Reminds me of you when you were younger.
When I say younger, I mean last month.
Okay, questo l’ho trovato carino.
Niente di entusiasmante che entri negli annali della storia di Doctor Who, però almeno era originale e molto ben scritto. Sono solo io che quando guardo serie TV in generale ogni tanto mi fermo – letteralmente – e mi dico, parlando da solo come un pazzo, “Oh, questa persona sa scrivere!”. Questa settimana mi è successo e questo non può che far piacere, in questa stagione.
Era un episodio molto alla RTD, per molti versi, e anche un po’ alla Moffat per altri (più che altro, ora abbiamo anche il pluriball da temere, ed è Moffat quello noto per prendere aspetti della vita normale e renderli terrificanti).
Inoltre, altro aspetto che ho apprezzato, l’episodio non è semplicemente una critica ad Amazon, come può sembrare a una prima analisi. Certo, lo è, alla fine l’azienda diventa principalmente “organica”… ma chi è che chiede aiuto e dà inizio a tutta la vicenda? A sorpresa non sono gli organici, ma è il sistema stesso. Il cattivo, è invece un ragazzo normale, non l'”azienda”.
Sorvoliamo invece sulla particolare economia di questo strano pianeta… se il 10% è organico e quella è l’azienda più grande – occupa una luna, persino – e ha “ben” 10000 lavoratori organici (“ben”?) qualche conto non mi torna, ma non ha importanza, non sono questi i veri problemi.
Non mi aspettavo che la ragazza, Kira, schiattasse così tranquillamente. È stata una morte assolutamente da era RTD, chi non ricorda Lynda con la y in “Parting of the Ways, nella prima stagione? In generale il feeling che ho percepito in questo episodio era da prima stagione di RTD e lo intendo in maniera positiva. Anche Julie Hesmondhalgh, l’attrice che interpreta Judy, la “Head of People”, era un’attrice da RTD (l’ha usata in Cucumber) (naturalmente l’ha usata anche Chibnall, nella terza stagione di Broadchurch).
E a proposito di buona scrittura… quando Yaz si è trovata “accerchiata” dai due robot, la prima cosa che viene in mente a una persona normale è “scappa attraverso gli scaffali!”, mentre in genere in queste situazioni nessuno scappa mai e schiatta stupidamente. In questo caso invece… Yaz scappa attraverso gli scaffali, incredibile! (Certo, era Yaz e non poteva morire, ma è già qualcosa.) Questo Pete McTighe secondo me è da tenere d’occhio, è il Jamie Mathieson di questa stagione.
Abbiamo avuto anche i primi veri riferimenti al passato da quando è iniziata la stagione! Il Dottore riceve un fez (evidentemente ordinato quando era ancora Eleven, temo non abbia Kerblam Prime!)… e ricorda agli altri di quando ha conosciuto Agatha Christie con una vespa gigante! Riferimenti innocui per chi non sa, ma simpatici per chi sa. Ah, il dottore ricorda anche di aver avuto amici robot. Il primo che viene in mente è sicuramente K9 (ma anche Nardole, in effetti).
Quindi un buon episodio divertente e onesto che non avrebbe per niente sfigurato in una stagione in alternanza a episodi stupendi. Così invece è al momento il mio secondo preferito dopo “Rosa”.
Bell’episodio,ti dirò che dopo le sparizioni degli “organici” ed aver visto l’esercito dei fattorini avevo pensato ai cybermen, e invece no, il ragazzo della manutenzione è stata una piacevole sorpresa inaspettata. Anche il Fez e i riferimenti ai dottori precedenti mi hanno fatto sorridere,quindi per me questa puntata può meritare senz’altro un 7.
Unica cosa forse che mi lascia un po’ perplesso è il continuo aiuto fornito dal ragazzo al gruppo, sopratutto quando ha rischiato di esser sfracellato.
Faccio un commento “politico” perche’ l’episodio tocca argomenti importanti del lavoro nella societa’ moderna. Ci sono due momenti che mi hanno colpito.
Gli autori cercano di rispondere alla domanda “i robot rubano il lavoro alle persone?”
Primo: quando fanno osservare ad una operaia che il suo lavoro e’ ripetitivo e potrebbe essere fatto da un robot. SOno d’accordo. Se non si vuole che “i robot ci rubino il lavoro” occorre specializzarci e saper fare cose che i robot non sanno fare. Questo vuol dire investire nelle scuole nelle univerista’ e nella ricerca ed essere disposti ad imparare e lavorare con il cervello accesso. Purtroppo spesso non e’ cosi’.
Secondo: la frase “non e’ il sistema cattivo, e l’uso che le persone ne fanno”. Pretendiamo di pagare sempre meno le cose, che siano quasi usa e getta. Questo porta ad un circolo vizioso in cui chi produce guarda piu’ ai costi che alla qualità, (per non parlare di tutela ambientale e diritti dei lavoratori) e alla fine il robot non e’ lo strumento che toglie all’operaio la parte noiosa e ripetitiva del lavoro, alleggerendogli la giornata, ma e’ quello che “gli toglie il lavoro”. completamente.
Insomma quando ordiniamo il gadget cinese online (per esempio) prima di clickare, proviamo un po’ a pensare non solo a quanto si risparmia, ma anche a tutto cio’ che c’e’ dietro quel click!