo Dottore, ma nuovo tutto: companion, autore, produzione… tutto quanto (tranne la musica). Qui invece cambia solo il Dottore e la storia viene costruita proprio sul fatto che il Dottore viene circondato da facce note che vengono raccolte attorno a lui il più possibile, non solo Clara, ma Vastra, Jenny e Strax. E pure il nemico è in qualche modo familiare (anche se lui non se lo ricorda).

Si parte con un dinosauro… che viene inaspettatamente utilizzato pochissimo, pur essendo tecnicamente ottimo. Il nuovo Dottore è più importante di un dinosauro, ma introdurlo è un’ottima idea e fa sicuramente fa parte degli elementi inseriti per rendere l’episodio più appetibile a chi potrebbe essere intimorito da una serie di scene con gente seduta a parlare. Ho il sospetto che molti meno bambini di quanti ci si potrebbe aspettare vengano scoraggiati da tali scene, quando è il Dottore a parlare, ma un dinosauro sicuramente non fa mai male. Nella stessa categoria si potrebbe classificare la massiccia presenza di Strax (che alla prima visione avevo giudicato persino eccessiva, ma ora direi che ci sta e il Times in faccia a Clara è esilarante), sdrammatizzare i toni di un episodio che sulla carta poteva sembrare un po’ troppo oscuro, ma che all’atto pratico non lo è stato più di tanto.

Il Dottore non ricorda bene le cose dopo questa rigenerazione… nomi, parole, ma anche avvenimenti. Confonde le persone (Clara e Strax… Clara e Handles!) e anche quando più avanti non ha più problemi con i nomi continua a non ricordare gli avvenimenti di “The Girl in the Fireplace” il che è quantomeno singolare considerando quello che succede in quell’episodio. Di recente si era comunque scordato anche la Grande Intelligenza, per cui forse cominciano a essere troppe le cose da ricordare…

E poi c’è la questione del “flirtaggio”… in un’intervista chiaramente presentata male dal giornalista (non si sa quanto in buona fede) sembrava che Capaldi si fosse imposto per levare il lato “romantico” del personaggio. Già si sapeva che non era così, ma si inizia a chiarire nell’episodio, viene sottolineato come il Dottore si considerasse in precedenza una specie di ragazzo di Clara (e non viceversa!) e che quello fosse un errore da parte sua. In compenso il nuovo Dottore flirta con la dinosaura… e sarà divertente vederlo quando prima o poi incontrerà River Song! La questione dell’aspetto giovanile del Dottore è comunque trattata principalmente nel discorso tra Clara e Vastra. Vastra si incazza apparentemente in maniera eccessiva quando ha l’impressione che Clara fosse affezionata solo all’aspetto fisico del Dottore (scopriamo poi che sta facendo apposta per farla sbottare) dandoci un’interessante spiegazione del motivo per cui il Dottore avesse l’aspetto giovanile (per farsi accettare più facilmente) e del perché ora non ce l’abbia più (si fida abbastanza di Clara e lei dovrebbe accettarlo anche più “maturo”).

Naturalmente Clara non è rincoglionita di colpo, visto che è ben consapevole delle rigenerazioni del Dottore avendole viste tutte… semplicemente Clara rappresenta noi spettatori. Anche noi siamo ben consapevoli delle rigenerazioni del Dottore, ma ogni volta che cambia c’è sempre quel dubbio di fondo… “lo accetterò? Sarà anche lui il mio Dottore?” Dalla nostra parte noi abbiamo la fiducia in Moffat, sappiamo che difficilmente sbaglierebbe, ma Clara non conosce Moffat, non ha nulla a cui aggrapparsi, per cui la sua reazione a pelle per quanto irrazionale è perfettamente comprensibile. E dà anche un nuovo spessore al personaggio, tant’è che Jenna rischia quasi di rubare la scena a Capaldi tanto è brava a caratterizzare la Clara in preda ai suoi conflitti interiori.

E il Dottore non la aiuta affatto, abbandonandola persino in balia del “cattivo”. Naturalmente lo fa solo perché sa che saprà cavarsela… e lei, in fondo, lo sa, ma Eleven l’avrebbe fatto?

La risposta è… boh. I due Dottori sono realmente così diversi come potrebbe sembrare a prima vista? Fate una prova… guardate qualche scena dell’episodio chiudendo gli occhi e immaginando Matt al posto di Peter. Scoprirete che praticamente in quasi tutti i casi Matt direbbe le stesse cose. Con un tono di voce diverso, gesticolando e muovendosi diversamente, ma alla fine il Dottore è sempre uno solo e le differenze vengono apportate principalmente dal modo in cui l’attore recita, il modo in cui ci mette del suo. Naturalmente poi essendo questa la prima stagione di Capaldi, il Dottore per cui Moffat è abituato a scrivere è Matt… vedremo come procederà nel resto della stagione (e nelle eventuali sue prossime)… il primo episodio non è comunque mai indicativo in questo senso. Tra l’altro ho notato che in un paio di occasione Capaldi somiglia tantissimo a David Tennant! Fateci caso quando sorride sul TARDIS verso la fine… è uguale!

Il Dottore è spaventatissimo del fatto che Clara “non lo veda” e questo lo si può capire fin dal discorso “del dinosauro” che partirà anche come traduzione inconscia del lamento della povera bestia, ma termina sicuramente parlando di se stesso. Per fortuna alla fine, dopo la telefonata di Matt, Clara inizia a vederlo… un po’ come il bambino che infine riconosce Peter Pan in Hook.

E parlando della telefonata di Matt… è sicuramente stata un colpo al cuore a tantissime persone, ma utile anche ai più “duri” (qui rappresentati da Clara) per accettare o almeno cercaer capire il nuovo Dottore. Da notare che Eleven scopre qui che diventerà grigio… che si sia autoinfluenzato? O siccome ormai la rigenerazione era già iniziata ormai era così e basta?

Vogliamo poi parlare della… scozzesità del nuovo Dottore? L’accento non è particolarmente marcato (anche perché in USA non capirebbero una mazza!), ma si nota e naturalmente si sprecano le battute sulla voglia di indipendenza delle sopracciglia, o sull’incolpare gli inglesi di tutto o sul doversi sempre lamentare. La cosa non viene citata esplicitamente, ma avrebbe senso se il Dottore fosse diventato scozzese a causa di Amy (così come Ten aveva preso il suo accento da Rose, abbandonando quello “del Nord” di Nine).

C’è poi il discorso della faccia riciclata. Anche qui il Dottore non ricorda dove l’abbia vista e dove l’abbia presa (la stessa cosa che fa notare al droide alla fine), ma è sicuro di averla già vista. Si ricorderà autonomamente più avanti? O ci sarà un fattore esterno che tornerà sull’argomento? E perché ha scelto questa faccia?

I due momenti fondamentali dell’episodio comunque sono probabilmente i due discorsi. Il primo tra Vastra e Clara di cui ho parlato sopra e il secondo tra Clara e il Dottore al ristorante, prima di accorgersi che non era realmente un ristorante. Convinti entrambi che l’annuncio l’avesse scritto l’altra/o torna di nuovo in primo piano l’egomania di Clara che lei nemmeno contesta, ribadendone l’importanza davanti a tutto. I due attori nella scena si muovono e recitano come una coppia che lavora insieme da anni, si vede subito che si sono subito trovati sulla stessa lunghezza d’onda. Tra l’altro, casualmente, questo primo episodio è anche stato il primo a essere girato, per cui queste sono davvero le loro prime scene insieme (a differenza di Matt e Karen a suo tempo).

Per quanto riguarda il “cattivo” (pretestuoso come doveva essere, ma anche abbastanza interessante), alla fine il droide si sarà buttato da solo o l’avrà spinto il Dottore? Uno dei due mentiva sulla sua programmazione di base, ma sappiamo bene che il Dottore è sempre un po’ ipocrita quando si tratta di non far del male a qualcuno. Non vorrà toccare le pistole e tenderà a cercare di salvare Davros, ma alla fine aveva pur sempre distrutto Gallifrey (ora non più, ma in origine sì). Per cui entrambe le cose possono essere. Avrei lo stesso dubbio se si fosse trattato di un altro Dottore, chiaramente, non è una questione di sopracciglia indipendentiste assassine.

Torna infine un punto che sembrava essere stato abbandonato (ma figurarsi, con Moffat!)… la donna del negozio! Quella che ha dato il numero del Dottore a Clara e che ora sembrerebbe aver messo l’annuncio sul giornale. E che, incidentalmente, è il motivo per cui risolvono il caso, se fosse stato per loro o per la Paternoster Gang, sarebbero ancora lì a girare per Londra. Chi è la misteriosa donna? Non River, visto che Clara ha ora visto River (o almeno non sarà River con la faccia da Alex Kingston). Che sia… Missy? E chi è Missy? Definisce il Dottore “il suo ragazzo” e in qualche modo assiste agli eventi come noi (commenta l’accento e lo… acquisisce). Missy da Mrs, cioè Mistress, femminile di Master? Mah. Una rigenerazione uscita non si sa bene da dove di River? Mah. La Rani? Mah. Il TARDIS? Mah. Reinette? Mah. E cos’è questo “Heaven” esattamente? Come ci giunge un droide “morto”? Il nuovo story-arc è iniziato, ne scopriremo di più un po’ alla volta, immagino.

Chiudiamo! Murray Gold… wow, praticamente solo musica nuova tranne un accenno del tema di Clara! Non è ancora chiaro se il nuovo tema del Dottore sia quello che si sente mentre “fugge” dalla camera da letto o meno (diverso da quello sentito in “The Time of the Doctor”), ma si presenta molto bene!

Varie ed eventuali:

  • Il barbone è il marito di Elisabeth Sladen, Sarah Jane Smith;
  • Quando Vastra passa l’ossigeno a Jenny “si baciano”… e qualche imbecille ha avuto il coraggio di lamentarsi. Ma andate a buttarvi in mare.
  • Il nuovo Dottore non sembra avere frasi particolari, ma “Geronimo” non è ancora morto.
  • Viene nominata Amy! Semplicemente perché era più alta di Clara! LOL.
  • Come si fa i capelli da sola in quel modo Clara? È esperta di pettinature vittoriane?
  • Si è detto che questo Dottore non corre… ma in realtà almeno per ora corre eccome: sui tetti, a cavallo… nuota persino!
  • La location del “Paradiso” sarà anche la stessa di “The Girl Who Waited” (e non solo), ma non credo che il posto risulti essere lo stesso.
  • La sigla! Anche i muri sanno ormai che Moffat ne ha vista una fan-made, gli è piaciuta e ha ingaggiato il fan che l’aveva realizzata per fare quella reale. Di mio posso dire che a suo tempo mi era piaciuta con riserva, perché mancava il time vortex. Ora in quella vera il time vortex, seppur brevemente, c’è, per cui non posso proprio lamentarmi!
  • Come in “The Christmas Invasion” il Dottore per buona parte dell’episodio gira in pigiama.

Tirando le somme, ottimo episodio introduttivo e siccome qui non abbiamo nessuna regola esprimere i voti posso inventarmela sul momento e finalmente adottare la mia scala preferita, in decimi con la virgola! 😛

Voto finale quindi 9,5 su 10!

“Deep Breath” è stato scritto da Steven “ho appena vinto un Emmy per Sherlock alla facciazza vostra” Moffat.

Grazie a Morry per l’aiuto!

Press Gang compie 25 anni

Spike, Kenny e Lynda.
Spike, Kenny e Lynda.
…e cos’è Press Gang, direte?

Il 1989 è un anno che si ricorda per diverse cose. Indiana Jones e l’ultima crociata, naturalmente, ma nel mondo di Doctor Who il 1989 è un anno purtroppo noto perché la serie fu cancellata, con l’ultima data di trasmissione il 6 dicembre 1989, la terza parte del serial del Settimo Dottore “Survival”.

Ma sempre nel 1989, e per la precisione il 16 gennaio (oggi), un’altra cosa iniziava. Su ITV andava in onda la prima puntata di una nuova serie per ragazzi intitolata “Press Gang”.
Creatore (su idea del padre) e autore unico di tutti i 43 episodi (spalmati nell’arco di 5 stagioni) è il nostro Steven Moffat, al suo debutto televisivo.

La serie è ambientata nella redazione di un giornale scolastico che vede come “giornalisti” sia i ragazzi migliori della scuola, sia i peggiori, inseriti in redazione per dar loro uno scopo. Protagonisti principali sono Lynda Day (Julia Sawalha) e Spike Thompson (Dexter Fletcher); lei la direttrice del giornale (e prototipo assoluto di tutte le donne moffattiane), lui il tipico ragazzino ribelle (americano, con l’accento più finto che si sia mai sentito, perché l’attore è inglese). Ovviamente le cinque stagioni saranno principalmente incentrate sul loro rapporto, ma se vi aspettate una serie romantica per ragazzini/e… sbagliate. Sicuramente i ragazzini la guardavano (era un successo di critica e di pubblico), ma Press Gang è anche forse la serie in cui Moffat ha toccato i temi più seri: armi, suicidio, invalidità, incidenti, morte… Okay, forse dicendo così non la sto rendendo molto attraente, vero? Ma come dice un personaggio nella 4×01 “Bad News”:

Sex and violence; I love children’s television.

Naturalmente sto esagerando, la serie tocca temi seri, ma è tutt’altro che seriosa. Al contrario, se conoscete Moffat anche solo da Doctor Who o da Sherlock dovreste sapere che la risata è sempre facile nelle sue storie… senza nemmeno stare a scomodare le sue sit-com (di cui magari parliamo un’altra volta!).

Qualche attore in comune con DW? Julia Sawhalla era la companion del Dottore in “The Curse of Fatal Death”, Lee Ross (Kenny) è il pirata che a metà di “The Curse of the Black Spot” sparisce nel nulla e nessuno più ricorda e infine Clive Wood (Matt Kerr) era il centurione in “The Pandorica Opens”.

La serie è andata in onda almeno una volta in Italia a metà degli anni 90 su Rai2 al mattino. Non so se nella sua interezza o solo in parte e non so se sia mai stata replicata… ma una versione doppiata esiste, anche se non l’ho mai vista. Ci sono comunque i DVD in inglese (con sottotitoli in inglese, vedi sotto). Rai4, ci stai ascoltando? Controllate gli archivi, sarebbe interessante da trasmettere!

Qualcuno ha messo alcuni episodi su YouTube… sicuramente verranno levati prima o poi, ma intanto vi lascio un link al primo episodio per farvi una vaga idea della serie. Cancellate dagli occhi i vestiti anni 80, dalle orecchie l’accento di Spike e vedrete che sotto rimane qualcosa. In questo primo episodio in realtà non succede niente, serve solo a introdurre i personaggi e a fornire le premesse della serie:

Avete scovato il palese riferimento a Doctor Who?

E a proposito di riferimenti, in un altro episodio troviamo la frase “I don’t have to prove it. I just have to print it”… che potreste aver sentito questa domenica, nell’ultima cosa scritta da Moffat andata in onda (“His Last Vow”).

Proprio oggi è stato messo online un sito dedicato ai 25 anni della serie che sta aggiungendo molto materiale tra cui una bella recensione di questo primo episodio! Da leggere subito dopo la visione.

L’intera serie si può acquistare a un prezzo veramente basso (meno di 18 sterline + spedizioni) su Amazon.co.uk. Fate attenzione a non acquistarla su Amazon.it (stesso identico cofanetto – non c’è la lingua italiana – ma costo 85 EUR) e a non prendere i cofanetti delle singole stagioni: ogni stagione costa di più dell’intera serie. Misteri del mercato DVD.

Altre informazioni le trovate nel sito sopracitato e sulla pagina di Wikipedia. C’era (e c’è ancora) anche una mailing list dedicata, che 20 anni fa vedeva tra i sui membri persino Moffat stesso. Altri tempi! Al momento la mailing list principalmente viene tenuta viva da una “Citazione del giorno”.

Buoni 25 anni di attività, Moff… ai prossimi 25!