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Cofanetto DVD del cinquantesimo

Doctor Who - DVD 50°La DNC Entertainment ha pubblicato, qualche giorno fa, il cofanetto DVD “Doctor Who – 50° anniversario – Edizione da collezione” (Amazon.it) che include:

  • Il nome del Dottore (The Name of the Doctor, di Steven Moffat);
  • Il giorno del Dottore (The Day of the Doctor, di Steven Moffat);
  • Il tempo del Dottore (The Time of the Doctor, di Steven Moffat);
  • Un’avventura nello spazio e nel tempo (An Adventure in Space and Time, di Mark Gatiss).

Questi i contenuti principali dei quattro dischi, ma ovviamente c’è molto di più di questo. Non sto nemmeno a ribadire la qualità delle storie, oltre ogni livello massimo. Per quanto riguarda gli extra potete trovare l’elenco dei contenuti speciali sulla pagina Facebook della DNC, mi limito a evidenziare i migliori.

Su tutto, sicuramente La notte del Dottore (The Night of the Doctor, di Steven Moffat) con Paul McGann e I (circa) cinque Dottori: Reboot (The Five(ish) Doctors Reboot, di Peter Davison) che debutta così in Italia (sebbene solo sottotitolato, come gli altri extra). Ci sono i Proms (versione non completa, ma comunque più di un’ora) del 2013 e un interessante “dalla sceneggiatura allo schermo” girato durante il readthrough di The Day of the Doctor. Personalmente mi vedrei volentieri anche tutto l’episodio così, invece di solo alcuni estratti (assolutamente fantastici). Poi The Last Day, i Through the Lens, gli speciali di BBC America, The Science of Doctor Who con Brian Cox e molto, molto altro.

In UK in alcuni sono stati delusi dell’inclusione di materiale extra già edito altrove, ma per noi questo problema non sussiste essendo in buona parte materiale inedito sul nostro mercato.

Il cofanetto è la versione italiana economica di quello “di lusso” in edizione limitata (6000 Blu-ray e 4000 DVD) uscito lo scorso settembre in UK; pur avendo gli stessi identici contenuti, quello UK aveva una confezione più elaborata e un prezzo più elevato (circa il doppio). Di veramente positivo rispetto all’Italia in UK il cofanetto è uscito anche in versione Blu-ray, mentre da noi si parla solo di DVD. Curioso, considerando che la DNC sta pubblicando altri Blu-ray del Dottore. Probabilmente è stato un problema tecnico o commerciale. I puristi dell’HD possono comunque ancora trovare The Day of the Doctor comunque in Blu-ray e Blu-ray 3D.

L’unico difetto reale che ho riscontrato nel cofanetto è uno strano carattere “seghettato” usato per i sottotitoli.

Acquisto sicuramente consigliato per gli extra (e obbligatorio se non avete nemmeno gli episodi e il biopic).

Doctor Who - DVD 50°

Colonna sonora di The Day of the Doctor e The Time of the Doctor

Colonna sonora speciali 50°Oggi esce la tanto attesa colonna sonora di Murray Gold dei due speciali dello scorso anno, “The Day of the Doctor” e “The Time of the Doctor”, un anno esatto (più un giorno) dal cinquantenario!

A suo tempo, con “The Day of the Doctor”, avevo manifestato il mio disappunto nell’aver trovato poca musica originale e temi “passati” usati a caso, uno su tutti “The Wedding of River Song” usato nella scena con Tom Baker. Impatto emotivo notevole, è vero, ma totalmente fuori luogo. È vero che a volte vengono usati temi estranei per accompagnare una scena (uno su tutti, quando muore Obi-Wan Kenobi in Guerre Stellari, si sente il tema di Leia), però davvero qui non c’entrava niente.

Con la colonna sonora vera sottomano scopriamo che… c’è un brano (meraviglioso) che si sarebbe dovuto sentire proprio in quella scena e che per qualche motivo è stato sostituito da “The Wedding of River Song”! Il brano si chiama, in maniera abbastanza appropriata, “Song for Four” ed è poi stato usato alla fine di “Deep Breath”. Ma era perfetto per la scena per cui evidentemente è stato scritto, chissà come mai è stato sostituito, se per volere di Murray Gold, di Steven Moffat o chi altro. Qualcuno dice che è stato giusto riavere tanti temi vecchi nello speciale del cinquantenario, visto che era un episodio celebrativo, ma io dico che è stato giusto avere i temi vecchi quando avevano senso (UNIT, il Decimo Dottore…), non a caso.

Questo è solo il caso più eclatante, tutta la colonna sonora è piena di esempi del genere purtroppo. D’altro canto questo ci dà parecchio contenuto totalmente inedito e quella che forse è una delle colonne sonore migliori che un singolo episodio abbia mai avuto. Meritano citazione esplicita almeno anche “I. M. Foreman” (che ricorda da vicino le sonorità della prima stagione del 2005), “It’s Him” (variante della “Majestic Tale”), “2.47 Billion”, “We Are the Doctors” e “This Times There’s Three of Us”. Ma è tutta bella, da ascoltare e riascoltare a ripetizione.

Abbiamo poi lo speciale di Natale, molto natalizio, ma anche estremamente epico. Da citare sicuramente le ultime tracce “Never Tell me The Rules” e “Trenzalore / The Long Song / I Am Information”, che accompagnano la lunga rigenerazione del Dottore e in cui si trovano echi di vecchi temi (Akhaten).

Si chiude con quello che a suo tempo si pensava essere il nuovo tema del Dottore, ma che in realtà non lo è stato, “Hello Twelve”.

Sicuramente, come tutti quelli che l’hanno preceduto, un CD doppio da possedere e riascoltare!

Acquistabile su Amazon.it!

Colonna sonora di “The Day of the Doctor” e “The Time of the Doctor”

Colonna sonora speciali 50°Finalmente escono le colonne sonore di “The Day of the Doctor” e di “The Time of the Doctor”. Anche questa volta si tratta di un CD doppio, un “lato” per episodio.

Come sempre musica scritta da Murray Gold e orchestra condotta da Ben Foster.

Il doppio CD uscirà il 24 novembre, tra meno di un mese!

Disco uno
THE DAY OF THE DOCTOR
1. I.M Foreman (1:10)
2. Will There be Cocktails? (0:40)
3. It’s Him (The Majestic Tale) (2:05)
4. He Was There (4:23)
5. No More (1:06)
6. The War Room (1:42)
7. Footprints In The Sand (1:43)
8. Who Are You (4:38)
9. England 1562 (1:03)
10. Nice Horse (1:43)
11. The Fez and the Portal (2:44)
12. Two Doctors (1:02)
13. Three Doctors (1:56)
14. Somewhere to Hide (1:50)
15. Rescue the Doctor (1:08)
16. 2.47 Billion (4:28)
17. Zygon In The Painting (1:35)
18. Man and Wife (1:33)
19. We Don’t Need To Land (2:27)
20. We Are The Doctors (0:49)
21. The Moment Has Come (3:06)
22. This Time There’s Three Of Us (The Majestic Tale) (7:03)
23. Song For Four / Home (3:41)

Disco due
THE TIME OF THE DOCTOR
1. The Message (1:16)
2. Handles (2:07)
3. The Dance Of the Naked Doctor (2:13)
4. You Saved It (0:57)
5. Papal Mainframe (0:45)
6. Tasha Lemm (1:07)
7. Bedroom Talk (1:49)
8. The Mission (0:54)
9. Christmas (2:27)
10. The Crack (5:24)
11. Rhapsody of War (0:52)
12. Back To Christmas (3:09)
13. Snow Over Trenzalore (Song For Four) (2:46)
14. Beginning Of The End (2:47)
15. This is How it Ends (3:07)
16. Never Tell Me The Rules (3:12)
17. Trenzalore / The Long Song / I Am Information (Reprise) (4:03)

Tales of Trenzalore

Tales of TrenzaloreLa BBC ha annunciato l’uscita, per il 27 febbraio, di un nuovo ebook: Tales of Trenzalore, una raccolta di quattro romanzi brevi ambientati nei secoli passati dal Dottore a difendere Trenzalore.

  • “Let It Snow”, di Justin Richards (con gli Ice Warriors);
  • “An Apple a Day”, di George Mann (con i Krynoid ;
  • “Stranger in the Outland”, di Paul Finch (con gli Auton);
  • “The Dreaming”, di Mark Morris (con i Mara).

Nella descrizione del volume diffusa dalla BBC si specifica che il Dottore ha passato 900 anni a Trenzalore.

(Fonte: Doctor Who News)

“The Time of the Doctor”

time-of-the-doctor-subsE siamo così giunti anche all’ultimo commento su Serialmente dell’anno. Anzi, non solo l’ultimo dell’anno, ma l’ultimo per altri otto/nove mesi e soprattutto l’ultimo con Matt Smith!

Come sempre lo trovate (ovviamente) su Serialmente: “The Time of the Doctor”. EDIT: Serialmente non esiste più, quindi abbiamo copiato il post qui.

“I will not forget one line of this. Not one day. I swear. I will always remember when the Doctor was me.”

Okay. Mal di testa. Forse potrei evitare di scrivere ora, o forse è proprio un segno che dovrei farlo. Per i maligni: no, il mal di testa non mi è stato causato dalla visione dell’episodio, anzi, l’ho appena rivisto e il mal di testa è diminuito. Dopotutto questo episodio spicca abbastanza per linearità rispetto alla media e non la considero una qualità intrinsecamente positiva. Ma sarà abbastanza negativa da rovinare il canto del cigno di Matt?

In brevissimo:

Il Dottore e Clara finiscono a Trenzalore, dove nessuno può mentire; qui la Domanda viene posta dai Time Lord attraverso la crepa per sapere se questo è l’universo giusto e se possono tornare… i Dalek chiaramente non vogliono che lui risponda. Rimane quindi tutto in stallo per centinaia di anni con la Chiesa del Mainframe Papale dalla parte del Dottore (ci sarà una scissione, con il ramo Kovarian che causerà quello che sappiamo) e tutti gli altri dall’altra. Quando ormai il Dottore sta per morire di vecchiaia (ha finito le rigenerazioni, come ormai sanno anche i muri) Clara risponde alla Domanda dicendo che il suo nome è “Il Dottore” e fa capire ai Time Lord che devono aiutarlo; la richiesta non cade inascoltata e così gli inviano un nuovo set di rigenerazioni. Il Dottore usa l’energia di questo nuovo set per spazzar via i Dalek e può andarsene perché ormai non c’è più nessuno stallo. Ovviamente però prima rigenera in Peter Capaldi.

Matt Smith… oh, Matt Smith. Il primo giorno che ti abbiamo visto in quello speciale Confidential del 3 gennaio 2009 (5 anni!) ci sei subito piaciuto. Anche perché pochi minuti prima avevo temuto per pochi secondi che l’Undicesimo Dottore fosse Piers Wenger (che invece era un nuovo produttore) e, con tutto l’amore, Piers… no. Ed ecco invece questo sconosciuto giovanotto saltar fuori dal nulla, con questa strana faccia di gomma che ispirava fiducia a prima vista. Non soffro dell’odio naturale per le nuove facce che sembra misteriosamente colpire molte persone, David mi era subito piaciuto quando era andato via Chris e così è stato con Matt (e ovviamente ora con Peter). Ma mai e poi mai avrei immaginato che avrebbe potuto superare nelle mie preferenze David.

Abbiamo sempre detto tutti che, pur essendo giovane, Matt era abilissimo nel mostrare il lato anziano del Dottore e finalmente in questo episodio abbiamo avuto l’occasione di vederlo interpretare un Dottore fisicamente anziano regalandoci quella che, secondo Moffat, è la sua più grande interpretazione. Ma questa interpretazione non si limita a essere grande sotto il trucco da vecchietto, è anche e soprattutto il discorso finale sul TARDIS che ci fa alzare in piedi per applaudire. Da lacrime, certo, ma una volta cancellate quelle rimangono gli applausi.

E parlando di lacrime… io sono arido, non sono uno che piange guardando Doctor Who. No, non ho pianto in “Doomsday”, non ho pianto all’addio di David e non ho pianto nemmeno alla fine di “The Angels Take Manhattan”. Ma volendo essere del tutto onesti io non sono uno che piange alla prima visione, mentre alle visioni successive, quando ormai ho interiorizzato quanto basta quello che accade… Forse dovrei farmi vedere da uno bravo. Comunque, anche qui non ho pianto alla prima visione… ma l’ho fatto già dalla seconda. Prendete questo dato e fatene ciò che volete. Amy, oh, Amy, che bello rivederti anche se solo come visione allucinogena e anche se è stato un incontro tra parrucche. Il tuo è stato il primo volto che questa faccia aveva visto, era giusto rivederti un’ultima volta.

Ma leviamoci il dente e parliamo subito di quello che secondo me è il problema dell’episodio. L’unico vero problema dell’episodio. Ed è lo stesso che avevo notato in “The Name of the Doctor” relativamente alla seconda parte della settima stagione: tutto avviene troppo velocemente. Se con Clara mezza stagione per sviluppare il suo mistero era stata troppo breve, qui un solo episodio per chiudere tutto quanto e far vivere centinaia di anni al Dottore è troppo poco! Secondo me in questo caso sarebbe stato auspicabile un episodio doppio Natale/Capodanno, come per David. Le “narrazioni” di Tasha Lem già come sono ora rispecchiano quelle dello sputazzante 007 in “The End of Time”, utilizzate come chiusura prima parte e apertura seconda sarebbero state perfette. E avremmo avuto anche una settimana per interiorizzare il concetto che per il Dottore erano passati 300 (e più) anni. È vero che era già accaduto all’inizio (o alla fine) della sesta stagione, ma allora se n’era andato a zonzo per l’universo come sempre, non era rimasto bloccato in un paesino di Natale ad aggiustare giocattoli… è una vita nuova completamente diversa. Ai meno giovani tra di noi questo ricorderà quello che molti considerano l’episodio migliore di TNG: “The Inner Light”; nell’episodio, dopo essere stato colpito dal raggio di una sonda, Picard vive una vita intera immaginaria su un tranquillo pianeta come suonatore di flauto mentre nella realtà trascorrono solo 25 minuti. Per lui però, alla fine, quella vita sarà come se l’avesse vissuta realmente. La differenza è che qui il Dottore questa vita la vive realmente e alla fine non si torna al punto di partenza.

Ho trovato molto soddisfacente la spiegazione del comportamento della Chiesa che in passato ci aveva lasciato perplessi avendola vista sia alleata sia nemica del Dottore; molto semplicemente era entrambe le cose, con i “protestanti” della Kovarian che avevano voltato le spalle al Dottore per evitare di farlo arrivare a Trenzalore. E i Silenti erano dei semplici confessori! Però… però… e Omega? Vogliamo credere che fosse un semplice caso o forse questa Chiesa ricomparirà? D’altra parte i Time Lord ora sono di nuovo disponibili.

Interessante a questo proposito il fatto che il Dottore non sembri ricordare il suo incontro con il Curatore (altrimenti non dovrebbe avere grossi dubbi sull’esistenza di Gallifrey); la cosa avrebbe senso essendo stato lui in questo caso il Dottore “più giovane” nell’incontro tra Dottori. Il tutto però è stato lasciato abbastanza vago in modo che non si possa esser certi di niente. Quella “regola”, per esempio, potrebbe non avere più valore con una rigenerazione così avanzata.

Clara! La amo sempre di più, ancora una volta è lei a salvare il Dottore, come in “The Day of the Doctor”, la ragazza impossibile non sfugge al suo destino. E non è un caso che risponda alla Domanda in quel modo. Come già stabilito, il vero nome del Dottore non ha importanza, quello che importa è il nome che si è scelto. Ai Time Lord questo non interessa, naturalmente, ma la risposta di Clara alla domanda è corretta, perché come viene subito mostrato appena giungono a Christmas, la domanda “What did you say your name was?” non ha come risposta “Clara”, ma “Bubbly personality masking bossy control freak”. Cioè la verità. Sembra – ed è – una battuta divertente, ma racchiude già in sé la Risposta corretta alla Domanda.
Curioso poi che il pranzo di Natale dai parenti fosse nello stesso edificio in cui viveva Rose. “Coincidenza? Io non credo…” In realtà sì, credo sia solo una coincidenza e un riciclo di location, come la Bad Wolf Bay che abbiamo visto in tutte le salse. E quindi per ora non sto nemmeno a pensare al fatto che l’anello della simpatica nonnina di Clara somigli – ma nemmeno troppo – a quello di Amy e nemmeno al fatto che Tasha Lem abbia dei comportamenti molto “riversongosi”. Se son Rose rose fioriranno, ma abbiamo già abbastanza enigmi senza andarcene a cercare altri!

Che altre risposte abbiamo avuto? Sappiamo ora con certezza che era stato il Silenzio a far esplodere il TARDIS (era l’unica spiegazione possibile, ma non era mai stato detto esplicitamente. D’altra parte, la Chiesa… ha una chiave!) e sappiamo che nella stanza di “The God Complex” il Dottore aveva visto la crepa.

La faccenda delle rigenerazioni è stata gestita in maniera soddisfacente e in linea con la tradizione. Già sapevamo che i Time Lord potevano fornire rigenerazioni aggiuntive perché l’avevano fatto con il Master durante la Time War, per cui perché non utilizzare ancora l’unico metodo conosciuto? E perché non un intero nuovo set di rigenerazioni? Anche al Master non si erano limitati a darne solo una, si può presupporre che sia questa la norma dell’eccezione.

Sicuramente viene da domandarsi come mai il Dottore non abbia mai usato tutta quell’energia per distruggere flotte Dalek in passato, ma in realtà, volendo essere pignoli, di Dalek abbiamo visto esplodere solo una nave (di certo non hanno lasciato lì intere flotte per centinaia di anni) ed evidentemente l’energia scatenata da una rigenerazione è abbastanza imprevedibile, anche se in questo caso il Dottore dice chiaramente che la procedura è diversa dal solito perché è un nuovo set. Per questo ho trovato anche fantastico quello “starnuto”, l’attimo finale in cui diventa Peter Capaldi… mi ha ricordato un po’ la rigenerazione di Mels in River Song.

E Capaldi? Questa volta Moffat non si è lasciato qualche minuto di chiacchiere a ruota libera, per ora sembra solo normale sclero post-rigenerazione. Oh, e amnesia, giustamente, pochi secondi dopo aver detto che non si sarebbe dimenticato di niente. Due o tre frasi che servono solo a rimandarci a settembre (!). E forse quello che sentiamo in quel momento potrebbe essere il nuovo tema del Dottore di Murray Gold! O magari semplicemente un nuovo tema generico e non necessariamente il suo, Murray Gold è stato particolarmente ispirato in questo episodio (molto di più che nello Speciale del cinquantesimo, a orecchio – attendiamo i CD) in più punti si sono sentiti temi nuovi e bellissimi.

Per completezza infine ricordiamo la profezia riportata in traduzione da Dorium: “On the fields of Trenzalore, at the fall of the Eleventh, when no living creature can speak falsely or fail to answer, a Question will be asked, a question that must never, ever be answered.” L’unico punto un po’ ambiguo, alla luce di quanto abbiamo appena visto, è quel “fail to answer”, perché sostanzialmente sembra essere esattamente quello che il Dottore fa. Oppure sta… semplicemente prendendo tempo? Brutta bestia le profezie, vogliono sempre dire tutto e il contrario di tutto (ma forse ho letto troppi romanzi di Richard & Kahlan e Percy Jackson per fidarmi troppo delle profezie).

Rimangono comunque un certo numero di domande, vecchie e nuove:

  • Perché il Dottore ha la faccia di Caecilius? La domanda avrà risposta (non si può spiegare con “parentela” come con Gwen e Martha – esplicita – o Frobisher e Amy – implicita. Ignoriamo Romana per semplicità). Sarà interessante vedere se si scoprirà nella 8×01 o più avanti.
  • Chi accidenti ha dato il numero di telefono del Dottore a Clara? (No, non Kate, non si conoscevano prima di “The Day of the Doctor”).
  • Il futuro visto in “The Name of the Doctor” è stato cancellato. La battaglia di Trenzalore si è conclusa, la profezia si è sostanzialmente compiuta, ci sono state tantissime perdite (non tanto tra gli abitanti del villaggio, quanto tra i soldati della Chiesa), ma il Dottore non è morto e il TARDIS nemmeno. Non era mai stato detto che quello fosse un punto fisso (sbaglio?), per cui effettivamente l’universo non deve finire solo perché il futuro è stato cambiato (frase ripetuta più volte nell’episodio). Ma chiaramente le conseguenze di quanto accaduto in quella linea temporale rimangono, sia nei ricordi di chi l’ha vissuta, sia nel fatto che Clara è la “ragazza impossibile” e lo rimane. Torneranno su questo argomento o basterà quanto detto fin qui? La G.I. quindi potrebbe e dovrebbe ancora essere in giro… Questo punto, in ogni caso, è l’unico su cui mi resta realmente qualche riserva. Non ai livelli di “Amy e Rory a New York”, ma qualche riserva.
  • Perché, se Eleven non ha mai avuto ulteriori rigenerazioni a disposizione, in passato abbiamo sentito parlare della sua rigenerazione? Andando a guardare in dettaglio se ne parla due volte: una volta non era lui ma era il Teselecta che simulava una finta rigenerazione, e l’altra volta, dopo essere stato avvelenato da River, l’interfaccia gli dice che la rigenerazione non è disponibile, dopo che lui chiede se “sarebbe meglio rigenerare”. Questa cosa si inquadra così incredibilmente bene con quanto succede in questo episodio che sorge il dubbio sia stata fatta apposta e che Moffat volesse già da allora tenersi la possibilità di essere all’ultima rigenerazione.
  • Sappiamo che River si è sempre comportata come se conoscesse altre incarnazioni future del Dottore (e quindi è quasi scontato che tornerà), ma questa non sarebbe stata da prendere come prova, da parte del Dottore, che sarebbe sopravvissuto a Trenzalore? In realtà no, perché sappiamo che River mente per cui sarebbe potuta essere una bugia per coprire tutto.
  • Se non si può mentire… perché il Dottore può dire al non-Barnable che ha un piano, pur non avendolo? Okay, credo che questo possa effettivamente essere un buco di sceneggiatura.

Lo so, ad alcune di queste domande ho già risposto io, era un metodo veloce per levare qualche questione di torno. 😛

La conclusione qual è? Che secondo me l’episodio sarebbe stato migliore se fosse stato in due parti, ma nonostante questo la linearità della trama per un episodio del genere non ha causato problemi e questo è il quarto grandissimo episodio di fila: “The Name of the Doctor”, “The Night of the Doctor”, “The Day of the Doctor” e “The Time of the Doctor”. Se il buongiorno si vede dal titolo comincio a sperare che il prossimo sia intitolato “The Twelve of the Doctor”… settembre non arriverà mai abbastanza presto. Per cui… Fuck Yeah, come deciso un mese fa.

Giunti a questo punto sarebbe anche possibile tirare una conclusione generale sull’era dell’Undicesimo Dottore e sulla prima parte della gestione Moffat. Ma non è già ovvio? Questi due hanno preso quello che già era stato reso da RTD il telefilm migliore in circolazione e l’hanno elevato ulteriormente. Con l’aiuto degli altri autori e di Karen, Arthur, Alex e Jenna, naturalmente (un plauso al direttore del casting Andy Pryor, uno dei pochi a esserci fin dall’inizio, come Murray Gold e Moffat). Non è cosa da tutti i giorni e difficilmente si ripeterà. Rallegriamoci, perché viviamo in tempi interessanti! Chissà cosa ci riserverà il futuro… il futuro post-Moffat, naturalmente, il futuro attuale è roseo! Capaldi!

Grazie di tutto Matt, sei stato e sei il mio Dottore.

“The Time of the Doctor” è stato scritto da Steven Moffat.

(Grazie a Morry, che con me cura Doctor-Who.it, per l’aiuto!)