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5×07 – Amy’s Choice

Il Dottore, Amy e Rory come band peruviana.Episodio: 5×07;
Titolo: Amy’s Choice;
Titolo italiano: La scelta di Amy;
Data di trasmissione in UK: ;
Data di trasmissione in Italia: ;
Scritto da Simon Nye.

Trovate il nostro commento dettagliato all’episodio su Serialmente. EDIT: Serialmente non esiste più, quindi copiamo qui il post.

“If we’re gonna die, let’s die looking like a Peruvian folk band!”

Nelle varie preview che francamente è impossibile evitare pur essendo relativamente allergici agli spoiler come lo sono io, questo episodio era uno dei più… intriganti e allo stesso tempo inquietanti della stagione. Sia per le foto promozionali diffuse, che per l’accenno di trama che era stato dato. Veniva da domandarsi se Moffat potesse essere abbastanza folle da poter fare quello che queste informazioni potevano portare a pensare. E visto che sappiamo tutti benissimo che completamente folle lo è, la cosa sarebbe stata plausibile. Anche le poche informazioni disponibili sulle puntate successive sono state rilasciate in modo che l’esito di questo episodio rimanesse incerto fino all’ultimo. E così è stato, solo alla fine dell’episodio si è scoperto se la follia del Moff fosse completa o meno… E a quanto pare…
… non lo è!

Ancora.

Sono passati 5 anni, Rory ed Amy vivono a Leadworth alta, lui ha un Orrido Codino e lei è molto incinta. Il Dottore (per sbaglio) capita da loro e mentre visitano la ridente cittadina di colpo cadono addormentati e si risvegliano nel TARDIS 5 anni prima. Pensano che il salto di 5 anni avanti sia un sogno, ma… un sogno che hanno avuto tutti e tre? Dopo qualche passaggio tra i due mondi, si manifesta un inquietante Signore dei Sogni, che spiega loro le regole del gioco: una è la realtà, l’altra è una finzione. Se si muore nella finzione si torna nella realtà, ma se si muore nella realtà… ovviamente si muore e basta. E in entrambi i mondi c’è un pericolo mortale: il TARDIS sta precipitando verso una stella ghiacciata (!?) e nel paesello, gli anziani sono in realtà abitati da alieni che, scoperti dal Dottore, decidono di ammazzare tutti, a partire da un simpatico gruppo di bambini che viene polverizzato fino ad arrivare a… Rory! E alla morte di Rory Amy decide che la realtà deve essere l’altra e si suicida, col Dottore, schiantandosi con un camioncino. Si svegliano tutti di là e il Signore dei Sogni si dichiara vinto e se ne va. Ma il Dottore non è contento e decide di far saltare in aria il TARDIS. Sorpresa, erano entrambi sogni e il Signore dei Sogni altri non era che il lato oscuro del Dottore, portato alla luce da alcune particelle che si erano infiltrate nel TARDIS.

Quindi non c’è stato davvero un salto avanti di 5 anni. Sarebbe stato allucinante, in effetti, ma visti gli elementi responsabili della serie… inoltre non credo sia spoiler dire che il prossimo episodio è ambientato nel 2015 e non credo sia un caso che questa data sia stata strombazzata in giro ovunque, anche dallo stesso Moffat. Che simpaticoni!

Ma l’episodio alla fine è risultato comunque molto bello. Forse non uno dei migliori di tutti i tempi, come qualcuno l’ha definito, ma probabilmente il miglior non-Moffat finora. Dalla morte di Rory in poi era ovvio che non potesse essere quella la realtà, per quanto anch’io sia cascato come un fesso nel credere che quindi fosse l’altra, quella vera. Non si sa bene perché, visto che l’inquietante Signore dei Sogni non aveva quella che si definisce propriamente una faccia a cui dar fiducia. Anzi era davvero viscido (meglio non commentare sulla scena in cui insinua — e i suoi abiti cambiano di conseguenza — che potrebbe combinare chissà cosa con Amy. Ma non era uno show per bambini?? 🙂 ). Davvero ottimo l’attore.

Così come ottimi (ma ormai è diventato superfluo dirlo) il Dottore, Amy e Rory. Il Dottore che è ormai un Dottore a tutto tondo e non riporta più alla mente confronti con i due precedenti, Amy che continua ad avere un’espressività incredibile e Rory che è ormai protagonista al pari degli altri due. Come e più dell’episodio precedente, qui Rory è l’”eroe” non celebrato, quello che sta nell’ombra del Dottore, ma che alla fine muore per difendere la donna che ama. Ed Amy alla fine se ne rende conto, scegliendo realmente lui e rischiando di morire per tornare in un universo in cui lui è ancora vivo. E il Dottore le dà abbastanza fiducia da mettere la sua vita nelle sue mani e rischiando anche lui di “morire”.

Bello il confronto tra i due mondi, quello sostanzialmente dei sogni di Rory (la casa, la famiglia, la professione) e quello sostanzialmente reale del Dottore (le avventure nel TARDIS). Qualche tempo fa il primo mondo avrebbe probabilmente tentato anche il Dottore (Human Nature), ma questo Dottore è troppo “giovane” (nel senso di appena nato, non degli anni che dimostra) e scalmanato per volere una vita così, anche potendo averla. E anche Amy è di questo parere all’inizio, non capacitandosi di come sarebbero potuti finire così. Ma forse alla fine anche lei lo capisce.

Insomma, un episodio non proprio leggero… ma pieno di momenti meravigliosi tra i personaggi. Oltre all’Orrido Codino già citato, al panzone di Amy (e a tutte le battute sulla sua taglia) ci sono diversi scambi che toccano davvero da vicino la natura del rapporto del Dottore con i suoi companion… e il fatto che toccati dal suo lato oscuro non è da trascurare. Perché, in fondo, sono veri. È vero che il Dottore cambia sempre compagni di viaggio, se li sceglie sempre giovani (be’, rispetto a lui almeno)… e poi difficilmente torna a trovarli, se non per caso come dimostrano le scene iniziali di questo episodio e, volendo, anche il suo incontro con Sarah Jane nella seconda stagione o con Donna nella quarta.

Da citare assolutamente il livello di violenza sui bambini (!) che vengono polverizzati e sugli anziani (!!) che vengono presi a bastonate e buttati giù dalle finestre. È vero che sono alieni in realtà, ma fa sempre un certo effetto vederli presi a mazzate. Oltre ad essere esilarante, naturalmente! L’autore dell’episodio Simon Nye nel Confidential dice che dovremmo onorare e rispettare gli anziani… ma in questo episodio invece li prendiamo a mazzate!

Il vero importante dubbio sollevato dall’episodio però è questo: perché il Dottore gira con una mela in tasca??

Amy’s Choice è stato scritto da Simon Nye.

(Grazie a Morry per l’aiuto!)


Episodio folle ed estremamente inquietante, oggi!

E dopo averlo visto, vorrete sicuramente iscrivervi a questo evento su Facebook.

In replica .

Nella gallery trovate alcune immagini dell’episodio.

5×06 – The Vampires of Venice

Il Dottore ed Amy a Venezia.Episodio: 5×06;
Titolo: The Vampires of Venice;
Titolo italiano: I vampiri di Venezia;
Data di trasmissione in UK: ;
Data di trasmissione in Italia: ;
Scritto da Steven Moffat.

Trovate il nostro commento dettagliato all’episodio su Serialmente. EDIT Seriamente non esiste più, ecco quindi qui il commento:

“Yours is bigger than mine.”
“Let’s not go there.”

Sembra destino, l’ultima volta che c’è stato un episodio ambientato in Italia (The Fires of Pompeii) ero a Londra, a una convention di Firefly… e Adam Baldwin mi ha fatto perdere l’inizio cazzeggiando più del dovuto alla sessione degli autografi. E questa volta, con l’episodio ambientato a Venezia, ero a Londra, a una convention di Dollhouse… ma fortunatamente nessuno mi ha fatto perdere tempo e ho potuto vedere l’episodio in diretta (per quanto, in 4:3, mpf! Aggiorna i televisori, Sheraton!). Naturalmente quando dico “Venezia”, parlo in senso molto largo, visto che in realtà, a parte alcuni paesaggi, l’episodio è stato girato in Croazia… “WTF??” sarebbe la domanda che sorge spontanea, ma la motivazione non è del tutto assurda: questo paesino croato, colonizzato dai veneziani secoli fa, è ancora oggi simile a com’era Venezia allora, mentre la Venezia di oggi… not so much, con negozietti ovunque. Per cui prendiamola per buona… anche se in realtà, basta deviare anche di soli 10 metri dalla via principale che collega la stazione a Piazza San Marco per ritrovarsi in calli senza alcun negozietto e che sarebbero state perfette per girare l’episodio! Forse la vera Venezia costa di più!
Okay, avendo biecamente approfittato dello spazio per parlare dei fattacci miei e della location dell’episodio (essendo nel titolo e quindi non spoiler), passiamo all’episodio vero e proprio…

Il Dottore compare dalla torta dell’addio al celibato di Rory e se lo porta via, per offrire a lui e a Amy un viaggetto romantico, in modo che lei riprenda un po’ di prospettiva; viaggiare con lui e vedere le cose che si vedono con lui fa perdere di vista le cose più importanti. Così li porta a Venezia, nel 1580. Tempo 5 secondi ed è subito chiaro che c’è qualcosa che non va. La scuola della Signora Calvierri prende come studentesse ragazze che poi spariscono… o diventano, almeno così sembra, vampire. Il Dottore fa amicizia con un costruttore di barche, Guido, la cui figlia Isabella è stata da poco accettata alla scuola. Per riuscire ad entrare di nascosto, Amy fa da esca e si “iscrive” alla scuola, che la accetta… scopre così che, ovviamente, i Calvierri non sono vampiri, ma alieni. Dei pesci spaziali mascherati con un dispositivo di occultamento… e che piano piano trasformano le ragazze in femmine della loro specie. Perché i maschi (a parte Francesco, il figlio della Signora) popolano i canali di Venezia. La liberazione di Isabella non va a buon fine e questa viene sacrificata ai pesci spaziali che abitano nei canali.
La Signora, scoprendo un altro alieno nel Dottore, gli chiede aiuto. Il suo popolo infatti è scappato dal loro pianeta di origine perché questo è stato spazzato via dal silenzio e dalle crepe. Il Dottore però ovviamente si rifiuta e dà loro battaglia. Guido si sacrifica e fa saltare in aria le “vampire”, Amy e Rory riescono a uccidere Francesco, e il Dottore batte il piano della Signora, che finisce con il suicidarsi, dandosi in pasto ai suoi figli nei canali, che la divorano pensandola umana. Rory ed Amy sembrano risolvere i loro problemi ed Amy chiede a Rory di viaggiare un po’ con loro… Rory, naturalmente, accetta.

Episodio leggerino, nonostante il genocidio, dopo le performance delle ultime due settimane… ma comunque bello per quanto riguarda la reintroduzione di Rory nella storia e il suo rapporto con Amy e il Dottore. A differenza del primo Mickey (a cui subito si pensa, vedendo Rory, soprattutto ora che viaggia con loro), Rory non è del tutto sprovveduto. Nei due anni passati dal primo episodio, si è informato sulle ultime teorie scientifiche, e sebbene non sia uno spadaccino provetto, soprattutto con una scopa, alla fine riesce a non farsi ammazzare da Francesco. Non solo, Rory ricorda al Dottore quella che in fondo è una banalità, ma è sicuramente vera: per quanto lui non metta attivamente in pericolo le persone che lo circondano (più o meno), queste si mettono in pericolo da sole, tentando di impressionarlo, di non deluderlo… e in effetti chi non vorrebbe impressionare il Dottore? Il Dottore cerca attivamente di tenere presente questa cosa nel resto dell’episodio, urlando per l’ennesima volta dietro a Amy… ma probabilmente se ne dimenticherà nel giro di 10 minuti.

Rory è ovviamente incazzato che Amy abbia baciato il Dottore (per quanto… kiss-o-gram!), ma alla fine se ne fa una ragione. E la sua aggiunta all’allegro gruppetto dei viaggiatori del tempo è l’esatto opposto di quella di Mickey Smith in School Reunion; in quell’episodio Rose continuava a far cenno al Dottore di NO, di NON prenderlo con loro… qui invece è Amy che gli chiede di venire, ed è chiaramente sincera! Soprattutto dopo che lui ha combattuto SpongeBob per lei. Prima è più sul “Il Dottore può fingere di essere il mio fidanzato… ma tu che SEI il mio fidanzato, meglio che fingi di essere mio fratello!” I prossimi episodi si preannunciano interessanti da questo punto di vista… basti pensare a quando si mettono a fare foto col cellulare. Sottile infine, ma ottimo, che si siano ricordati che Rory è un infermiere… è sempre il primo a correre al soccorso di qualcuno e a riconoscere se le loro condizioni di salute.

Impossibile non notare la bellissima scena che porta alla sigla… in genere c’è sempre qualche mini-cliffhanger, qualche scena d’azione, qualcuno che urla, o magari una battuta… qui invece abbiamo… il Dottore imbarazzato per aver detto a Rory davanti a tutti che Amy l’aveva baciato -> sigla. Geniale.

Ammetto di non trovare molto altro da scrivere sull’episodio, in realtà. Commento più corto di tutti i tempi. I pesci spaziali non mi hanno molto impressionato e nemmeno l’”ennesima razza che il Dottore indirettamente stermina” che ormai è abbastanza un cliché. I personaggi minori, per quanto dotati di nomi italiani, sono abbastanza dimenticabili… Guido, Isabella… non ci preoccupiamo molto quando schiattano. Un poco più interessante (ma nemmeno troppo) ed enigmatico è Carlo, lo steward. Non si capisce bene perché degli umani servissero questi alieni. Si intravede fuggire con dell’oro verso la fine, come Spugna in Hook, ma niente più.

Rimane il dubbio della fine che faranno i pesci spaziali maschi nei canali… probabilmente per qualche anno sarà pericoloso cadere in acqua e poi si estingueranno anche loro.

The Vampires of Venice è stato scritto da Toby Whithouse.

(Grazie a Morry per l’aiuto!)


In replica .

Ricordate anche che

Nella gallery trovate alcune immagini dell’episodio.

Ecco il trailer dell’episodio:

Trailer sesta stagione!

Eccolo, finalmente!!

Ecco un mini transcript seguito da una mini-traduzione:

In italiano:

E il TARDIS del Nono/Decimo Dottore, Lily Cole “fantasma”, Hugh Bonneville pirata, le bambole, l’astronauta, River che bacia li Dottore e che maneggia armi come una sua celebre omonima, bambini terrorizzati, un misterioso interlocutore del Dottore dalla voce molto creepy, un clown anche lui molto creepy, lo Utah e… come ci può stare tutto questo (e molto altro) in un minuto di trailer?

Meraviglioso. Ed estremamente… Moffat!

(E Neil Gaiman è felice di sentire Matt dire una sua battuta. Chissà quale!)

5×01 – The Eleventh Hour

Il Dottore ed Amy.Episodio: 5×01;
Titolo: The Eleventh Hour;
Titolo italiano: L’undicesima ora;
Data di trasmissione in UK: ;
Data di trasmissione in Italia: ;
Scritto da Steven Moffat.

Trovate il nostro commento dettagliato all’episodio su Serialmente. EDIT: Serialmente non c’è più, copiamo il post direttamente qui.

“You’re Scottish, fry something.”

Il Dottore è tornato! Finalmente, dopo quasi due anni di pausa, con il solo sfogo di uno speciale ogni tanto, Doctor Who torna con un’intera stagione… e che stagione se il buongiorno si vede dal mattino. Tutto nuovo: nuovo Dottore, nuova companion, nuovo autore, nuovo TARDIS, nuova sigla e nuovo tema musicale (per fortuna, vecchio compositore).

C’è poco da dire senza spoilerare, quindi poche chiacchiere e andiamo a vedere cosa è successo in “The Eleventh Hour”… Allons-y!
O forse “allons-y” ora non si può più dire?? Vediamo cos’è successo nell’episodio.

Il Dottore precipita sulla terra nel 1996 e incontra una bambina scozzese di nome Amelia Pond. Sul muro della sua stanza c’è una crepa nell’universo dalla quale è scappato un misterioso “Prigioniero Zero”. Il Dottore sta ancora riprendendosi dalla rigenerazione e il TARDIS si sta ricostruendo dai danni subiti; costretto da questo a ripartire subito, il Dottore promette alla bambina di tornare dopo 5 minuti. Torna invece dopo dodici anni. Amelia Pond è diventata la graziosa (!!!!!!) Amy Pond che, un po’ restia a credere al Dottore dopo questo lungo “vado un attimo a prendere le sigarette”, lo aiuta a fare in modo che gli alieni alla caccia del Prigioniero Zero lo ricatturino ed evitino nel frattempo di distruggere per l’ennesima volta la Terra. Alla fine il Dottore se ne va a fare quello che dovrebbe essere un breve giretto per collaudare il nuovo TARDIS e torna dopo due anni. Perfetto, siamo quindi arrivati al 2010 ed Amy Pond accetta di partire con lui, a patto che la riporti a casa entro il mattino seguente perché ha degli impegni. Lui non lo sa, ma il mattino seguente lei si deve sposare…

Fine.

Sorpresi dalla brevità del riassunto? :–) Insomma, è ormai considerato delitto contro l’umanità non guardare Doctor Who, per cui se non l’avete visto… vedetelo! E poi tornate qui.

Caso più unico che raro, questo episodio ha il doppio scopo di introdurre un nuovo universo… che però è sempre quello vecchio. Nuovi personaggi (tranne uno), nuove ambientazioni, nuovo tutto, tranne che… in realtà non lo è. Una specie di Skins, ma sotto acido (il che, ora che ci penso, è tutto dire.)

C’erano tantissime aspettative su questo episodio, il primo di una nuova gestione e quindi una specie di incognita. Ma era davvero un’incognita? Personalmente non ho mai avuto alcun dubbio sul nuovo head writer Steven Moffat (che certo non è l’ultimo arrivato) e di conseguenza anche sulle sue scelte  per gli attori. L’unica mia paura nei mesi scorsi era relativa al compositore della colonna sonora (che è un elemento fondamentale di Doctor Who e i compositori geniali non abbondano), ma la paura è svanita quando è stato annunciato che Murray Gold sarebbe rimasto nel ruolo che occupa fin dal 2005.

E tutto è stato esattamente come si poteva immaginare che sarebbe stato.

Fin dalla sigla e dalle primissime scene che seguono (la lunga inquadratura notturna nel giardino di Amelia) si capisce subito che siamo nel dominio di Steven Moffat e lo si continua a vedere quando si parla di mostri oltre le crepe di un muro, porte che si vedono solo con la coda dell’occhio, battute sul cibo, lievi insinuazioni sessuali… ci sono tutti i suoi marchi di fabbrica. E nonostante questo, l’episodio non rappresenta un brusco cambiamento rispetto all’era RTD. Il tono e i personaggi rimangono simili ed epici esattamente com’erano prima.

Ma arriviamo subito a quello che ha fatto tanto discutere in questi ultimi 16 mesi: lo sconosciuto Matt Smith. L’alto, dinoccolato e goffo Matt Smith. Il capellone Matt Smith. È un buon Dottore? Porca miseria, eccome! Ovviamente il ricordo del grande David Tennant è vivissimo. Ma lo era anche quello di Chris Eccleston quando è arrivato Tennant. Come dice Moffat, non ci sono 11 Dottori, c’è un unico Dottore, interpretato da 11 persone… ed è l’apporto dell’attore ad avere l’influenza maggiore sulle eventuali differenze. Finora questo Dottore sembra più esagitato del precedente, ma l’abbiamo visto soltanto subito dopo la rigenerazione… ricordiamoci di quando Tennant saltò fuori dal TARDIS con la giacca di Eccleston e incontrò Mickey e Jackie. Devo ammettere comunque che non mi aspetto un Matt Smith molto meno agitato, in futuro. Finora si preannuncia davvero come un grande Dottore.

E subito dopo Matt, l’attenzione era tutta puntata su Karen Gillan. Che dire di Amy Pond? Il Moff (bastardo!) c’è andato pesante col suo personaggio… invece di farle semplicemente incontrare il Dottore ed avere così la vita cambiata dalla sua presenza (come le precedenti companion), Amy Pond incontra il Dottore da piccola… quanto basta per farlo diventare il suo “amico immaginario”, farlo sparire e cambiarle la vita con la sua assenza. Con il risultato di trasformare una bambina che prega e chiede favori a Babbo Natale (non è meraviglioso che preghi Babbo Natale?) in una ragazza che ha smesso di credere alla magia del suo Dottore immaginario (dopo quattro psichiatri) e che probabilmente ha perso completamente la fiducia nel prossimo. Il Dottore stesso deve sudare per riuscire a convincerla ad aiutarlo. Riuscirà a fare ammenda dei suoi ritardi (almeno con Rose era stato in ritardo solo di un anno… e se l’era portata dietro!) nelle prossime puntate/stagioni? Karen è bravissima nell’interpretare l’atteggiamento ambivalente di Amy: in parte la bambina che partirebbe subito felice, in parte la adulta ferita e scettica. E bravissima è la sua cuginetta che la interpreta da bambina! Ridateci baby!Amelia prima o poi!
La vita di Amy, fra l’altro, appare… interessante. Orfana (avremo un altro “Father’s Day”? Saranno veramente morti?) vive – o viveva – con la zia manco fosse Qui, Quo, Qua… ha il ragazzo (Rory, un Mickey meno sfigato di quanto fosse Mickey all’inizio) e di lavoro fa la “kissogram”. (Qualche telespettatore, probabilmente lo 0,00001%, si è lamentato che in un programma per famiglie questo sia esagerato. Gente, andate a farvi un giro… fa la kissogram, non Belle de Jour).

Sarà bello vedere finalmente il Dottore tornare a viaggiare con una companion, dopo tutto questo tempo da solo. RTD aveva detto che l’idea dietro al Dottore solitario era anche quella di poter poi lasciar dare al suo successore un ulteriore tocco di freschezza riprendendo una companion full-time… e sarà sicuramente così!

Pure l’ambientazione è innovativa: un paesino inglese invece della solita Londra. Un paesino dove tutti si conoscono (il tipo dell’auto, la nonnina… Jeff e la sua cronologia internet) e dove ci sono le salite! È un dettaglio insignificante, ma mi ha subito colpito la scena sulla salita dietro la chiesa. Non credo di averne mai viste in DW (ora arriverà nei commenti una lunga lista di salite…).

E il TARDIS! I magnifici interni del nuovo TARDIS. Il cambiamento rispetto al precedente non è, anche qui, netto… il set è molto più grande, ci sono molti più livelli e molti più aggeggi, ma l’aspetto familiare rimane quello… anni luce dagli antichi interni TARDIS asettici, che non mi hanno mai dato più di tanto. Chissà che non sia anche la volta che vedremo davvero altre stanze. Magari la piscina, in biblioteca o ovunque sia ora. Un episodio intero nel TARDIS non mi dispiacerebbe affatto.

La storia dell’episodio (il “mostro della settimana”) in realtà è un aspetto secondario in un episodio introduttivo come questo. Un prigioniero scappa, un prigioniero viene preso, la Terra viene salvata. I dettagli poco importano, quello che importa è come i personaggi vengono (re)introdotti e come interagiscono tra di loro. E come episodio introduttivo “The Eleventh Hour” funziona perfettamente. Ci fosse stata ancora qualche anima in UK che non conoscesse Doctor Who, vedendo questo episodio non si è sicuramente sentito tagliato fuori.

Si cominciano inoltre già a inserire gli elementi che probabilmente saranno le costanti di questa stagione. Le crepe nell’universo, la “pandorica” che si aprirà, il silenzio che cadrà… per ora sono solo parole. Così come lo erano “Bad Wolf”, “Torchwood” o “Harold Saxon” anni fa. Vedremo presto a cosa porteranno questi archi narrativi… RTD era un maestro in questo, ma anche Moffat non è certo da meno!

Infine torniamo all’inizio: la nuova sigla e la nuova musica. Il nuovo tema è bellissimo, recupera ulteriori echi delle vecchie versioni dei vecchi Dottori e allo stesso tempo mantiene il suo nuovo aspetto epico, pur in maniera più sottile e dark. E così la musica all’interno dell’episodio, la scena in cui la piccola Amelia va a prepararsi per andarsene col Dottore (povera!!!) è meravigliosa anche per l’altrettanto meraviglioso tema musicale che la accompagna (il tema di Amy, forse?) e altrettanto splendido è il tema che accompagna la “vestizione” del Dottore, il confronto con gli alieni, la carrellata finale in camera di Amy e il trailer della stagione. Quando esce il CD??

Trivia:
– Gli anni (1996-2008-2010) che ho dato non sono ufficiali al momento, ma dovrebbero essere corretti. In realtà il cartellino di Rory dice “1990”, ma non può essere! Al limite sarà la sua data di nascita.
– Il Dottore prende il suo nuovo “costume” in un ospedale, così come hanno fatto il terzo e l’ottavo Dottore! Secondo me Moffat ha incluso un ospedale solo per poter fare questa scena. (Personalmente penso che mi mancheranno le scarpe di Tennant.)
– Il Moff si cita, con il “timey-wimey” di “Blink”, i cowboy nella stanza (da “The Girl in the Fireplace”) e le varie “biblioteche”. Ma niente banane nella scena iniziale!
– E a proposito di “The Girl in the Fireplace”… l’analogia con quanto succede con Amy Pond è evidente: il Dottore le compare da bambina e poi di nuovo da adulta. Chissà se le analogie continueranno…
– Il Dottore ne sa più di noi di social network… Facebook, Twitter e… Bebo?
– Quell’onda su quel vecchio strumento del TARDIS che il Dottore zittisce alla fine… ha la stessa forma della crepa nella camera di Amy.
– Gli ascolti sono stati ottimi e perfettamente in linea con gli anni scorsi, nonostante ci sia in giro qualche giornale che afferma il contrario (e che probabilmente non sa fare due conti :–) )
– Quando il Dottore dice “I’ve put a lot of work into it”, riferendosi alla Terra… cita se stesso nello speciale parodistico non canon “The Curse of Fatal Death” scritto da Moffat (il suo primo Who!) nel 1999.
– I bastoncini di pesce nella crema pasticcera… BLEARGH!

The Eleventh Hour è stato scritto da Steven Moffat.

(Grazie a Morry per l’aiuto!)


E finalmente anche Matt Smith e Karen Gillan debuttano sugli schermi nostrani! (Be’, Matt ha debuttato brevemente ieri, in realtà). Steven Moffat ha debuttato mesi fa e non c’è bisogno di presentarlo… e così Murray Gold che per fortuna nostra è rimasto a scrivere la meravigliosa musica. Gli unici “novellini” sono proprio Matt e Karen. E Arthur Darvill (Rory). Ma non resteranno tali a lungo!

Tenete gli occhi aperti, già in questo episodio c’è un vaghissimo indizio sul finale di stagione!

E attenzione che l’episodio essendo più lungo di un episodio normale comincia più presto!

In replica .

Nella gallery trovate alcune immagini dell’episodio.