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Doctor Who – 8×02 – Into the Dalek

“I’m his carer.”
“Yeah, my carer. She cares so I don’t have to.”

Settimana scorsa era il debutto di Capaldi e il primo episodio di un Dottore, si sa, non è necessariamente indicativo di come sarà quel Dottore, perché tende a girare in tondo come un fesso non ricordandosi le cose, mangiando cibi a caso, cadendo svenuto o sbattendo contro gli alberi. Spesso è quindi nel secondo episodio che si comincia a intravedere il vero, nuovo Dottore.

Riassunto:

Spazio. Ultima frontiera. Il Dottore salva una soldatessa da un attacco Dalek e la riporta alla sua nave. Qui scopre che hanno prigioniero un Dalek buono (?) che però è “ferito” e vogliono miniaturizzare il Dottore e infilarlo nel Dalek per “curarlo”. Il Dottore fa un salto a prendere Clara (che intanto ha conosciuto il suo nuovo collega figo Danny Pink e ci prova nonostante lui sia imbranato a dir poco) e con tre soldati entrano nel Dalek. Lo guariscono, ma così il Dalek torna normale: la “bontà” era parte della “malattia”. Il Dalek invita così i suoi colleghi a far strage sull’astronave mentre al suo interno il Dottore e gli altri cercano di sbloccargli i centri della memoria con i ricordi che lo rendevano buono. Riescono a farlo, così lui smette di uccidere umani e ammazza invece tutti gli altri Dalek. Il Dottore però, che già era in crisi non sapendo bene se fosse una brava persona o meno, scopre che dentro di sé c’è dell’odio.

L’inizio dell’episodio ricorda un po’ “The Night of the Doctor” e, ancora di più, l’inizio di Engines of War, il bellissimo romanzo del War Doctor uscito da poco. Ma poi le strade si dividono… non fosse altro per la totale assenza di empatia di questo Dottore che non si preoccupa nemmeno di dire un “mi dispiace” alla morte del fratello di Journey o a quella del simpatico (?) soldato Ross. Tornando al discorso della scorsa settimana… Eleven (o Ten) si comporterebbero diversamente? A parte il tono e l’espressione incazzosa del Dottore – e sicuramente l’aggiunta di un “I’m so, so sorry” – secondo me non più di tanto.

Torna, in maniera non tanto sottile, il tema militare, anche senza UNIT. Al Dottore non stanno simpatici (se non si chiamano Lethbridge-Stewart), è noto, e soprattutto alla fine dell’episodio ha una reazione molto dura nel rifiutare Journey come companion. Evidente il contrasto con l’apertura di Jenna all’ex-soldato Danny Pink. Cosa succederà quando i due si conosceranno? C’è chiaramente qualcosa di oscuro nel passato di Danny, avrà sicuramente ucciso dei civili e avrà pianto (?), ma questo non implica che lui abbia mollato l’esercito o non ci creda più, ribadisce infatti l’esistenza di una dimensione morale nell’esercito.

Come personaggio Danny Pink risulta subito simpatico. Chi temeva un altro Mickey (com’era all’inizio) o un altro Rory (sempre com’era all’inizio) può tirare un sospiro di sollievo. Anzi, probabilmente alle donne farà piacere avere un figo in giro, visto che non se ne vedevano dai tempi di Jack (almeno credo sia un figo, non sono un buon giudice). C’è da aggiungere però che sia Mickey (molto lentamente) che Rory (molto velocemente) erano col tempo maturati come personaggi, questo chissà! Esilarante la sua scena con Clara, sarà anche figo, ma è imbranato come pochi!

Divertenti le citazioni dell’episodio… il Dottore cita “Fantastic Voyage” quando parla della miniaturizzazione adatta per un film. E il Dalek sembra un Borg quando dice che la “Resistance is futile”. Non so se poi si possa considerare una citazione il fatto che anche nella seconda avventura del precedente Dottore (“The Beast Below“) fossero finiti ricoperti di una sostanza schifosa come qui.

E lo stesso vale per l’episodio della prima stagione “Dalek” che ha qualche similitudine con questo, più di forma che di sostanza in realtà: C’è un unico Dalek imprigionato e il Dottore ci discute… fine della similitudine. In più qui c’è anche il rovescio della medaglia rispetto ad allora: In “Dalek” alla fine il Dalek dice al Dottore che “sarebbe un buon Dalek”, in senso negativo, cioè sapeva odiare come un Dalek. Questa volta il Dalek dice al Dottore che è lui il Dalek buono, intendendo in senso positivo. In entrambi i casi, naturalmente, si parla di “good Dalek”.

Il Dottore è sempre il Dottore quando sparisce per “5 minuti” e torna dopo tre settimane. Con il caffè. Interessante sia che tenga il caffè mentre salva Journey all’inizio (come si finisce in una battaglia contro i Dalek andando da Glasgow a Londra?), sia che apra la porta del TARDIS a calci perché ha le mani occupate.

Il rapporto con Clara è sempre in primo piano… viene messo bene in evidenza il fatto che il Dottore ne capisca (o finga di capirne) di donne come il Quarto, dando a Clara della vecchia nana grassa e mascolina, ma anche che il Dottore senza di lei sarebbe perso. Torna il ruolo di Rose nei confronti di Nine, di Donna nei confronti di Ten. È Clara che lo fa fermare a ragionare, ad abbadonare i propri pregiudizi, a essere meglio di quello che è. E non la paga nemmeno! Ed è in questo episodio la domanda del trailer di qualche tempo fa: “Clara, sono un uomo buono?” La risposta è giusto che sia ponderata perché ragionandoci è chiaro che la risposta finale di Clara è quella corretta (“Non lo so, ma ci provi ed è questo che conta”) che è ben diversa dal semplice “sì” che verrebbe da dire a tutti sull’impeto del momento. E non è questione di Capaldi, vale per il Dottore in generale. Anche con Ten e Eleven le “magliette rosse” morivano attorno a lui come mosche. La differenza principale è che allora diceva “sorry”.

Non è poi stata una sorpresa la ricomparsa di Missy. Molto brevemente, assistiamo a una soldatessa che muore e ricompare in “paradiso” con Missy che le offre il tè. Nessun altro indizio per poterne capire di più in questo caso, per cui siamo allo stesso punto della scorsa settimana. Chissà con che logica finiscono lì le persone morte. Sempre che finiscano “realmente” lì.

L’unica cosa che mi ha fatto un po’ storcere la bocca comunque è stata che avrebbero dovuto tener presente l’eventualità che la bontà del Dalek fosse causata dal suo problema “di salute”… era abbastanza ovvio fin da subito.

C’è infine la curiosità degli autori accreditati per l’episodio: è sempre stato “di Phil Ford” fino a un paio di settimane fa quando è comparso Steven Moffat come coautore (di questo e altri episodi). Strano! È ben noto che il Moff riscrive buona parte degli episodi degli altri, ma non era mai stato accreditato prima. Lo stesso succedeva con RTD, che riscriveva tutti tranne Moffat (che nemmeno leggeva fino all’ultimo per non spoilerarsi). Solo durante l’ultimo anno di RTD erano riusciti a convincerlo a farsi aggiungere come co-autore degli speciali (di Gareth Roberts e Phil Ford, tra l’altro). Mah! Forse semplicemente ha cambiato più del solito. O ha scritto da solo intere scene (magari quelle di Danny Pink). Per fortuna Moffat ha già parlato di cose della nona stagione o inizierei vagamente a preoccuparmi…

Varie:

  • Il Dalek non conosce il Dottore… dovrebbe quindi essere un periodo post-“Asylum of the Daleks”;
  • La settimana scorsa bisognava trattenere il respiro, qui invece, non bisogna trattenerlo o si esplode come lasagne nel microonde.
  • Il Dottore corre anche questa settimana. La notizia che il Dodicesimo Dottore non avrebbe corso era fortemente esagerata.
  • A quanto pare l’interno di un Dalek è il posto più pericoloso del’universo. Non si sa perché, ma il Dottore lo ribadisce 800 volte. A me sembrava più pericoloso fuori!
  • Il Dottore cita il secondo episodio del 1963, quando finisce su Skaro per la prima volta.
  • I Dalek non contemplano il tradimento come una minaccia evidentemente, ne basta uno per farne fuori a dozzine.
  • Perché gli alunni non devono rispondere all’ultima domanda di pagina 32?
  • Se volete la maglia di Clara
  • Continua la musica completamente originale di Murray Gold… niente tema dei Dalek e un’interessante musica elettronica che ricorda quasi la prima (2005) stagione.

Che voto possiamo dare? Avevo attese abbastanza basse per questo episodio, non sono un grande fan degli episodi ambientati interamente su un’astronave o simile (“42”, “The Impossible Planet”/”The Satan Pit”… lo stesso “The Waters of Mars” non mi esalta). E invece m’è piaciuto un sacco, complice anche l’introduzione di Danny Pink, ma non esclusivamente per quello. Direi anzi che è il miglior secondo episodio di un Dottore moderno in assoluto… quindi gli diamo un bel 9 su 10!

“Into the Dalek” è stato scritto da Phil Ford e Steven Moffat.

Grazie a Morry per l’aiuto!