Doctor Who - The Girl Who Waited

6×10 – The Girl Who Waited

Doctor Who - The Girl Who WaitedIl commento di “The Girl Who Waited” per Serialmente è pronto! EDIT: Serialmente non c’è più, copiamo il commento qui.

E ora, un episodio divertente! Anzi, ripensandoci… forse no! Diciamo che l’episodio di questa settimana è più pesante del futuro di Marty McFly, ma ciò non toglie che sia stato un episodio bellissimo.

Il Dottore, Amy e Rory atterrano sul pianeta Apalapucia, con scopi turistici. Ma il pianeta non è come se l’aspetta il Dottore, anzi è diventato una specie di istituto per le persone affette da una certa malattia che colpisce solo chi ha due cuori, come gli abitanti del pianeta e… il Dottore. Il problema sorge quando Amy entra in una stanza diversa rispetto a Rory e il Dottore e il suo tempo inizia a scorrere più velocemente. Il Dottore deve tornare nel TARDIS per non farsi infettare e comunica con Rory attraverso degli occhiali. Rory però arriva a salvare Amy troppo tardi… cioè 36 anni dopo. Amy ha vissuto tutti questi anni da sola, impegnata a evitare i servizievoli droidi medici che la ucciderebbero involontariamente (non conoscendo il suo sistema immunitario). E in nessun modo vuole aiutare il Dottore e Rory a farli tornare indietro nella sua time-line per recuperarla da giovane, perché, ovviamente, lei sparirebbe! Alla fine, dopo aver parlato di Rory con la sua se stessa più giovane, si convince… in parte: accetta di aiutarli a patto che portino anche lei con loro. Il Dottore dice che il TARDIS dovrebbe reggere il paradosso, ma quando si tratta di prenderla a bordo le chiude la porta in faccia, perché, tanto per cambiare, aveva mentito. In realtà poi dà la scelta a Rory, ma se fanno entrare la Amy “vecchia”, quella giovane morirebbe. E a un certo punto è la stessa Amy vecchia a dire a Rory di non aprirle la porta. Rimane quindi lì, dove verrà completamente cancellata dall’esistenza…

Qualcosa di leggerino per passare la serata, insomma.

Premessa: nessun riferimento a River Song. So che qualcuno si strapperà i capelli urlando che sono due genitori degeneri, ma io non sono d’accordo perché A) per loro sono passati mesi; B) hanno passato la loro intera vita con Mels; C) sanno che comunque poi è River Song; D) hanno sempre saputo che al meglio avrebbero trovato Melody in età post-tuta spaziale e questo è già successo. Poi magari il Dottore si inventerà qualcosa e cancellerà tutto (e qualcuno la deve pur portare Melody dai piccoli Amelia e Rory, saltando avanti di vent’anni), ma per loro le cose stanno così, al momento.

Passando all’episodio… l’ambientazione è molto bella e varia: si passa dalle sale asettiche (che ricordano dove tenevano prigionierò Jack in “Bad Wolf”, ma anche 2001 odissea nello spazio e THX 1138) al giardino di Alice nel paese delle meraviglie. Tutto il complesso in realtà ricorda anche la biblioteca di “Silence in the Library“: enorme, abbandonato, con della gente vestita di bianco che ti segue ripetendo sempre le stesse frasi e che se ti prende ti uccide…

Ma naturalmente questo è l’episodio di Amy e Rory. Anzi, qualcuno si è persino lamentato dicendo che questo dovrebbe essere un telefilm sul Dottore, a costoro posso solo rispondere… che telefilm avete guardato finora? Karen Gillan è immensa e ha la non comune occasione di dar vita allo stesso personaggio in due momenti diversi della sua vita… che parla con se stesso. La scena in cui lo fanno è fantastica… mentre fanno quel bellissimo discorso su Rory si possono chiaramente notare le differenze tra le espressioni delle due Amy. A prescindere dal trucco, proprio il modo in cui le due Amy si relazionano al discorso… entrambe sanno benissimo di cosa stanno parlando, ma la Amy vecchia l’ha un po’ scordato dopo aver passato 36 anni da sola e si vede man mano che la Amy giovane parla, che sa di cosa sta parlando. Meraviglioso.

E meraviglioso è anche Rory, diviso tra le due Amy e sinceramente dispiaciuto non di averla trovata vecchia, ma che lei abbia dovuto passare la vita da sola… da sola e in ambiente ostile. (In effetti lui l’ha fatto per 2000 anni, ma in quel caso aveva scelto lui di farlo, non stava aspettando di essere salvato da nessuno.) (In pratica è come l’allucinazione di Amy in “The Doctor’s Wife“, ma al contrario.)

Il Dottore è davvero stronzo, ma non aveva altre possibilità. Se non avesse ingannato la Amy vecchia, lei non li avrebbe aiutati… e alla fine della storia chiaramente tutto è a posto: Amy ha l’età giusta, non ha vissuto esperienze traumatiche ed è salva. Mentre quella vecchia non è mai esistita. Ma questo alla fine. Durante è facile a dirsi, ma meno facile a farsi con la Amy vecchia viva e vegeta davanti a te. Per questo il povero Rory invece l’esperienza traumatica l’ha vissuta realmente e resterà con lui. E quindi magari è stata più questa la bastardata del Dottore, costringere Rory a scegliere, invece di essere lui. Anche se Rory era la persona che doveva farlo, chiaramente. È il rovescio della medaglia rispetto a “Amy’s Choice“. Si sarebbe potuto intitolare “Rory’s Choice”.

Un Rory che torna ad avere uno scontro diretto con il Dottore, come in “The Vampires of Venice“, solo che allora era il suo primo viaggio, mentre ora sono passati… migliaia di anni e decine di viaggi. Ma il punto è sempre quello, viaggiare con il Dottore è pericoloso. Rory si è adattato per Amy e in realtà si diverte molto anche lui. Probabilmente in un momento di calma non sceglierebbe di lasciare il Dottore, ma a volte succedono cose terribili come questa e il dubbio viene. Il Dottore poi li avrebbe lasciati già da tempo, ma la vita reale (mogli, figlie…) continua a interferire con la sua volontà di lasciarli “in pace”.

Ricordiamoci anche ogni tanto di tessere le lodi di Murray Gold, che nascosti tra i temi ormai noti non manca mai di aggiungerne di nuovi. Anche se qui il massimo si raggiunge durante la scena del dialogo delle due Amy in cui ricicla la sua “The Sad Man With a Box”, cioè il mio preferito. Non dovrei perdonargli i ricicli, preferendo ovviamente musica nuova… ma almeno qui si sente, non come in “The Big Bang” che è coperto dai rumori di scena.

Per quanto riguarda l’alternanza di giacche e cappotti, gli specchi, i riferimenti acquatici e gli onnipresenti occhi dico… boh, si vedrà alla fine! E il Dottore dica esplicitamente che conoscere il proprio futuro può essere la molla che spinge a cambiarlo… mmhhh…

Insomma, alla fine davvero un grande episodio che dimostra ancora una volta come Doctor Who possa splendere sia nei lunghi story-arc che negli episodi autoconclusivi. Quando fatti bene, come questo.

E per finire… una sola parola: Macarena.

“The Girl Who Waited” è stato scritto da Tom McRae (decisamente migliorato dai tempi del suo altro episodio della serie, “Rise of the Cybermen”/”The Age of Steel”)
(Grazie a Morry, che con me e altri cura Doctor-Who.it, per l’aiuto!)

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